Siamo persino contenti di poter parlare del “Caso Catanzaro” in ogni sede, non solo quella… giornalistica dunque. E intanto lo facciamo nell’ennesimo pezzo immancabilmente dedicato a Nicola Fiorita, ma stavolta pure a Vincenzo Capellupo, Raffaele Serò, Antonio Barberio, Francesco Scarpino e Marco Polimeni. “Eroi dei nostri tempi”, ovvero di ciò che è diventata la politica nel Terzo Millennio. E di cosa esprime come specchio fedele della società. Ma attenzione: lo faremo con le parole pronunciate in Aula dai diretti interessati e registrate ai microfoni. Perché bisogna davvero accendere un faro su quanto sta succedendo in questa città dal 2022 a oggi. E non certo dopo tempi in cui le cose andassero diversamente. Ma se qualcuno anelava la svolta fioritiana, già dopo appena 3 settimane dalla sua incredibile vittoria (per il modo in cui è maturata) si è reso conto che trattavasi di una chimera. E ricordiamo che tra questi ‘illusi’ c’eravamo anche noi. Malgrado lo abbiamo in verità votato per venire incontro a una richiesta di consenso pervenutaci da Fabio Celia, anche in favore di Giusy Iemma in virtù della doppia preferenza di genere da cui i due erano per così dire elettoralmente legati, che ci obbligava per legge a preferire inoltre il loro candidato a sindaco. Fiorita, appunto.
Ma ecco cos’hanno detto in Aula i… Nostri tre giorni fa, iniziando da Fiorita e Capellupo. Alfieri di quella “sinistra-sinistra” che ha sempre esaltato l’immagine della città. O no? Vediamo un po’…
Ci ripetiamo. È necessario e per noi doveroso ‘illuminare’ i comportamenti in Aula, durante i consigli comunali, degli eletti dal popolo. A cominciare dal… più eletto di tutti: il sindaco, of course. Che, avantieri, quasi a conclusione di un civico consesso… fiume è intervenuto, parlando “coram populo” e al solito in modo stentoreo e messianico al suo amico e collega Sergio Costanzo.
“Io ti stimo – gli ha detto Nick – perché ti ho conosciuto molto tempo fa. Quando ti apprezzavo assai di più di ora. Avevi infatti costituito un Movimento e facevi politica in modo costruttivo, e per crescere, sempre proteso al bene della città. Cosa che invece non fai più. Considerato come, mentre vuoi dimostrare che noi siamo degli incapaci al governo di Catanzaro, rovini pure l’immagine della città. Ed è un danno che non si ripara”. Ma come non alzarsi in piedi e applaudirlo, allora, questo… degasperiano Fiorita? Solo che ci dovrebbe aiutare a essere meno confusi. Non era lui che esponeva in Aula gli striscioni sulla puzza del depuratore di Lido, insieme ai colleghi di opposizione dell’epoca, (leggi qui: www.irriverentemente.com/storia-catanzaro-vecchia-domanda-facile-a-talerico-cosa-faceva-il-centrosinistra-5-anni-fa-in-consiglio-e-tallini-nel-2006-opposizione-dura-ma-salva-immagine-citta-leggete/)? E non era lui che faceva i video dal porto, mostrando degrado e spazzatura che ‘(s)qualificavano’ il sito (anzi la strategica infrastruttura) secondo lui indegno di un capoluogo di regione?
E ancora: non era lui che spingeva l’inviso predecessore (sempre allo stesso Nick, intendiamo) Sergio Abramo (comunque rivalutato e ossequiato ex post al pari di Mimmo Tallini) addirittura ad abbandonare l’Aula proprio per non ascoltare le sferzanti critiche fioritiane? E se ricordiamo bene non si trattava certo di frasi o ‘iniziative promozionali’ della città, ma di giudizi assai peggio di quelli attuali di Costanzo. Però, ti preghiamo Fiorita, Illuminaci a riguardo!
Capellupo, il “fedelissimo tra i fedelissimi”, poteva non correre in soccorso del suo amato sindaco?
Se c’è uno scudiero, in senso tecnico e letterario, di Nick, quello è Vincent. Inteso come Capellupo. Che si è inventato (genio!) una formula degna di Amici Miei, lanciando una Supercazzola che persino il compianto e indimenticato Mario Monicelli avrebbe invidiato. Una formula oltretutto ripresa poi dai colleghi Scarpino e Serò. “Qui destra e sinistra non ci sono. Qui – ha spiegato Vincent – siamo tutti consiglieri della città”. Frase che noi, malgrado nella vita abbiamo studiato appena un pochino più del diretto interessato, da 48 ore non riusciamo ancora a capire. Cos’avrà voluto dire, insomma, il… Nostro? Forse che gli interessi di Catanzaro vengono prima di tutto. Se è così: certo, giusto!
