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Sembra proprio che in città sia partita una campagna di controinformazione. In realtà una guerra sotterranea. Che sa tanto di vendetta (sì, tremenda vendetta!). Una rivalsa che, non potendo attecchire sul… suolo patrio, dove gli organi di stampa sono più asserviti, paraculi, cerchiobottisti e “democristiani” di don Luigi Sturzo, come di consueto si rivolge all’esterno. E lo fa con la solita immancabile mediazione dell’accattone pasoliniano della politica catanzarese. Un vero rifiuto umano, che a suo tempo stabilì certi contatti per farla pagare ai suoi (ex) padroni.

I quali, a un certo punto, schifati dalle sue continue porcherie (richiesta di mazzette su tutto, ad esempio) lo avevano letteralmente scaricato tirando la… catena. Eppure, il lordone in questione, forte di segreti e documenti, aveva trovato il modo per ricattarli o almeno smascherarli, considerato che anche quelli erano colpevoli come il peccato. L’accattone, però, nel frattempo è stato affiancato, o forse addirittura scavalcato, da altri loschi figuri. Vecchi e nuovi arnesi della politica locale. Che hanno lanciato una controffensiva mediatica per sputtanare pubblicamente (pur agendo nell’ombra) chi gli ha preso il posto e li ha cacciati a calci in culo. O sta tentando di farlo.

Una sorta di controffensiva di Binnu u Tratturi contro Totò la Bestia, ovvero Provenzano contro Riina! Ed è il motivo per cui noi non vi partecipiamo, pur detestando o comunque avendo una pessima opinione di quanti vengono frontalmente attaccati in questo momento. Ma se ad attaccarli sono certi soggetti è come cadere dalla padella alla brace. E partecipare solo a un regolamento di conti in stile mafioso. Ed è per questo che, temporaneamente, sospendiamo pure il nostro Romanzo criminale. Proprio, cioè, per non correre il rischio di strumentalizzazioni. Da parte di quanti, ripetiamo, non hanno a cuore la legalità, ma solo potere e mazzicogna che gli hanno sottratto.

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