La foto della settimana senza testo, ma con commento, è dedicata al sociologo e giornalista Mauro Rostagno. Anzi, più esattamente al documentario Sky su di lui (ancora disponibile On demand per gli abbonati dello stesso network). Eloquente ed evocativo il titolo: L’uomo che voleva cambiare il mondo. Perché si tratta di un uomo, peraltro uno dei fondatori del movimento politico Lotta Continua, che nelle sue infinite… traiettorie di vita, di studi e di conoscenza, è per così dire partito da Torino e “passato” per Milano, Trento, Germania, Inghilterra, Francia e India. Ma poi finito a morire, in un agguato di matrice massomafiosa, quasi incredibilmente nella periferica e piccolissima Lenzi di Valderice nei pressi di Trapani.
Una Trapani, quella di fine anni Ottanta in particolare, molto simile alla Catanzaro attuale, per fortuna al netto degli omicidi. Ma, per meglio comprendere il paragone, vi riportiamo le parole di Roberto Saviano. “Voce narrante” della mini docuserie, che ci ha letteralmente fatto sobbalzare dal divano mentre l’ascoltavamo. “Rostagno, la sua spada è di legno, ma lascia ferite profonde”. Esordisce così lo scrittore di origine casertana.
E poi continua: “Mauro arriva in Sicilia e vuol fare il giornalista diretto e irriverente. Quando inizia trova un sistema politico-mafioso chiuso in se stesso, ben odiato. Dove ognuno ha un ruolo e a ognuno è garantito un profitto, tranne che alla povera gente. Rostagno arriva lì ed è dunque un alieno, totalmente estraneo a tale sistema. Ma forse, proprio per questo, riesce ad hackerarlo. Prende in giro – prosegue Saviano – i politici, che tutti ossequiano, e le loro bagattelle ed accordi sottobanco. Parla di affari loschi; di finanze pubbliche sperperate e insospettabili che conducono lucrose ma strane operazioni economiche. E infine – conclude il grande nemico dei barbari camorristi casalesi – affonda la lama della sua spada giocattolo, che però fa male”. Incredibili, dunque, le similitudini con noi e soprattutto con la città di Catanzaro, purtroppo.
