Il caso, intricatissimo, Comune Catanzaro è stato risolto? Forse sì, finalmente, in quest’ennesima rovente estate 2024. È successo, quasi per caso, dopo aver cioè saputo quant’acqua consumerebbe un singolo catanzarese in un giorno (asseritamente 660 metri cubi). Fatto che ci ha tolto ogni dubbio. Sia chiaro: non lo ha svelato il sindaco in prima persona, bensì un autorevole giornale indipendente. Che lo stesso furbo Nick però non ha corretto, sperando al solito di farla franca. Il sindaco infatti è ‘tirocinante’ del forzista, e uomo di fiducia occhiutiano, Antonello Talerico perché in realtà è anche lui un berlusconiano di ferro. Uno secondo cui, così come per il Cav, basta ripetere una bugia tante volte per farla diventare realtà. Tipo, appunto, i consumi d’acqua, da sceicco Tamīm bin Ḥamad Āl Thānī, di ogni cittadino catanzarese. Oltretutto a luglio e agosto, in cui i catanzaresi sono in massima parte residenti nelle loro case vacanze del mare o della Sila. Come premesso pare però che i pochi rimasti, oltre a bere, lavarsi e pulire casa, usino l’acqua per lucidare circa una dozzina di limousine e annaffiare qualche ettaro di terra (di proprietà personale o familiare) adibito a coltivazioni.

“Cazzeggiamento” o “Cambia(v)mento”

Detto ciò, la sensazione insomma è che l’avventura di Fiorita sia iniziata con un determinante equivoco lessicale. Ovvero che mentre lui pronunciava con gli amici del suo Movimento il termine “cazzeggiamento”, all’insegna di cui si sarebbe dovuto caratterizzare  il percorso politico da intraprendere, i nostri ‘illuminati colleghi’ abbiano capito per metà “cambiamento” e per l’altra metà “Cambiavento”. Boom, frittata fatta! Impossibile pensare di rimediare a un simile pasticcio.

Nick come il povero Luis Silvio

Una sorte bizzarra per il Fiorita-sindaco, quindi. Un po’ come per il povero Luis Silvio Danuello, bomber mancato della Pistoiese di inizio anno Ottanta, che appena arrivato all’aeroporto di Fiumicino ipotecò per sempre il proprio destino in negativo. Era il 10 agosto 1980 e il mediocre calciatore carioca, visibilmente frastornato dal fuso orario e da una Mecca del Calcio qual era allora l’Italia, si trovava a Roma (innanzitutto a Fiumicino). Proveniente da Rio de Janeiro, viaggiando su un volo su cui manco a farlo a posta c’era pure una divinità del pallone quale Paulo Roberto Falcao diretto sulla sponda giallorossa della capitale, sì doveva sentire come dentro a un frullatore impazzito. Sta di fatto, per giunta, che un Falcao avaro di dichiarazioni con i cronisti presenti, spinse questi ultimi a strappare una… notiziola a Danuello. A cui chiedono di getto “Sei una punta?”. No! Era un’ala. E pure scarsa, ribadiamo, benché brasiliana. Solo che in portoghese ala si dice “ponta”. Cos’altro aggiungere, allora? Nulla. come per Nick che bacchetta i concittadini da lui amministrati per le migliaia di litri d’acqua consumati, a testa, in un giorno. Si scherza, eh… Nick! Ma, dicci per una volta la verità, era “cazzeggiamento” la tua parola fraintesa?

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