Riceviamo e pubblichiamo

Le ultime notizie sulla dolorosa ridondanza di famiglie in separazione non sono per niente confortanti e i dati pervenuti sono davvero allarmanti. Si resta senza parole, mentre, invece, occorrerebbe esserci e, magari, porgere il proprio pensiero per lenire, in parte, le paure di genitori che consumano la lacerante “solitudine” contro la più opportuna “lucidità'” senza quei gravi atti di violenza quali reati sui minori.

Rivolgersi ai consultori familiari bussando alle porte delle Politiche Sociali di tutte le nostre città, chiedendo supporto e sostegno “emotivo” con interventi specializzati dagli operatori pronti ad ascoltare, di certo è inevitabile quello sguardo di un mondo che gira intorno, attraverso le “umane” attenzioni ed a contrasto di un fattore in espansione: indifferenza sociale.

Non sarà la vita frenetica della più affannosa e travolgente era moderna, chissà se colpevole o meno, per l’incontrollabile aumento dei reati riferiti a violenze di ogni genere, tra femminicidio, infanticidio ed anche suicido che, come ultimo atto, sfocia nella disperazione ormai fin troppo “muta” ed esercitata sui piccoli indifesi.

La legge applicata può orientare le coppie in separazione verso un risultato base di collaborazione tra i partner, fino al punto in cui capita che alcune famiglie, con minori contesi, assumono l’ostile atteggiamento di una reciproca rivalsa personale, con franose battaglie che spesso “letali” recidono quella importante “bigenitorialità'” che andrebbe accompagnata e approfondita con ogni mezzo utile.

Il ruolo “primario” dei genitori va sì tutelato e garantito in quella costanza di atti assolutamente amorevoli e ampiamente dimostrati, seppur poco monitorati nella “strana” quotidianità di chi, invece, soffre e cagiona il disagio evidente nelle aule dei tribunali, dove le visioni costruttive degli ex-conviventi, non raggiungono, il più delle volte, l’apice richiesto e imposto dal giudice che applica il codice, quando da lì a poco il resto deraglierà senza “ritorno”!

Le esperienze personali di chi può raccontarsi, mirano, certamente, a sensibilizzare tutte le azioni utili a partire dalla scuola, con insegnanti che osservino così da vicino le distinte condizioni dei minori, i luoghi di culto e ambienti ricreativi connessi l’un l’altro, come misure utili per scongiurare ogni ipotesi di “violenza”.

Le vicende che si susseguono con l’affidamento (esclusivo) dei figli, in alcuni casi, nel difficile loro mantenimento, ricadono disastrose su chi versa in gravi condizioni economiche, capaci di innescare una scarsa “intesa” sui principi morali e inesistenti.

In tutto questo addivenire tra sentenze e provvedimenti giudiziari, l’ausilio delle forze dell’ordine assumerà un ruolo cardine per ottemperare al diritto di visita e prelievo dei figli, ma permane la burrascosa vicenda e si rischia di perdere quel senso autentico di maternità e paternità “insieme”.

L’ universo dei “minori” è il campo ancora incolto dove i nostri bambini vorrebbero gioire e salvarsi, ma senza la collaborazione “attiva” di noi umani tutto si complica, serve perorare la giusta causa sostenendo chi affoga nella disgrazia senza chiedere “aiuto”.

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