Riceviamo e pubblichiamo. Foto Archivio

Nella mia qualità di presidente del Consiglio comunale, l’Assemblea in cui siedono i rappresentanti dell’intera cittadinanza catanzarese, sento il dovere di intervenire per sgombrare il campo dall’idea, inaccettabile in democrazia, secondo cui solo chi è ricco può fare politica; solo coloro che sono abbienti possono sedere in aula senza doversi vergognare; o magari coloro che percepiscono già una lauta indennità in altri Enti e fanno finta di avere rinunciato a quella prevista al Comune.

L’idea è inaccettabile, perché evidentemente frutto della filosofia aristocratica di chi, ogni giorno, getta discredito, per non dire fango, sui consiglieri comunali liberamente eletti dai cittadini, accusandoli di non volere perdere l’indennità prevista dalla legge.

A chi sta tentando di condizionare la vita democratica dell’Istituzione, forse perché sogna un Consiglio comunale come una Camera dei lord, è appena il caso di rammentare che proprio la legge, assegnando un’indennità ai consiglieri, consente a tutti, ma proprio a tutti, di esercitare liberamente il diritto dell’elettorato passivo.

I consiglieri che vengono quotidianamente dileggiati si sono guadagnati con il voto libero l’onore e l’onere di rappresentare i cittadini e ogni giorno sono presenti e lavorano nelle commissioni e in ogni altra attività legata alla loro rappresentatività.

Lo fanno non in virtù di un titolo di studio o di una condizione economica quale che sia. Lo fanno perché sono i rappresentanti del popolo e che il popolo si è scelto.

Si smetta una volta per tutte, dunque, di additare i consiglieri comunali come degli straccioni o degli approfittatori, perché le offese nei loro confronti offendono l’Istituzione in quanto tale.

E questo non può essere tollerato. Ogni consigliere assume in piena autonomia le proprie determinazioni; demagogia e populismo come metro di misura del suo lavoro sono gli strumenti di una politica priva persino del rispetto verso se stessa.

Il diritto all’indennità di sindaco, assessori e consiglieri è stabilita dalla legge dello Stato e  nessuno si è inventato niente.

La percepiscono gli attuali amministratori, l’ha percepita chi in passato ha ricoperto quelle cariche, la percepirà chi le ricoprirà in futuro. Quel diritto, la sua messa in discussione, non possono diventare strumento di lotta politica.

Contributo mostra Cefaly

La Città di Catanzaro è presente alla prestigiosa esposizione nazionale “Rileggere il Risorgimento. Torino / Italia: 1884-2024”, curata da Alessandro Bollo, Silvia Cavicchioli e Daniela Orta, con il prestito del dipinto che ritrae il sindaco Carlo Sanseverino.

Quest’opera, realizzata nel 1885 dal maestro Andrea Cefaly, pittore soldato, patriota del Risorgimento e uno dei più significativi artisti calabresi dell’Ottocento, rappresenta il barone Carlo Sanseverino, sindaco di Catanzaro nel biennio 1885-1886, deputato moderato al parlamento nazionale e poi senatore del Regno. Il dipinto, di consueto esposto nella galleria dei sindaci nella Sala Concerti di Palazzo De Nobili, rappresenta l’impegno delle generazioni del Risorgimento sulla scena politica nazionale e nelle istituzioni, centrali e locali, dell’Italia unita.

L’importante mostra, inaugurata a ottobre, che ha riscosso il consenso del pubblico e della comunità scientifica, è stata programmata in occasione dei 140 anni dall’Esposizione Generale Italiana del 1884 di Torino, e nella quale lo stesso Cefaly aveva esposto quando era ancora in vita. L’esposizione, allestita nella prestigiosa sede di Palazzo Carignano e del primo parlamento italiano, raccoglie materiali provenienti da alcuni dei più importanti musei del nostro Paese, da Udine a Caprera, da Brescia a Pisa, da Milano a Napoli e Palermo. Tra i tanti cimeli esposti anche oggetti molto rappresentativi tra i quali gli inconfondibili occhiali di Cavour, la sella di Garibaldi, lo scialle di Cattaneo e la chitarra di Mazzini. La mostra sarà visitabile ancora fino al 16 febbraio.

La partecipazione del Comune di Catanzaro è stata curata dall’Ufficio di Gabinetto del Sindaco, con l’intento di testimoniare il legame della città alla memoria storica del Risorgimento, che caratterizza così tanto il centro cittadino, dalla caserma Pepe a piazza Stocco e Corso Mazzini, fino a Villa Margherita e allo stesso palazzo comunale.

L’opera di Andrea Cefaly selezionata, oltre a onorare le figure di Sanseverino e dell’artista, incarna lo spirito del Risorgimento calabrese, intrecciando le biografie di due uomini di diversi schieramenti politici accomunati dalla fede nel progetto unitario. Il dipinto è simbolo di una stagione storica cruciale, per quanto anche contraddittoria e travagliata, e di un impegno condiviso per la costruzione dell’Italia moderna e unita.

Il sindaco, Nicola Fiorita, ha espresso gratitudine agli organizzatori della mostra per aver incluso l’opera proveniente da Palazzo De Nobili nel percorso espositivo, offrendo a Catanzaro l’opportunità di contribuire a un progetto di portata nazionale e di valorizzare il patrimonio culturale dei catanzaresi, all’interno di una narrazione collettiva, in un momento storico in cui è particolarmente importante lavorare sulla coesione sociale e territoriale nel nostro Paese.

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