Primi anni Novanta, un altro calcio, un’altra Italia, un altro mondo. Internet era ancora… lontana. E la gente, i tifosi in questo caso, si informavano sulle loro squadre del cuore per lo più attraverso la Tv. Ma anche acquistando il proprio quotidiano sportivo preferito in edicola. Non tramite i telefonini sul web, quindi. Semmai tutti incollati davanti al… vecchio tubo catodico, la sera, dunque. Magari dopo aver appunto letto il giornale, la mattina o il pomeriggio. Soprattutto a fine estate, per gli aggiornamenti del calciomercato, iniziando al tempo la serie A (il campionato più bello del mondo o l’Nba del calcio planetario tre-quattro decenni fa) non prima di settembre inoltrato con la grande eccezione del 1993. Quando il torneo partì il 29 agosto per il programmato avvio di Usa ‘94 il 17 giugno. Un’eccezione, ribadiamo.
Il Memorial Ceravolo e Catanzaro ombelico del calcio italiano e internazionale
Prima dell’avvio della serie A, però, c’era un appuntamento che stava quasi diventando un classico del calcio italiano e internazionale: il Memorial Nicola Ceravolo di Catanzaro. Una manifestazione, pensata e organizzata, in una città di… periferia, che aveva una squadra in quel frangente mestamente relegata nella quarta serie professionistica (la soppressa C2). Ma capace di richiamare a sé squadre italiane del calibro di Juventus, Internazionale, Roma e addirittura estere dal nome altisonante quali Ajax, Tottenham Hotspur e Panathīnaïkos. E vi è di più: certi campioni, o presunti tali, si acquistavano proprio dopo averli visionati sul manto erboso del Militare (lo stadio Ceravolo) di via Francesco Paglia o attraverso i canali della Rai, persino sulla sua rete ammiraglia, che trasmetteva le partite in diretta e in differita.
I calciatori di alto livello agli inizi degli anni Novanta pagati tanti miliardi di lire, visionati dai grandi club a Catanzaro
I calciatori di alto livello agli inizi degli anni Novanta pagati tanti miliardi di lire, visionati dai grandi club al Memorial Nicola Ceravolo di Catanzaro. È il caso dell’ex interista Wim Jonk, come ricordato in questi giorni al nuovo canale Sky denominato Sport Legend. L’occasione? La riproposizione di un’iconica puntata del mitico Processo del Lunedì dell’indimenticato conduttore Aldo Biscardi. Che a inizio 1994, affrontando la crisi nera dell’Inter con il “fior fiore” dei giornalisti sportivi italiani dell’epoca (quasi tutti scomparsi purtroppo: da Piero Dardanello a Maurizio Mosca e da Gian Maria Gazzaniga all’ancora vivo, per fortuna, Italo Cucci) proponeva un importante… faccia a faccia. Tra il giornalista-tifoso nerazzurro Fabio Santini (allora responsabile delle pagine Spettacolo de L’indipendente) e il general manager interista Piero Boschi. Domanda chiave il mercato, sbagliato, del club meneghino e sotto accusa in particolare l’acquisto della coppia olandese formata da Dennis Bergkamp e Wim Jonk proveniente dal blasonato Ajax di Amsterdam (la squadra, negli anni ‘60-’70, di un certo Johan Cruijff). Un tandem pagato 18.3 miliardi di lire (anche l’Euro allora era molto… lontana).
La risposta su Jonk del Gm nerazzurro Boschi legata a Catanzaro
La risposta su Jonk del Gm nerazzurro Boschi legata a Catanzaro: “Questi due nostri atleti ci sembravano, e ci sembrano ancora come ovvio, ottimi calciatori. E Jonk, soprattutto, ci ha dato questa impressione nel torneo di Catanzaro. Dove ha fatto benissimo”. Al tempo, del resto, i giocatori non si vedevano su Youtube o sulle varie emittenti televisive e online del mondo intero, bensì dal vivo allo stadio o al massimo tramite le cassette Vhs. È così che il prestigioso Memorial Ceravolo per 3 anni ha offerto il meglio del football europeo al Paese e a tutta Europa.