Riceviamo e pubblichiamo
La sanità a Catanzaro? Pronto soccorso che sembra un inferno e case di comunità fantasma. Non lo dice Tele Kabul ma il berlusconiano di ferro, Mario Giordano, su Rete 4. Consiglio quindi agli avvocati difensori del presidente e commissario Occhiuto, che vaneggiano su una presunta svolta epocale della sanità nel Capoluogo, ad andarsi a rivedere l’agghiacciante servizio andato in onda nella trasmissione “Fuori dal coro”, intitolato “Ladri di salute”.
Un servizio shock, che colpisce i cittadini e conferma l’offesa quotidiana che subiscono le professionalità del comparto, costrette a lavorare in condizioni di grave disagio.
L’inviata di Mario Giordano – giornalista più berlusconiano di Berlusconi – ci riporta un’immagine drammatica del nostro pronto soccorso e apre uno scenario inquietante sulle due case di comunità che dovevano essere aperte a viale Crotone e all’Umberto I.
Queste ultime, finanziate con oltre tre milioni di euro con il Pnrr, sono strutture fondamentali per la cosiddetta medicina territoriale. Ebbene, mentre all’Umberto I ci si è limitati a una passata di vernice (appena l’1% del finanziamenti spesi), a viale Crotone la sede che doveva ospitarla è una specie di discarica di materiali pericolosi e nemmeno si vede l’ombra di un cantiere (soldi spesi, zero).
Il commissario dell’Asp di Catanzaro, Battistini, nominato dal presidente Occhiuto, era imbarazzato davanti alle telecamere e si è limitato ad ammettere che si è in ritardo di… soli due anni.
Una vergogna che si aggiunge allo scippo dei finanziamenti per il nuovo ospedale, allo scippo della facoltà di medicina, allo scippo della cardiochirurgia.
Ora non ci si dica che la malasanità targata Occhiuto è un’invenzione della sinistra brutta e cattiva.
Lo dice un giornalista come Mario Giordano, fedelissimo del Cavaliere, su una rete berlusconiana e che dovrebbe essere dunque vicina al forzista Occhiuto.
Attendiamo difese a spada tratta da parte degli “avvocati” catanzaresi del presidente e commissario e magari anche un attacco alla famiglia Berlusconi.
Medicina a Reggio
“Apprendiamo dalla stampa che si è riunito un tavolo tecnico per l’istituzione del Corso di laurea in medicina e chirurgia a Reggio Calabria.
Una proposta che si paventava da tempo e che ora inizia ad assumere una forma più concreta che porterà ad un risultato incredibile: dopo Cosenza e Crotone, un’altra facoltà anche nella città dello Stretto.
Che dire, con il pretesto di ampliare l’offerta formativa in tutte le città, il presidente della Regione, con le sue diramazioni politiche in ogni territorio, sta realizzando fino in fondo un disegno che, di riflesso, continuerà a generare squilibri solo a danno di Catanzaro.
Il Capoluogo di Regione ha dato vita alla prima facoltà di medicina e, nel giro di pochi anni, si è ridotto a ruolo di succursale davanti alla velocissima avanzata degli altri atenei con la complicità politica di chi dovrebbe garantire una regia omogenea e tutelare le prerogative di ciascuna realtà.
Quello che si consumerà a Reggio Calabria pare ricalcare la stessa strada già percorsa dall’Unical, davanti al silenzio che, a questo punto, si potrebbe considerare “complice” da parte dell’Università Magna Graecia. Leggo che, tra l’altro, il rettore Cuda ha partecipato in remoto anche al tavolo tecnico di Reggio Calabria: vorremmo sapere quale è il suo pensiero al riguardo, in che modo si articola il suo contributo in questo progetto che presuppone una forma di collaborazione da parte dell’Umg.
Gli interessi della comunità accademica che ha sede a Catanzaro coincidono con quelli di tutta la città? La classe politica catanzarese, specie quella vicina al Governatore della Calabria, che cosa dice al riguardo? Si dovrebbe remare tutti insieme in difesa del Capoluogo, ma l’impressione è che nella sanità, nella gestione dei fondi, nei lavori pubblici e anche nell’Università ci sia un unico filo conduttore: indebolire il ruolo e le funzioni di Catanzaro attraverso strategie sotterranee che, alla fine, vengono sempre a galla quando è troppo tardi”.