“C’era la luna, c’erano le stelle, c’era una nuova emozione sulla pelle, c’era la notte… il tempo va, passano le ore…”. Ma un attimo, queste frasi, che per giunta suonano così orecchiabili, le abbiamo già sentite. Sì. Certo. È il refrain di “Solo una volta”, grande successo di Alex Britti dell’ormai lontano 1998. Un quarto di secolo fa esatto, nientedimeno. Ma “che c’azzecca”, direbbe in ‘dipietrese’ un famoso Pm dello stesso ultimo decennio del secolo scorso? Niente!
Se non che ci ricordano, per chissà quale cervellotica associazione di idee (strana la mente umana e la nostra in particolare), i finora fantomatici lavori notturni dello stadio Nicola Ceravolo di Catanzaro. Quelli della forsennata, quasi ‘disperata a sentir qualcuno, “corsa contro il tempo per consegnare all’Uesse 1929 l’impianto a norma per la B” prima che inizi la Coppa Italia o meglio, in realtà, il campionato. Un attesissimo torneo cadetto, per cui in cima ai Tre Colli e non solo c’è febbrile attesa dopo poco meno di 18 anni di… fame calcistica, provocata da prolungatissima lontananza da grande palcoscenico nazionale. Ma i conti non tornano. Non fosse altro perché alle notti di “luci (spente) a San Siro”, parafrasando il grande Roberto Vecchioni tanto per restare in tema musicale, notiamo pure dei weekend in cui non è che al vecchio Militare fervano le operazioni di obbligatorio restyling. Anzi.
Si registra semmai solo qualche documentata oretta di attività. E poi basta. Ma non si trattava di interventi straordinari, da eseguire quindi a “spron battuto” più o meno H24. E feste comandate comprese, tipo Ferragosto, se ancora necessario ovvero se non già tutto finito a tempi record? Mah! La domanda è una, e una sola, dunque: “Si tratta di una corsa contro il tempo o di un cimento da affrontare con… calma olimpica?”.