Riceviamo e pubblichiamo
A Catanzaro, la “Lega Salvini Premier” sembra aver smarrito persino il senso del ridicolo. Dimostra di disconoscere le finalità dei fondi utilizzati per finanziare il Festival degli Aquiloni e vaneggia addirittura un loro presunto uso improprio.
Ma si può essere così miopi, fino a sconfinare nella mala fede, pur di gettare discredito sugli avversari? Evidentemente, nel caso dei leghisti, sì.
Con una nota a dir poco bislacca, la “Lega Salvini Premier” chiede le dimissioni dell’assessore Belcaro, perché avrebbe osato trattare il tema del bullismo con una manifestazione “frivola”.
Ebbene, informo i leghisti nostrani che il progetto del festival rientra nelle azioni di contrasto al bullismo esattamente richieste dalle finalità della misura finanziaria utilizzata.
Non si spiegherebbero altrimenti la condivisione e l’apprezzamento esplicito, manifestati da Istituzioni diverse dal Comune e titolari di funzioni precise sul contrasto al fenomeno.
Istituzioni che, ovviamente, hanno ben compreso che il festival restituisce il senso vero del contrasto al disagio sociale declinato attraverso l’inclusione e non solo la repressione più spinta.
Dovremmo essere tutti d’accordo sulla importanza del coinvolgimento di bambini e ragazzi in attività di gioco e di riflessione così costruiti. Il fondo Giustizia da cui sono state attinte le risorse per finanziare il progetto, va proprio in questa direzione.
Ebbene, proprio sui temi del malessere e del disagio giovanile, ciclicamente anche i leghisti lanciano allarmi, che tuttavia non possono che tradursi in sterili invettive, demagogiche e prive di contenuto.
Invettive che l’opinione pubblica puntualmente boccia e lo fa con ancor più clamorosamente quando le iniziative che disturbano i seguaci di Salvini coinvolgono gioiosamente, come in questo caso, i più piccoli e tutti quelli che più di altri hanno bisogno di attenzione e cura.
Aquiloni 2
“Per il terzo anno di fila il Festival degli Aquiloni si è confermata un’intuizione vincente dell’amministrazione comunale per Catanzaro.
Che può fare delle sue risorse naturali – il vento, il mare, la spiaggia – una straordinaria attrattiva per promuovere divertimento e inclusione.
Già nella prima giornata di sabato, tantissima gente si è riversata sul litorale di Giovino per ammirare i grandi aquiloni gonfiabili che hanno colorato il cielo creando una bellissima cartolina.
Naturalmente è stata un’occasione speciale per centinaia di bambine e bambini che, grazie ai laboratori pensati per loro, hanno potuto costruire i loro aquiloni per poi farli volare.
Un momento particolare per far riscoprire la magia del gioco, della manualità e dello stare insieme che, di questi tempi, non è per niente scontata.
Alla fine della due giorni, la stima sarà quella di circa mille aquiloni realizzati dai ragazzi e, considerando le famiglie al seguito, i numeri confermano la crescita esponenziale di un evento che ha incontrato grande partecipazione e apprezzamenti.
Un’opportunità anche dal punto di vista turistico e per le attività di Giovino, grazie ai nuovi aquiloni illuminati che hanno fatto vivere la spiaggia anche di sera.
Una scommessa riuscita, dunque, su cui continuare a puntare guardando alla crescita del format in tutti i suoi contenuti educativi, sociali e di intrattenimento.
Che possono davvero far diventare gli aquiloni di Catanzaro un modello positivo in chiave regionale e nazionale”.
Aquiloni 3
Si dice che la bellezza sia negli occhi di chi guarda.
Ma negli occhi di chi guarda si possono trovare anche la gioia di stare insieme e fare comunità.
È stato difficile non emozionarsi di fronte ai tanti bambini, ai giovani, alle famiglie, che ieri hanno popolato la spiaggia di località Giovino nel primo dei due giorni di Festival degli Aquiloni.
Una manifestazione organizzata per fare, appunto, comunità.
Quella comunità che, declinata in tutte le sue forme possibili, festa compresa, è il migliore antidoto al disagio e ai problemi che possono derivarne.
Ci ha visto giusto l’assessore Belcaro, quando tre anni fa, insieme con il sindaco Fiorita, ha voluto portare il festival a Catanzaro, intuendo che non solo la città avrebbe ammirato uno spettacolo che non si era mai visto in precedenza ma che sarebbe stato anche un momento di straordinaria comunione tra grandi e piccini.
Niente di sconvolgente, ma di sicuro funzionale a ritrovare unità sociale nella condivisione, che è quello di cui la nostra città ha realmente bisogno per guardare con serenità all’oggi come al futuro.
Non è un caso se, nell’ambito della necessaria collaborazione tra Istituzioni locali e nazionali sui temi del disagio sociale e della marginalità, queste ultime abbiano condiviso l’idea del festival ritenendo legittimo l’uso delle risorse statali per la sua realizzazione.
Ecco perché oggi appaiono del tutto irricevibili e infondate le critiche di chi, come la “Lega Salvini Premier”, definisce il festival una “festicciola organizzata dalla giunta Fiorita”, una “frivolezza”.
Servirebbe un po’ di sano pudore politico, prima di avventurarsi in certe affermazioni giustamente stigmatizzate dalla maggioranza dei cittadini.
Chi strumentalizza un momento palesemente apprezzato ai diversi livelli istituzionali, partecipato dalla gente, condiviso e inclusivo, non fa il bene della città.
Dimostra solo di volere egoisticamente il vuoto, di sposare quel “tanto peggio, tanto meglio” che speravamo archiviato per sempre ma che a Catanzaro, evidentemente, per qualcuno così ancora non è.
Fondi per il Sud
I fondi europei per il Sud? Meglio usarne una parte cospicua per comprare armi o costruire opere a esse funzionali.
Tutto questo, nel silenzio e nell’indifferenza della politica che, il Sud, dovrebbe invece difenderlo.
Il commissario europeo, il pugliese Fitto, sottoscrive; il governo nazionale le sue componenti meridionali tacciono; il governo regionale tace.
Tutti insieme, appassionatamente, con buona pace dei bilanci comunali ridotti all’osso dai tagli, della necessità di manutenzione e ristrutturazione di scuole e ospedali, delle politiche del lavoro inesistenti, dei nostri paesi.
Che si spopolano perché qualcuno ha deciso di pianificare la loro morte lenta.
A Bruxelles hanno stabilito così, perché il Sud e la Calabria non hanno difensori in grado di alzare la voce con forza, come dovrebbero. Anzi, dal Sud e dalla Calabria solo complicità, come è sempre accaduto nella storia recente.
Il divario con le aree più forti del Paese da colmare? Argomento buono solo per fare un po’ di propaganda in comizi e convegni.
Ma quando c’è da prendere decisioni concrete, che produrranno conseguenze vere sui territori, i demagoghi si squagliano come neve al sole.
E gli uccelli di rapina fanno razzia delle risorse con cui si dovrebbe dare risposte ai bisogni reali dei territori stessi.
Il Sud e la Calabria perderanno miliardi di euro e come denunciamo da mesi, ci resteranno solo le briciole.
E al danno si aggiungerà la beffa: se realizzi opere pubbliche funzionali e strategiche anche per la difesa, quelle opere diventeranno inevitabilmente bersagli eventualmente da colpire.
Forse è proprio così che i nemici del Sud e i loro complici locali hanno deciso di risolvere l’annoso problema del divario con il Nord: eliminando in radice la parte debole del problema.