L’indegno spettacolo dei politici locali che hanno litigato stamani, come i famigerati Capponi di Renzo, sul mancato annullamento della festa (concerto e fuochi) di Porto Salvo di ieri ha messo la ciliegina, marcia, su una torta, rancida. Davvero indigeribile.

E così ecco materializzarsi l’ennesima figura di m…a collettiva cittadina (con la 4. Emme catanzarese, quella di m…a appunto, purtroppo). Che nell’occasione trae per giunta origine da una tragedia senza fine (leggi qui: https://irriverentemente.com/?p=19559).

Le colpe della politica tante, ma non tutte

Un “sindaco per finta”, sin dall’inizio del mandato sotto tutela del papabile successore della sponda opposta almeno fin quando dovrà tenergli in caldo il posto, non è affatto peggio di chi stamani l’accusava, sparando a palle incatenate. Uno cioè fino a soli 9 mesi fa, ovvero fin quando non è stato ignominiosamente perculato sulla stampa e scaricato dall’Amministrazione da Nicola Fiorita, sodale e strenuo sostenitore di Nick stesso. Un primo cittadino che per l’ormai abituale detrattore era un… Dio e oggi viceversa non vale niente. Difficile quindi prendere sul serio certe dichiarazioni. 

Una volta tanto però, al netto di certe amenità, un po’ meno responsabilità vanno ascritte alla politica rispetto alla gente

Malgrado la…. millemilesima dimostrazione di una politica stracciona, ridotta a brandelli dalla sua ignavia e da un feroce opportunismo economico-elettorale, va detto che ancora peggio, molto peggio, c’è la società da cui è espressa. Quella, cioè, che da stamattina su Fb sembra voler tuonare al refrain di… e adesso indignamoci tutti! Ma ieri allora di preciso chi ca@@o c’era a Lido a festeggiare, tra piazza e lungomare, soltanto figuranti e stranieri? Questi ultimi per giunta non solo non catanzaresi quanto pure esseri umani con un cuore di pietra. O invece c’erano per caso gli stessi scemi che oggi, senza alcun pudore o vergogna, pontificano sui social, alcuni  peraltro pure visti attivissimi in mezzo al… casino festaiolo?

Catanzaro, città delle 3V? Un tempo, sì. Ma, ora, delle 3M

Catanzaro, sempre più città delle 3M: massomafia, mazzicogna e Massimé (“pari na molla”), quindi. Soprattutto dopo la festa della vergogna di ieri in cui nella gente ha prevalso la voglia di mangiare, bere e divertirsi, sul rispetto per la morte piombata in alcune case di sfortunati concittadini con inaudita ferocia. Un po’ come in Juventus-Liverpool nell’Heysel a fine maggio di 40 anni fa. Solo che in quella particolare situazione c’era l’alibi, e pure bello grosso, dell’ordine pubblico da gestire. Del normale deflusso da uno stadio ridotto a un rudere con poco meno di 60mila tifosi da non far sfollare sotto il controllo di appena poco più di 150 poliziotti (prima dell’arrivo dei rinforzi da metà Belgio) in caso di annullamento della finale di Coppa Campioni. 

Catanzaro, sempre più… strana città

Forse siamo sciocchi noi. Che ancora ci stupiamo di quanto accada in una città in cui ambienti criminali, politica, Chiesa, mondo delle professioni, tessuto produttivo e come ovvio un’informazione asservita ai poteri forti (tutte componenti non intese nella loro interezza, ma in buona parte) sono incistate tra loro. Una Catanzaro (Città del Peccato e Regno dei Paradossi) dove ci sono politici e imprenditori prestanomi di impresentabili; in cui certi soggetti, che propagandano “alacremente” le loro attività commerciali sui social, andrebbero ribattezzati “Ava come lava” per il riciclaggio di denaro sporco fatto; in cui, a proposito di riciclaggio con… filiera corta, c’è il capocosca (pardon, capologgia) massone che fidelizza con la copertura di decine di insospettabili e incensurati conniventi il superboss desideroso di investire e lo… affida al fratello (di sangue) mezzo mafioso pure lui (cioè a disposizione delle cosche) preposto a ripulire il denaro per poi far “stecca para pe tutti”; in cui taluni giornalisti, quelli che curiosamente più si occupano di ‘ndrangheta, sono pagati con soldi di droga, armi, pizzo e prostituzione, e lodati per il loro lavoro quando in realtà sono quasi affiliati al clan e, infine, in cui quasi tutti accettano i doni del mafioso di turno, anche un semplice caffè e cornetto, perché così si… risparmia!

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