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Riceviamo e pubblichiamo

Ora l’opera è stata completata. Fino a due anni fa chi voleva studiare medicina in Calabria doveva per forza iscriversi a Catanzaro. Da oggi potrà farlo anche a Cosenza e a Crotone. A Reggio Calabria aumenta la spinta per avere anche in riva allo Stretto una facoltà di medicina. E’ di pochi giorni fa la notizia della delibera all’unanimità del Consiglio Comunale reggino che ha ufficializzato la richiesta. Non vedo perché, a questo punto, anche Vibo Valentia non possa avere una sua facoltà di medicina.

In Calabria avremo quindi ben quattro facoltà di medicina per una popolazione di meno di due milioni di abitanti. Con questo rapporto, la Campania, che ha sei milioni di abitanti, dovrebbe averne dodici.

Non sono così ingenuo da pensare che l’UMG di Catanzaro abbia assistito inerme a questo spacchettamento della facoltà di medicina che mi ricorda tanto la tripartizione della Provincia. Se non è stata vittima di questo piano diabolico, vuol dire che la nostra università è stata complice.

Ora mi chiedo: cosa ha ottenuto l’UMG in cambio della sua “generosità”, dall’avere cioè ceduto al migliore offerente il suo gioiello più pregiato? Nulla, credo. L’operazione sarebbe stata comprensibile se, parallelamente, si fossero aperti a Catanzaro corsi di laurea in ingegneria o in architettura, ma così non è stato. Unical si tiene ben stretta la sua facoltà di ingegneria.

Finiamola di chiederci perché Unical è la prima università italiana secondo il Censis e l’UMG l’ultima. Il rettore Cuda dovrebbe, invece di trovare deboli scuse come il fatto che la facoltà di Crotone dipenderà amministrativamente da Catanzaro, spiegare alla Città perché il primato della nostra facoltà di medicina è stato disintegrato nel giro di qualche anno.

Solita solfa autonomia

Tardiva, superflua, fuorviante e che sa tanto di presa in giro ai cittadini calabresi. Solo così può essere definita la richiesta del presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso ai tre rettori degli Atenei calabresi perché attivino i dipartimenti universitari per un’analisi sulle ricadute dell’autonomia differenziata in Calabria.

È tardiva perché arriva ben oltre l’approvazione della legge in Parlamento: ogni analisi sulle riforme dovrebbe arrivare molto prima della loro definitiva approvazione. È superflua, perché sono già decine gli studi e i testi scritti da economisti e docenti che sottolineano l’iniquità della riforma, tra questi proprio il volume del docente Umg Vittorio Daniele, scritto assieme al collega dell’Università della Basilicata Carmelo Petraglia, edito, peraltro, da un’importante azienda calabrese: Mancuso può già leggere il loro libro.

È fuorviante ed è una presa in giro perché è evidentemente un tentativo goffo e pittoresco di prendere tempo e scaricare sui docenti calabresi la responsabilità di una decisione politica che la più alta carica del Consiglio regionale calabrese non ha il coraggio di assumersi. Appare chiaro come Mancuso voglia sfruttare i docenti calabresi per giustificare una sua giravolta completa sulla riforma che fino a poche settimane fa difendeva strenuamente.

Insomma, nella migliore delle ipotesi, la curiosa richiesta del presidente del Consiglio regionale Mancuso manifesta una totale inconsapevolezza degli effetti nefasti della più importante e grave riforma a danno dei calabresi e del Mezzogiorno di tutta la storia repubblicana, nonostante di autonomia differenziata si dibatta da anni e il suo partito, la Lega (Nord), ne sia l’ispiratore.

Il presidente Mancuso, anziché perdere altro prezioso tempo, convochi immediatamente una seduta di Consiglio regionale ad hoc sull’autonomia differenziata, come la stragrande maggioranza dei cittadini chiede, così saranno finalmente chiare e ufficiali le posizioni del centrodestra calabrese che finora non ha mosso un dito per contrastare la peggior riforma mai pensata.

Solita inutile solfa autonomia 2

“Esprimo grande soddisfazione per la costituzione dell’intergruppo, composto dai consiglieri comunali del PD e del PSI, contro la legge sull’autonomia differenziata. Rappresenta la dimostrazione concreta di un modo di intendere la politica che necessita, sui grandi temi, di distinguersi nel segno dell’unità e della condivisione. Dalla città di Catanzaro arriva, dunque, un chiaro segnale rivolto a tutti gli amministratori,  affinché si comprendano bene i rischi per le comunità locali derivanti dalla scellerata legge Calderoli.
E’ anche un messaggio politico che si traduce in uno stimolo a produrre uno sforzo ulteriore, e ancor più generoso, al fine di rimettere al centro l’interesse generale su temi da cui deve emergere una chiara ed inconfutabile visione politica. Un’iniziativa, quella dell’intergruppo contro l’autonomia differenziata, che mira a far sentire in maniera ancora più forte la voce dell’Assemblea civica di Catanzaro nei confronti dei vertici politici della Regione Calabria, affinché si discuta al più presto, in Consiglio regionale, della proposta avanzata dal Pd e dagli altri gruppi di opposizione a sostegno del referendum abrogativo.
Valorizzare ciò che unisce, abbandonare estremismi e faziosità, allargare gli orizzonti dell’impegno politico ed istituzionale: è questa la bussola che deve guidare la rotta politica nel Paese, nel Mezzogiorno, in Calabria ed anche a Catanzaro. E’ il segno delle sfide che incombono e che vedranno, ne sono certa, il PD di Elly Schlein protagonista e sicuro interprete dei bisogni della società”.  

Importante appello 4. Commissione su Ps Pugliese

La 4^ Commissione consiliare “Tutela della Salute pubblica” del Comune di Catanzaro, su input della consigliera Manuela Costanzo e alla luce delle recenti dichiarazioni del presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, ha espresso profonda preoccupazione delle croniche criticità afferenti alla Struttura Operativa Complessa (S.O.C) di Medicina d’urgenza e accettazione dell’ospedale Pugliese.
In particolare, la Commissione presieduta da Francesco Scarpino, ha sottolineato che appare difficile comprendere il motivo per cui, nonostante un concorso regionale sia stato espletato nel mese di gennaio 2024 e sia stata pubblicata una graduatoria, ad oggi, in piena stagione estiva e considerando ferie, permessi e malattie del personale, la situazione del personale risulti ancora più carente. “Questa carenza rischia di compromettere gravemente l’efficacia e l’efficienza del pronto soccorso del nosocomio catanzarese, con conseguenze potenzialmente drammatiche per la salute pubblica. Dunque, quali misure programmatiche sono state realizzate per garantire un adeguato funzionamento dell’HUB di secondo livello? Se l’unico tentativo è stato quello, non riuscito, di inviare alcuni specializzandi, quali saranno le successive azioni che l’azienda intende mettere in campo per scongiurare il rischio del collasso del pronto soccorso?
La commissione auspica una soluzione non differibile e da attuarsi nei tempi più brevi possibili. “È imperativo che le istituzioni sanitarie locali e regionali adottino misure urgenti e concrete per risolvere questa crisi, garantendo così la sicurezza e il benessere dei cittadini di Catanzaro”.
Erano presenti i consiglieri comunali: Antonio Barberio, Gregorio Buccolieri, Alberto Carpino, Igea Caviano, Lea Concolino, Manuela Costanzo, Alessandra Lobello, Rosario Lostumbo, Rosario Mancuso, Francesco Scarpino, Danilo Sergi, Stefano Veraldi, Annachiara Verrengia.

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