Riceviamo e pubblichiamo

Il nostro ponte simbolo, capolavoro di ingegneria e identità della città, versa in condizioni di abbandono che offendono Catanzaro e preoccupano i suoi abitanti.

Impalcature che sembrano eterne, spazi di cemento crudo, segni di degrado che emergono a occhio nudo: tutto questo racconta una storia di incuria che nessuna comunità dovrebbe tollerare.

Il Ponte Morandi non è un semplice manufatto, ma un’infrastruttura vitale che collega quartieri interi, sostiene la mobilità urbana e rappresenta la memoria storica di una città che, con quell’arco imponente, ha voluto guardare al futuro.

Permetterne il deterioramento significa non solo mettere a rischio la sicurezza di chi lo attraversa ogni giorno, ma anche infliggere un colpo mortale al cuore della nostra identità collettiva.

È noto che sul ponte pesano ombre gravi: dalla mancanza di un collaudo ufficiale alle inchieste giudiziarie che hanno evidenziato l’uso di materiali scadenti e procedure opache.

A maggior ragione, questo dovrebbe essere il momento della chiarezza, della trasparenza e della responsabilità. È l’Anas, in quanto ente competente, che deve assumersi senza esitazioni il dovere di intervenire, non solo con azioni tampone ma con un piano organico di riqualificazione, consolidamento e valorizzazione.

Non è più accettabile che la città viva tra l’incertezza e l’abbandono. Ma non basta guardare all’Anas.

Le istituzioni locali, la Regione e tutte le forze politiche devono reagire con unità e determinazione, mettendo da parte divisioni e calcoli di parte.

Questo ponte appartiene a Catanzaro e alla Calabria, e il suo destino riguarda l’intera comunità. Serve un impegno collettivo che si traduca in atti concreti: sollecitare l’ente gestore, vigilare sull’uso corretto dei fondi, pretendere trasparenza e tempi certi, garantire che ogni decisione sia presa nell’interesse esclusivo dei cittadini e della loro sicurezza.

Il movimento politico Nuova Genesi lancia un appello forte e chiaro: non lasciamo che il Ponte Morandi diventi il simbolo della nostra incapacità di custodire ciò che ci è stato affidato.

Non restiamo in silenzio mentre un’opera che ha fatto grande la nostra città scivola nell’oblio.

È il momento di reagire, con coraggio e responsabilità. Catanzaro merita un futuro in cui il suo ponte torni a essere motivo di orgoglio e non di vergogna.

Bruno Gallo, presidente di Nuova Genesi

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