E rieccoci con il terzo capitolo, di quella che sta ormai diventando una saga, dedicato alla “loggia sospetta” di Catanzaro (leggi qui i primi due: irriverentemente.com/?p=17443 e irriverentemente.com/?p=17374). Che prende le mosse da persino legittime (e comunque comprensibili) richieste di precisazione. Pervenuteci rispetto al… viaggio (molto letto, almeno per i nostri standard, con diverse migliaia di visualizzazioni) che stiamo facendo nella massoneria catanzarese da una settimana a questa parte. Istanze da prendere in considerazione per spiegare meglio.

Massoneria da demonizzare in toto? No!

Potremmo noi, che ne abbiamo fatto parte seppur per meno di due anni effettivi (escluso lungo stop Covid) prima di… annoiarci a morte, demonizzare la massoneria in toto? No! Nessuna demonizzazione, quindi, dell’associazione in quanto tale. E meno che mai dei tantissimi galantuomini e gentildonne che ne fanno parte (poiché nel capoluogo forse pure qualche lampione risulta iscritto in una città con una densità di… iniziati. Roba da Guinness World Record). Sarebbe allora molto scorretto il gioco al… massacro. Resta però il fatto che quest’organizzazione, purtroppo, quantomeno in Italia goda di una pessima fama. Meritata e non certo addebitabile a noi! E anche senza scomodare sempre l’arcinota, e famigerata, P2 basta guardare vicino. A certe logge siciliane, tanto per dire. Che pare fossero frequentatissime, persino da loschi figuri del profilo di Matteo Messina Denaro. Serve dunque altro per parlare di cancerose infiltrazioni, per nulla isolate peraltro, a ogni latitudine? Ma fare di tutta l’erba un fascio è  (e resta) sbagliato. Il massone è insomma libero di far ciò che vuole: riunirsi, bendarsi, incappucciarsi, tendere la spada, partecipare a riti più o meno bizzarri e discutibili, e così via. Ci mancherebbe altro, soprattutto per noi strenui difensori della libertà.

Fissati determinati concetti, fondamentali, vediamo il resto

Ma se il massone, come l’iscritto al circolo degli Amanti dell’Unicorno, esce fuori dal seminato per così dire, delinquendo o favorendo in qualche modo la delinquenza è esecrabile sul piano morale e, cosa assai più rilevante, perseguibile penalmente. Sarà quindi un massone “deviato”, indegno di far parte della… congregazione, ma è (e resta) un criminale. Che se per giunta viola la legge in “concorso”, compie non solo dei reati come chiunque altro. Ma lo fa anche in forma associativa (e quindi aggravata per i Codici italiani) a condizione di essere i soggetti coinvolti in numero pari o superiore a tre. Come ricorda peraltro la locuzione latina “tres faciunt societatem”. Ininfluente, dunque, se indossi o meno il cappuccio o si vanti di contribuire alla crescita spirituale e intellettuale dell’umanità. Che, se vero, considerata la vertiginosa percentuale di massoni a Catanzaro, la città dovrebbe avere il più alto numero di Premi Nobel del mondo. E invece… . Ma se il massone studia e migliora, o rimane com’è, son sempre e solo ca@@i suoi. Quanto invece rileva è che, nel momento in cui viola la legge, diventa perseguibile. E se lo fa giovandosi dell’appartenenza massonica aggiunge, non certo sottrae o elimina, specifici reati che accrescono fattispecie e gravità della condotta. Sia ben chiaro! E non si faccia finta di non capire!

Un esempio crudo e brutto, vi preghiamo di scusarci

Non è giusto, dicevamo, fare di tutta l’erba un fascio o appiccicare alla schiena di qualcuno una sorta di adesivo, rendendolo vittima di uno stigma. Neppure è corretto, tuttavia, pensare di farla franca come quanti ad esempio frequentano una chiesa affidata a un prete pedofilo, oltretutto prendendo la ‘stecca’ del provento della vendita del materiale pedopornografico del prete in questione, salvo poi dire “ma noi andavamo lì a pregare. Se siamo cattolici, che male c’è? Mica siamo noi i pedofili!”. E no, egregi amici, non funziona così. Non funziona cioè fare gli… gnorri. E ciò vale soprattutto se bi sedete alla tavola del sacerdote violentatore, essendo consapevoli del suo… vizietto, e ci mangiate e bevete pure insieme, non contando la “postuma” presa di distanze o il fuggi-fuggi dopo gli inevitabili provvedimenti giudiziari (scusateci per il pessimo esempio, ma lo volevamo davvero brutto e… crudo per rendere l’idea)!

Ma cosa significa tutto ciò calato nella realtà, effettiva, di una certa loggia catanzarese?

Ma chi è, a livello catanzarese, colui che meriterebbe l’embargo da tutte le persone perbene. Massoni o meno? Semplice: un capocosca (pardon, capo-loggia) che a ogni importante festa di famiglia ha come re della festa stessa (coccolato e vezzeggiato quasi fosse la guest star) un boss dell’entroterra  crotonese. Ma ha pure consanguinei che sono indiscutibilmente (dichiarandosene con orgoglio) amici (fraterni!) di altri esponenti di consorterie malavitose della zona rivierasca di Crotone, del Basso Jonio catanzarese e del lametino. Un individuo che dunque è difficile da credere punti davvero al famoso “progresso dell’umanità”. Ma esaminiamo quanto ci compete, tralasciando il resto.

