Riceviamo e pubblichiamo

“Sulla strada di Giovino nessun arcano da risolvere ne tanto meno sperpero di denaro. É andata semplicemente così: nel progetto originario era prevista solo la realizzazione del nastro stradale, vista l’esigua somma a disposizione, ma l’Amministrazione in corso d’opera, recuperate altre economie, ha deciso di fare anche di più prevedendo la sistemazione e delimitazione di uno spazio parcheggi recependo, in tal senso, una serie di richieste pervenute da cittadini ed operatori. 

Per poter consentire questo ulteriore passaggio, si sono tenute delle conferenze dei servizi che, con i relativi pareri, hanno dato il via libera all’intervento. Si tratta quindi di un investimento aggiuntivo che l’Amministrazione ha voluto garantire, per rendere maggiormente fruibile e accessibile un’area spesso oggetto di parcheggi selvaggi e disordine durante il periodo estivo, venendo così incontro ai bisogni degli utenti. 

Se il consigliere Riccio avesse letto meglio il contenuto della determina, senza limitarsi al solo titolo con il fine di strumentalizzare singoli termini tecnici, o ancora se avesse interloquito direttamente con gli uffici, come fa quando vuole, avrebbe trovato risposte ai suoi dubbi senza fare brutte figure. La rincorsa continua allo scoop spesso finisce per ritorcersi contro.

Alla gente interessa che le opere vengano fatte bene, perciò i progetti si declinano nella direzione dell’interesse collettivo, come nel caso della strada di Giovino che per la stagione estiva sarà utilizzabile.

Ultima precisazione: quel pezzo di strada di Giovino è in quelle condizioni da sempre e Riccio fa il consigliere comunale, con delega assoluta sul quartiere marinaro e sui lavori pubblici, trasversalmente da circa 20 anni ma non risulta a nessuno che si sia mai speso per questa opera, forse perché non era di suo interesse politico a differenza probabilmente di altre.

Ora, da bravo rosicone, decida di amare la nostra Catanzaro, si rassegni ai suoi fallimenti e ringrazi chi sta facendo, in quasi 3 anni, quello che lui non ha fatto in 20″.

Nuvola

«I rumori, i segni, i tratti, le parole. Il fumetto è un linguaggio potente, spesso sottovalutato, ma capace di arrivare ovunque: ai giovani, certo, ma anche attraverso le classi sociali, oltre le barriere culturali.

È uno strumento di comunicazione interclassista, inclusivo, capace di veicolare idee, storie e visioni del mondo».

Lo ha affermato il sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita, intervenendo in occasione dell’iniziativa dedicata alla promozione del fumetto come forma espressiva e come mezzo di rappresentazione della realtà alla presenza del questore Linares.

«Crediamo molto in questa forma di comunicazione – ha sottolineato Fiorita – e insieme agli organizzatori abbiamo scelto, già da un anno, di avviare un percorso strutturato per valorizzare il fumetto come leva culturale per la crescita della città.

È un processo che coinvolge le nuove generazioni e che può aprire strade nuove anche per raccontare i luoghi. Tex Willer, certo, ci parlava di giustizia, ma oggi i fumetti possono raccontare anche la Calabria in una chiave diversa, più autentica, più coraggiosa».
Fiorita ha poi rivolto un appello collettivo alla responsabilità della narrazione: «Chi ha il compito di raccontare questa terra? Ai giornalisti spetta una parte fondamentale, ma anche ai cittadini, ai creativi, ai giovani. Perché scegliere di raccontare il positivo, oggi, è un atto rivoluzionario. È molto più semplice ottenere attenzione con lo scandalo o con la rappresentazione del disagio. Ma raccontare la quotidianità virtuosa, le piccole vittorie, la buona amministrazione, richiede uno sguardo più profondo e più onesto».

«Noi, come istituzioni – ha concluso – abbiamo il dovere di lavorare in modo trasparente, lontano da logiche clientelari e da salotti chiusi. Dimostrare che si può amministrare in Calabria con onestà, ascoltando i cittadini e rispondendo ai loro bisogni, è il nostro compito quotidiano. Ma a chi tocca raccontare questa Calabria che funziona, questa Catanzaro che cresce? A tutti noi. Anche attraverso il fumetto, serve una presa di responsabilità collettiva. Grazie a chi ha scelto di mettersi in gioco, con creatività e impegno».

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