Quanto successo ieri in consiglio comunale tra l’indifferenza generale, nel solco dell’avvilente tradizione catanzarese, è qualcosa di inaudito! Che supera ogni limite di decenza e tolleranza. Eppure, cari concittadini, al solito non ve ne fotterà un “beneamato”. E non vi chiederete, mai, in questa sempre più triste Città del Peccato perché un sindaco al secondo azzeramento di Giunta, senza casi di particolare gravità, in appena 396 giorni abbia avviato una trattativa segreta (sottobanco) con i presunti nemici giurati (per carità: rivali, anzi avversari) per non farsi maltrattare nel corso del civico consesso.

Anzi per farsi lodare, facendosi addirittura ribattezzare: “Il Coraggioso”. Ma perché tutto ciò è avvenuto? E perché di nascosto? E perché i Fascio-leghisti, dizione ad esempio tanto cara alla compagna (dura e pura) Daniela Palaia, non li hanno sbertucciati rivelando subito la proposta indecente? Fatta per giunta a quei fascisti che sono tali solo quando non salvano il c@lo ai finti kommunisti.

Che, in caso contrario, stendono persino il braccio per salutarli e affratellarsi meglio. Perché insomma l’inverecondo accorduni è stato perfezionato e di nascosto? E non dite “per il bene della città” che altrimenti invece di scrivere mettiamo l’emoticon con la faccina vomitante! Insomma Sergio Costanzo, Marco Polimeni, Eugenio Riccio e Valerio Donato, qual è stato il prezzo dell’indicibile patto da noi svelato (e s@erdato!) con prove alla mano? Suvvia, parlate!

La città merita verità. E rispetto!

Che destra e sinistra, in questa sempre più derelitta Catanzaro, siano ormai la stessa cosa (o quasi) lo sappiamo da tempo immemore. Come sappiamo che i grandi interessi sono indubitabilmente bipartisan. E involgono una rete di operatori economici da mega-fatturato, mondo delle professioni di alto livello, potenti conventicole e altro ancora. Gente ed ‘entità’ che non tengono di certo comizi in piazza o scrivono post social. Anzi, neppure si vedono e si conoscono. O si conoscono appena. Una Spectre in salsa catanzarese, insomma. Atru ca Fascio-leghisti e Kommunisti! E atru ca politica!

Che è semmai il terminale finale o il… collettore di decisioni calate dall’alto. Ma a prescindere da queste nostre considerazioni di carattere generale, qui in discussione non è cosa faccia la politica in generale secondo le nostre (più o meno suggestive) tesi. Bensì si vuol parlare di fatti concreti, reali e da noi acclarati. In base a cui un gruppo di consiglieri dovrebbe spiegare alla città, ribadiamo, perché soggetti con un’opinione di Nicola Fiorita assai peggio della nostra ieri gli abbiano attrezzato una zattera d’oro mentre stava naufragando? Lo hanno banalmente fatto per salvare pure il loro posto o c’è dell’altro?

E cos’hanno ricevuto in cambio per tacere e assentire all’indecente (politicamente parlando) proposta fioritiana? Dal momento che, essendo tutt’altro rispetto a carmelitani scalzi, qualcosa nel piatto se la sono vista mettere. Eccome! Ma cosa?

Catanzaresi, pure voi avete le vostre gravissime colpe anzi persino peggiori, “nomma v’imbulicati!”

Saremo dei pazzi che abbaiano alla luna! Dei Don Chisciotte che vivono in un mondo di fantasia. Dove tutto non è mai come sembra (ma si deve nutrire sempre il dubbio) e soprattutto in cui non si leccano cu@li nobili né tantomeno plebei, però speriamo sempre nel miracolo. E non già pretendendo “atti di eroismo da inermi cittadini” (citazione Giudice Giovanni Falcone). Bensì sperando nel semplice risveglio delle coscienze. Quantomeno di chi non è a libro paga, o sotto ricatto, del politico o politicuccio di turno. Parliamo dei tanti genitori, che ad esempio piangono alle stazioni aeree, ferroviarie o dei bus, almeno una o due volte all’anno. Quando cioè i figli ancora under 30, o addirittura sotto i 25 anni, li lasciano dopo pochi giorni di vacanza.

Giorni sempre contati, e quindi sempre… rapidissimi, trascorsi insieme “giù”. A Catanzaro. Quella Città del Peccato dove l’unico… penzeru, pur con i tanti guai che ci sono, è “si signa Iemmello”. E dove, forse proprio per questo, la squadra locale anche per interventi politici capaci di trovare proprietà in extremis non è mai sparita dalle mappe calcistiche professionistiche.

A differenza di Cosenza, Reggio, ma anche Messina, Catania, Palermo ed ancora persino Napoli (finito in C1 da vincitrice di Scudetto e coppe europee e nazionali), Firenze (in C2 con una bacheca persino superiore a quella del Napoli), Bologna (C1 con vari Scudetti) e Parma (risalita dai Dilettanti dopo l’epopea dei Tanzi).

Ma c’è l’abbiamo con il Catanzaro e i catanzaresi? Certo che no! Perché l’aspra critica resta

Grandi club, calabresi e non, falliti o caduti nella polvere. Ma non il Catanzaro, che solo nel 2006 perse una categoria (ripartendo dalla quarta serie invece di fare la terza dopo la retrocessione dalla B) passando da Us a Fc. E quindi? È una iettatura, la nostra? Ma quando mai? È una constatazione. E il riferimento è al fatto che a Catanzaro l’unica cosa sempre garantito, di riffa o di raffa, dalla politica è stata la partita domenicale. Fosse pure, per ben tre interminabili lustri filati, contro le per noi mortificanti Sant’Anastasia o Atletico Leonzio. Ma solo e sempre tra i Pro: “Pemma vi leiti a Vito Macrina sul Corriere dello Sport e a Fabio Blasco sulla Gazzetta dello Sport u lunedì”. E tutti contenti mentre, più o meno dalla chiusura di Telespazio in poi, questa città cadeva sotto i colpi degli inciuci e degli accorduni. Nascosti e fatti ingoiare, senza colpo ferire, come quelli di ieri.

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