Ma allora perché continuare con “ste” campagne elettorali così lunghe ed estenuanti? Non sarebbe meglio un bel listone unico da 7-800 candidati (ormai sono così tanti) e dal nome “Tutti uniti per Catanzaro” stile Superchampions? Solo che in… gara per appena una settimana. Niente partiti e liste civiche; niente leader nazionali; niente programmi di amministrazione della città; niente dibattiti e interviste e niente “ca@@i e mazzi” vari, dunque. Ma soltanto… “Uniti per Catanzaro”. E no, però. Caspita, pure con Capellupo siamo confusi. Perché prima di essere un fido alleato di Nick lo fu anche di Salvatore Scalzo. Sì, proprio l’enfant prodige della sinistra catanzarese. Che, insieme a un Capellupo pure allora consigliere comunale, si produceva in una strana Pubblicità Progresso del capoluogo voluta proprio dalla sua parte politica. Di cui eccovi uno stralcio, tratto nientemeno da Corriere.it, a proposito del libro di Federico Fubini “Noi siamo la rivoluzione”, nel quale il capitolo finale riguardava Catanzaro. Così descritta: “Città depressa che è divenuta la capitale italiana dei call center (nel frattempo tutti o quasi in crisi, peraltro, ndr), e racconta il tentativo del giovane Scalzo di rimettere in movimento un contesto immobile e incancrenito con la sua candidatura a sindaco.
E lo stralcio è di un articolo dall’eloquente titolo “Catanzaro come Bangalore, la capitale dei call center”. Che in quanto a tutela dell’immagine della città e sua promozione nel mondo – per un consigliere, Vincent, e una parte politica, sempre la sinistra – è stata davvero ineccepibile. Non trovate?
Raffaele Serò, poesia (politica) pura!
Lo abbiamo esclamato e lo ripetiamo: “Raffaele Serò, grazie di esistere. Davvero!”. Perché dopo la perla del racconto “sull’assessore con la (sua) pala”, detto dal… Nostro per magnificare le doti di Pasquale Squillace. Ottimo prima, durante e dopo, l’emergenza meteo e la conseguente non potabilità dell’acqua per circa 2 settimane in mezza città. Ed esaltato da Serò con uno stile così manieroso, che ci ha ricordato molto da vicino quello di Rosario Mancuso, si è anche profuso in un’altra… spettacolare affermazione. Ma questa, a differenza di quella sull’attivissimo Squillace, falsa come una banconota da 6 euro. Una roba veramente ai limiti dell’inaccettabile. Che pure nessuno in Aula si è incaricato di smentire. Comunque sia, “io – ha sostenuto l’istrionico Raf – sono in maggioranza in virtù del mandato popolare. Conferitomi dagli elettori, che mi hanno votato per stare dove sono”. Ma una simile fesseria era veramente da decenni, almeno a nostra memoria, che non si ascoltava al De Nobili.
Perché? Semplice: Serò è stato eletto nel 2022 al primo turno in uno schieramento, a sostegno di Antonello Talerico sindaco, i cui ispiratori erano il citato Tallini e Claudio Parente. Di cui forse tutto si potrebbe dire tranne che siano “Kommunisti”. E che hanno costituito una sorta di terzo polo, essendo (in particolare il primo dei due per la verità) asseritamente in rotta con una Forza Italia calabrese allora guidata da Giuseppe Mangialavori. Ergo Serò, insieme a Talerico che solo al ballottaggio si è come ovvio apparentato con Nick, è stato mandato nel civico consesso all’esito del “round iniziale” del 12 giugno con lo stesso Talerico, Giulia Procopi e Antonio Barberio, da cittadini assai verosimilmente di centrodestra se non addirittura di destra. E basta. Mentre era oltretutto in corsa con un aspirante sindaco contro gli altri in lizza, tra cui in primis Fiorita, naturalmente!
Ma quest’ultimo è un aspetto fondamentale che, come premesso, riguarda anche il simpatico Barberio. Il quale presentatori in Aula mercoledì con un look molto sportivo (secondo noi inadeguato per il contesto, se in Italia e a Catanzaro ancora si può scrivere) ha richiamato alle… magnifiche sorti e progressive della sinistra pur da eletto con la destra. Forse perché richiamato dalle sirene del “suo vecchio Pd” in un’operazione concertata dall’amica (sua) Iemma (leggi qui: www.irriverentemente.com/catanzaro-tutto-cio-che-ce-da-sapere-sul-pd-chi-va-e-chi-viene-le-scelte-di-celia-e-le-manovre-di-iemma-in-vista-dei-congressi-e-tanto-altro). Ma, infine ecco la frase di Serò, legittima per carità, tuttavia emblema della decadenza della politica contemporanea: “Io non so cosa farò nel mio futuro. Al momento opportuno deciderò dove andare”. Un… manifesto della morte dei partiti e del tramonto delle ideologie, in cui singoli candidati gestiscono il loro… tesoretto di voti, facendolo pesare dove e come gli pare!
