Lo scollamento tra gran parte dei sostenitori della sinistra catanzarese, inizialmente pressoché tutti fioritiani convinti, e l’amministrazione Fiorita appare sempre più evidente. E non per i soliti complotti e la Sindrome di Caino (in sostanza la tendenza alle frequenti e virulente liti in famiglia tra fratelli e sorelle) che pervade spesso i partiti di dell’area politica con il Pd capofila. Bensì per la consapevolezza di avere a che fare con un sindaco il quale ha usato e gettato i Dem in particolare, ma anche qualche altro piccolo… satellite che gli ruota attorno, solo per ottenere la candidatura. E ancora: per farsi eleggere. E, infine, per mantenere saldo il sostegno di una simile forza, flirtando con il vertice nazionale del partito a caccia di future candidature di primo piano. Al Parlamento, su tutte. A maggior ragione, se Avs non dovesse offrire all’attuale sindaco le giuste garanzie. Pd bancomat di voti, catalizzatore di consenso popolare (non tanto a Catanzaro, come ovvio, ma nel resto d’Italia sì) e garanzia di legittimazione e tutela politica oltreché… suggello dell’unità della coalizione per Nick e i suoi. Una bella caccia da mungere, insomma, nel piano perfetto di un primo cittadino civico che imbarca prima e tiene poi sotto scacco il più grande e importante partito nazionale della sinistra italiana. Mica pizza e fichi, quindi.
Ma perché il Pd è terreno di caccia e di conquista per Fiorita?
Ma perché quanto fin qui raccontato è accaduto e continua ad accadere senza colpo ferire? Semplice. Perché a livello locale i Dem sono disuniti, disorganizzati, distratti e deboli. Incapaci di far ordine al proprio interno e di proporre una segreteria (quella attualmente retta dal neo-coordinatore Antonio Calogero, eletto solo a metà gennaio) che trascini, o quantomeno spinga, iscritti e persino eletti Democrat a incalzare Fiorita. Che non vuol dire rompere l’alleanza con lui. Ma neppure continuare a ingoiare tutto il trasformismo e l’opportunismo fioritiano, imposti dall’unico obiettivo di… durare fino alla fine, in maniera passiva come nulla fosse. Certo, abbiamo apprezzato la censura calogeriana dopo il “recente” intervento di Nick al congresso di Fratelli d’Italia (a cui, inoltre, ha poco dopo fatto eco il J’accuse di Potere al Popolo). Ma, ribadiamo: nella situazione attuale serve ben altro. Azioni forti, manifeste e a cadenza quasi quotidiana. Atti concreti, insomma, che vadano contro la… sin-estra alla guida del capoluogo (neologismo da noi oggi coniato, come ovvio originato dalla crasi sinistra-destra).
La sin-estra al comando di Palazzo De Nobili meriterebbe un segretario assai meno “timido” del pur apprezzabile Calogero (uomo perbene). Ecco perché
Il… monocolore in servizio permanente effettivo al De Nobili, con rarissime eccezioni peraltro tutte limitate a singole posizioni personali non certo riconducibili e riferibili a strategie partitiche organiche, pare non poter essere scalfito da niente e nessuno. Eppure i machiavellismi e le profonde contraddizioni del sedicente rivoluzionario Fiorita (quello del CambiaMò in realtà CambiaMai) non le vede soltanto chi non le vuol vedere. O perché suo… ultrà o perché, come succede con la destra, suo alleato ombra in qualche progetto condiviso. Ecco perché servirebbe ora un Pd, paradossalmente, più di lotta che di governo. Attenzione, però. Chiunque ci abbia parlato di Calogero ce lo descrive come un uomo perbene. E il fatto stesso che dopo 24 anni di cronaca politica ininterrotta in questa città, non una megalopoli, noi non l’avessimo (mai) sentito nominare prima dovrebbe già essere, scusate l’immodestia, molto indicativo. Intanto quale suggerimento inequivocabile che non è un vecchio arnese o, peggio, un maneggione della politica locale. Ma pure che forse non è (pur essendo persona di valore) quella figura carismatica in grado di mettere nell’angolo un sindaco bravo a ciurlare nel manico. E a puntare a… cavallo su tutti i tavoli (in primis di destra) dove sa che le sue fiches possano fruttare in termini di sviluppi di carriera.
La brama di potere del sindaco, che se non adeguatamente arginata dal Pd devasterà la sinistra catanzarese
La carriera da sindaco di Nick, per i prossimi due anni, e a seguire per un ruolo (di parlamentare) che ha già da tempo pianificato costituiscono una seria minaccia per la sinistra locale. Che però potrebbe dare un forte scossone alle mire fioritiane, costringendolo a inciuciare di meno e a governare assai meglio la città. Ma per far questo, ripetiamo, servirebbe un segretario con alle spalle la forza del consenso. Non solo, e non tanto, quello di partito. Che peraltro non può derivare da un congresso svoltosi con particolari modalità, malgrado sembri illogico quanto persino paradossale affermare ciò. Ma se si pensa appunto a un congresso cittadino del Pd all’insegna di una strisciante e accesa contrapposizione interna, in astratto positiva nel concreto invece dannosa, come quella ancora in atto, si capisce che Calogero è stato privato sin da subito della necessaria forza e autorevolezza. Di un mandato pieno cioè, al di là di ciò che possa vantare sotto il profilo formale, per sedersi al tavolo con Fiorita e non fare nella sostanza una fine simile a quella del “povero” Volodymyr Zelens’kyj alla Casa Bianca. Senza contare che sarebbe di sicuro stato assai più utile alla causa Dem un segretario politicamente più strutturato!
La sin-estra al potere a Catanzaro almeno fino a metà 2027 impedirà alla sinistra di (ri)vincere le Comunali per i prossimi 15 anni almeno
La sin-estra saldamente al comando di Palazzo De Nobili non contrastata a dovere (dal Pd, dal suo alfiere cittadino Calogero e dalla sinistra intera) potrebbe creare danni incalcolabili a un’area politica già di per sé tutt’altro che egemone in città. E, giorno dopo giorno con Nick in sella, lontana anni luce dal (ri)vincere le Comunali. Ma non solo nel 2027, bensì per i prossimi 15 anni almeno. Un fatto su cui i veri comunisti, socialisti, democratici, liberali, radicali e pentastellati, dovrebbero a fondo riflettere salvo reagire subito se non in qualche modo lusingati da vantaggi di natura personale nel sostenere la sin-estra e il suo pubblico rappresentante Fiorita (perché tutti sanno in città come invece il vero leader di questa appena citata formazione politica trasversale e non ufficiale sia in realtà il presidente leghista in carica del consiglio regionale, Filippo Mancuso).
