Quanto affermato, nello specifico, da Fabio Celia su Nicola Fiorita noi non lo possiamo dire, perché per quello si va in Procura. Ma di certo possiamo commentare quanto accaduto ieri sera al circolo Pd di Lido. E dire che, forse non a caso, abbiamo definito Fiorita, fin dall’avvio del suo mandato, il peggior sindaco della storia repubblicana della città. Neppure vittorioso, in realtà, ma come ormai noto aiutato da tutta la destra in funzione anti Valerio Donato (uno che, non essendo manovrabile, iniziava a fare paura). Ed è quindi stato scaricato in primis da chi doveva sostenerlo. Come Franco Cimino 16 anni prima di lui. Entrambi abbattuti da fuoco amico, dunque. Di Filippo Mancuso, il primo, di Mimmo Tallini il secondo a metà anni Duemila. Solo che nel caso di Cimino la città cadde in piedi, anzi andò persino meglio, con un politico dello spessore di Rosario Olivo. Mentre, adesso, alla povera Catanzaro è toccato il peggio. E non si discute sul piano personale o professionale, perché Olivo è un perito industriale (anche se molto colto) ex insegnante di scuola media mentre Fiorita è un docente universitario crediamo addirittura titolare di cattedra e dunque ordinario. Ragion per cui tanto di cappello, su questo punto, per noi che abbiamo appena fatto gli assistenti volontari all’Umg nemmeno diventando “cultori della materia”.

Un Fiorita silente di fronte all’attacco di Celia (non solo e non tanto sul piano politico) ci inquietante

L’attaccamento di Nick alla poltrona e la sua debolezza come sindaco (non solo sotto il profilo numerico) lo rendono un’autentica sciagura per il capoluogo. E speriamo, anzi ce lo auguriamo dal profondo del cuore, che Celia abbia fatto una… smargiassata, accusandolo di roba pesante. Ma, del resto, noi non abbiamo gli strumenti per dirlo e, per quanto ci riguarda, FIorita è “soltanto” un incapace visceralmente legato al potere. Il focus della discussione non è però questo. Un sindaco che sa, perché lo sa come ovvio, di essere stato oggetto di determinate accuse (non certo di natura politica) e non risponde, ci inquieta! Perché qui non si tratta di non rispondere a critiche di un avversario o un alleato, qui c’è invece un capogruppo del maggiore partito del tuo schieramento che avanza pesanti sospetti e allunga fosche ombre su di te. Ma tu niente.

Non è solo Fiorita a temere Celia, ma un ex consigliere regionale del Pd. Un presunto complottista (dice il “buon Fabio”) che non osa replicare

Diversa è la storia, rispetto al pesante coinvolgimento di Fiorita, delle critiche mosse, sempre in assemblea Dem da Celia, ad Antonio Calogero, Gregorio Buccolieri e Domenico Giampà. Sì genericamente maltrattati, ma non certo tirati in ballo con termini tali da far ipotizzare delle opacità. Che, viceversa, riguarderebbero un ex consigliere regionale e big Democrat. Uno in passato peraltro molto legato a Celia, il quale sarebbe il capo del complotto contro il “buon Fabio” come il diretto interessato, presunta vittima della macchinazioni, asserisce. E considerato che sempre Celia naturalmente ne ha fatto il nome in un intervento, messo a verbale della riunione marinota di circa 24 ore fa, ci chiediamo cosa tema questo ex maggiormente Dem tanto da fare il pesce in barile e non fiatare di fronte a gravi accuse. Celia, insomma, in via di decadenza o meno fa ancora molta paura. A tutti. E nessuno osa sfiorarlo, non solo non eccependone la decadenza dal consiglio comunale per un suo (ipotizzato) maxi-debito con l’ente quanto neppure rispondendogli se gravemente accusato o insultato. Meditate allora gente catanzarese, meditate!

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