Scarpino… non come Capellupo e Serò, ma su quella falsariga lì
Eccolo un altro “consigliere della città”: Scarpino. Eletto 2 anni fa pure lui con la destra (seppur occasionalmente capeggiata da un orgoglioso comunista in… libera uscita: Valerio Donato), si è ora opportunisticamente collocato dalla parte opposta. Ma resta un esponente della destra locale che, anche e soprattutto, in passato (in cui aveva già fatto una… comparsata nell’assise del De Nobili) ha denunciato le sue inequivocabili simpatie politiche.
Senza contare che, ancora oggi si professa un grande estimatore di Tallini. Che non è certo un peccato, sia chiaro! Ma che non ci facciamo capaci di come possa essere una posizione vagamente conciliabile con l’idea e il progetto di amministrazione varati da Fiorita, anche a distanza di alcuni anni. Ripetiamo, però, non esiste in realtà alcun “consigliere della città” (una delle più grandi Supercazzole, come fosse Antani, di tutti i tempi).
Esistono semmai invece Signori delle Preferenze (bravi e capaci loro) che spostano i pacchetti di voti ottenuti di qua e di là a seconda delle contingenze, e delle convenienze, personali ed elettorali del momento. Tant’è vero che al tramonto dell’esperienza fioritiana, quando cioè quasi di sicuro non ci sarà più un sindaco di sinistra a cui chiedere, al 99.9% Scarpino (ri)tornerà alla casa madre. La quale, in virtù dei voti che il suo caro Francesco le porterà in dote, non solo se lo riprenderà ma anche a braccia aperte. Anzi, spalancate!
Ma solo la sinistra, e chi appoggia Fiorita, sono “colpevoli” secondo noi? Giammai. Falso! Pensate a Polimeni e capirete che il problema è bipartisan
Se volessimo rivangare il passato, ci richiameremmo al Polimeni che doveva dimettersi da consigliere in caso di successo di Nick al ballottaggio, dopo la vittoria delle liste donatiane arrivate oltre il 50% (più uno) dei voti validamente espressi al primo turno. Ma ormai è come ovvio acqua passata! Il presente e il futuro, però, ci annunciano questo: il buon Marco dice cose, per giunta con una certa enfasi proprio come successo in Consiglio mercoledì, che tutti sanno essere ca@@ate! E ci spieghiamo meglio, oltretutto per non prestare il fianco a chi potrebbe essere tentato di intimidirci o imbavagliarci per via giudiziaria (non certo Polimeni, tuttavia, che sotto tale profilo ha un ben diverso approccio con la vera libera stampa).
Il termine, non certo gradevole, va qui dunque così… tradotto: “Cose che mai si verificheranno!”. Tipo le sue dimissioni in caso di successo fioritiano, appunto! Tra cui rientrano i reiterati ultimatum di Marco (peraltro dirigente forzista) a colleghi come Scarpino che ora appoggiano Fiorita. I quali appunto per questo sostegno in linea teorica, ma molto molto teorica, rischierebbero in futuro di trovare le porte chiuse in Fi e più in generale nel centrodestra. No, caro Marco! Non accadrà (mai) e tu lo sai perfettamente. Perché ad esempio in caso di tua candidatura alle Regionali o di Filippo Mancuso a sindaco, i voti di Scarpino o altri consiglieri vostri… amici vi faranno così gola che questi ultimi si ritroveranno una carrozza sotto casa condotta da voi stessi in persona: stile camper di StranAmore del povero Alberto Castagna per chi ancora se lo ricorda.
Altro che ostracismo della destra, allora. Quello poteva permetterselo solo un certo Silvio Berlusconi. Che dal 2019 in poi sbarrò la strada ad Abramo e al suo tentativo di riproporsi per l’ambitissima carica di governatore. Come oltretutto da noi più volte scritto ai tempi di Calabria7, malgrado pressioni di ogni genere non però del diretto interessato, affinché sostenessimo il contrario). Una seconda chance per il… Sergiun, sempre in nome e per conto di Fi, dopo la cocente sconfitta subita nel 2005 ad opera di Agazio Loiero. Un niet arrivato perché l’ex primo cittadino non aveva mostrato, almeno a giudizio del Cav, una ferrea lealtà nei confronti del partito azzurro nel corso degli anni.