Ma chi siamo noi magistrati? No, solo giornalisti

Noi non siamo inquirenti né, tantomeno, giudici. Purtroppo! Siamo, semmai, solo giornalisti. E quindi non emettiamo sentenze. Bensì, da croniisti autenticamente liberi, abbiamo semmai il preciso dovere di porci (e porre) domande. A cui speriamo siano i Pm e gli inquirenti a dare, prima o dopo, risposte. Intanto, però, una certezza c’è: più che il livello intellettuale e spirituale (personale o dell’umanità) al signore di cui parliamo cresce quello dei quattrini. E di parecchio. Ma parecchio per davvero. E apparentemente senza un… sostrato professionale che lo giustifichi. Così come lievita il potere personale. Ghiotta opportunità che senza la massoneria e i suoi contatti “trasversali e obliqui”, considerata la modestia del soggetto in sé e del lavoro svolto, gli sarebbe preclusa. In tal caso, quindi, si può parlare di massoneria “Spa”. Mecca (o, in catanzarese stretto, “minna”) per chi la sa piegare ai propri sporchi interessi. 

Il problema vero: l’attivismo del… capo-loggia negli ambienti della politica, dell’economia, del sociale e dei media

Nel caso di specie preoccupa la mancata assunzione di responsabilità della cosiddetta società civile che si relaziona ogni giorno con questo “signore”. Una società come ovvio formata da massoni e non, che fa finta di nulla. Di non sapere cioè chi realmente si trovi davanti, e cosa di nascosto (neanche troppo) faccia, sorvolando per interessi o timore o semplice acquiescenza, Mentre lui si mostra attivissimo, senza soluzione di continuità, negli ambienti (chiave) della politica, dell’economia, del sociale e persino dei media. Un modo per tenere “tutto unito” e garantirsi l’egida. Lo scudo dall’opera di chi potrebbe iniziare (o per la verità ha già iniziato) a insospettirsi. Magari, e sarebbe assai peggio per lui, indagando su certe palesi incongruenze, andando a fondo a guardare meglio conti che non quadrano. E non possono quadrare, se si fanno mestieri tutto sommato modesti. Ma badando pure ai rapporti incestuosi.

Il rischio del faro acceso puntato

C’è un rischio “mortale” per i traffici del capo-loggia. Che andrebbe in crisi persino con una semplice inchiesta, pur senza successiva condanna. Perché gli punterebbe addosso un faro devastante. Sia per lui che per… l’allegra compagnia di boss e gregari di mafia, da cui è circondato e surrettiziamente finanziato. Fatto che determinerebbe un crollo del castello di carte e la caduta del paravento dietro a cui la vera faccia brutta, sporca e cattiva, viene celata da una maschera di perbenismo. E addirittura di empatia e solidarietà. Doti umane di pura apparenza pure quelle. Perché utili a chiedere, al momento opportuno, il favore (debito o indebito) a gente aiutata in precedenza, economicamente o in altro modo, ma che diventa così in automatico cosa nostra (ops… cosa sua)! i favori a cui ci riferiamo sono i più disparati: un’illegale anticipazione su un’indagine in corso; i voti alle elezioni per i sodali; un articolo compiacente sul giornale, o viceversa uno contrario a un familiare o a un amico fatto sparire; una facilitazione in un ufficio; una “classica” raccomandazione; un contributo per un’iniziativa o addirittura l’iscrizione all’associazione con moneta sonante da versare.

E se vi sembra eccessivo quanto fin qui detto, leggete ancora

Questo “signore”, grazie a un fiume di denaro sporco che affida al lavaggio di una persona di massima fiducia pianificando l’operazione criminale e fungendo da trait d’union tra mammasantissima e… lavandaio, influenza come spiegato molti ambiti “puliti”. Come quello che noi conosciamo meglio. Il settore degli organi di stampa, che lusinga facendo pagare ricche pubblicità di cui gli editori sono come ovvio golosissimi. Un modo per escludere giornalisti scomodi e invece blandire quelli compiacenti. Cosa che noi abbiamo sempre sgamato. Persino pochi mesi fa, a Natale ‘24, essendo molto appetiti, non perché particolarmente bravi, bensì per essere al di sopra d’ogni sospetto. Tanto che in passato ci hanno letteralmente parcheggiato in una testata a cui veniva pagato il nostro peraltro esiguo stipendio (non sappiamo se tutto o in parte) unicamente per toglierci di torno. Ed evitare che creassimo “guasti”, semplicemente scrivendo la verità nuda e cruda. Perché mai avremmo scritto in favore della masso-mafia e dei suoi prestanomi politici o imprenditoriali. Né dietro emolumento né tantomeno gratis.

Il secondo e ultimo esempio, tra il serio e il faceto

Sembra infine pure che il capocosca o capologgia, che dir si voglia, di cui parliamo sia un genio degli affari e della pubblicità. Ideatore per la nuova “lavanderia stagionale” (o attività estiva) che ha concepito dello… sconto pregiudicato. Rafforzato dall’opzione del possesso del requisito del carcere fatto per reati di mafia al regime detentivo duro del 41bis. Che dà subito diritto a un pranzo gratis per tre persone. Metodo di promozione che, con le sue note amicizie, a primo acchito non sembrerebbe affatto un buon affare. Mentre pare che la trovata marketing stia invece funzionando a meraviglia, anche se il numero di like sui social ai post promozionali è pari a un decimo (o anche meno) di quelli di una volta. Ma è forse inevitabile con le decine, se non centinaia, di persone gabbate di recente. Tuttavia, “venghino siori venghino”, perché durerà solo finché una sedia o una staccionata, trovate rotte, non mandamento i conti in rosso e allora “ciaone!”. Ma vuoi vedere che il capologgia ci fa comunque un pensierino, se non ce l’ha già fatto, anche per cooptare nuovi… fratelli iniziati un po’ “discoli”. Chissà… . . Potrebbe anche essere!

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