Rubiamo l’incipit della nostra rubrica settimanale sui proverbi di Nonno Saverio (link: https://irriverentemente.com/irriverentemente-proverbiale-ecco-a-voi-i-proverbi-di-nonno-saverio-con-quello-della-settimana-4/) che oggi recita: “Si perdi e ridi (o cu perda e rida, ndr) è signu e paccia”. Ma il sindaco di Catanzaro Nicola Fiorita in fondo non sta perdendo. E anche se stesse perdendo dopo la ‘vittoria’ di 2 anni fa, sarebbe comunque in attivo. Perché vederlo sindaco è come vedere noi sfilare in passerella a Pitti Uomo. Una cosa che “on cintra nenta”. Non c’entra alcunché. Non ha alcun senso logico. Pare quasi uno scherzo, insomma! Ma se poi lo si immagina a governare insieme alla sua ‘corte dei miracoli’ di Cambiavento, si entra nel campo della metafisica. Roba da… Superquark. Sarà forse per questo che Fiorita ride. Felice (o meglio fintamente tale) al centro dell’immancabile “sagra di paese”, emblema del binomio politica-buoni rapporti con la politica, a cui ha dato continuità (economica) a suon di quattrini sottratti alle mille esigenze di una città sofferente. Che pure si può consolare ammirando il proprio sindaco sorridente, ritratto in foto con i fedelissimi per mostrarsi alla gente sereno dopo aver pagato l’annuale obolo dei 60mila euro, più annessi e connessi, a un altro personaggio da… romanzo come lui.
La tattica di Nick
Com’è allegro Nick, sebbene reduce dalla ‘stilettata’ di Donatella Monteverdi. Che alla fine della fiera tuttavia non lo… lascerà. Ma una sveglia gliel’ha fatta suonare. E dentro le orecchie. Fosse solo questo però… . Ma Nick ha imparato dal Sergìun. L’Abramo predecessore, of course. E quindi oltre a finanziare la kermesse di Lido, che ogni anno precipita nell’indice di gradimento della gente, pensa pure: “Calati iuncu ca passa la china”. Ovvero, per risolvere tutto basta scansarsi mentre passa il fiume in piena. Inoltre confidando nel fatto che l’ormai potente amico europarlamentare Mimmo Lucano lo agevolerà per un posto da deputato o senatore.
Ora si diverte Fiorita, ma quando pioveva forte dormiva
Non rideva e non si faceva fotografare Fiorita quando non c’erano… ricchi premi e cotillon. Mentre diluviava una notte tempestosa di inizio dicembre 2022, quando (allora in carica da una manciata di mesi) invece dormiva. Nel senso letterale e non figurato del termine, in quell’occasione. Eppure la città, soprattutto nell’area Sud, rischiava di… annegare. Ma lui, a differenza ad esempio dei consiglieri comunali Gianni Costa ed Eugenio Riccio (uno dei tanti offeso a morte con noi al punto da privarci della gioia dei suoi comunicati) che giravano per cercare di fare qualcosa, era per così dire defilato. Salvo dire il giorno dopo che il sistema di alert per la pioggia torrenziale della protezione civile regionale era difettoso. Null’altro da aggiungere. Solo il contrasto stridente.
Torniamo alla foto
Torniamo alla foto, si potrebbe dire: “Fiori’ pe mo rida ri’, ca poi ciangi martedì”. No piangere no. Sarebbe eccessivo. Sarà però infilzato da una serie di critiche. Quello sì. Perché al prossimo consiglio comunale non avrà quei Kommunisti, veri e presunti, della foto. Pronto a guardarlo devoti per quanto gli ha dato. A partire dall’assessore e dalla consigliera (quasi mai udita in Aula) ‘ripescati’; dall’impiegato di banca diplomato entrato in banca da impiegato e tale rimasto, ma collocato nella principale istituzione culturale della città.
Perché con Cambiavento prima il… merito. Se si occupasse di bonifici. Ma qui è tutto come il resto, da quando c’è Nick: inspiegabile. Non ci risulta invece abbia avuto benefici di sorta, almeno diretti, un nostro vecchio amico presente in foto. Cuoco per passione. E non per mestiere, almeno del passato, come un altro attuale consigliere fioritiano doc. Ma questa è un’altra storia al pari di quella della pubblicazione di questo pezzo alle ore piccole per evitare che qualche “collega” ci copi. Come sulla notizia di Monteverdi.
Data da noi alle 21 e copiata da altri alle 23. Sia ben chiaro, magari l’avevano da tempo. Assai prima di noi, però senza nullaosta del… capo (politico) a pubblicare. Ma nessuna sorpresa, perché se Catanzaro avesse giornalisti (oltre a noi, s’intende!) avrebbe anche politici… veri. E all’altezza.