Riceviamo e pubblichiamo
Fin dall’inizio di questa vicenda giudiziaria, abbiamo creduto nell’innocenza di Maysoon Majidi, l’attivista curda ingiustamente accusata di essere una scafista. E abbiamo voluto ribadirlo pubblicamente, organizzando nei mesi scorsi un’iniziativa che ha visto la sua presenza a Catanzaro.
Quell’incontro, voluto con forza dall’Amministrazione comunale e aperto alla cittadinanza, è stato un momento di riflessione e di testimonianza, volto non solo a esprimere solidarietà a Maysoon, ma anche a difendere i valori di giustizia e umanità che devono essere alla base di ogni società democratica.
Il concetto di umanità non può ridursi a un semplice principio astratto, ma deve tradursi in azioni concrete di accoglienza, ascolto e riconoscimento della dignità di ogni individuo, indipendentemente dalla sua provenienza o dalle circostanze che lo hanno condotto in un determinato contesto.
In questo senso, la vicenda di Maysoon ha rappresentato una sfida non solo giuridica, ma anche morale e politica, e la sua assoluzione di ieri è una vittoria della verità su ogni pregiudizio e criminalizzazione del dissenso.
Noi lo sapevamo da principio, noi lo abbiamo sempre saputo perché i veri trafficanti di esseri umani sono da ricercare sulla terraferma e non sulle bagnarole dove rischiano la vita.
Chi governa dovrebbe porsi qualche domanda sulla configurazione di questi reati. Il Governo dovrebbe preoccuparsi di rivedere la norma su questo piuttosto che far liberare chi è accusato dalla Corte penale internazionale di crimini di guerra, come il comandante libico Almasri.
Acquisizione sede Cpi Piazza Le Pera
Con la firma apposta questa mattina davanti al notaio, l’Amministrazione comunale ha formalmente acquisito da quella Provinciale la proprietà dell’immobile di piazza Le Pera destinato ad accogliere la nuova sede del Centro per l’Impiego. È giunto così a compimento l’articolato percorso compiuto da Palazzo De Nobili per raggiungere uno dei primi obiettivi che si era dato il governo cittadino, guidato dal sindaco Nicola Fiorita.
“Raccogliamo i frutti di un lungo e complesso lavoro – ha commentato Fiorita – che abbiamo portato avanti con convinzione perché si tratta di uno degli interventi più significativi della nostra strategia per il rilancio del centro storico. Il CPI in piazza Le Pera significa un flusso quotidiano di persone rilevante, visti i compiti e le competenze di quegli uffici in materia di lavoro. Un flusso di utenti che, associato a quello dei dipendenti attuali e futuri in virtù del potenziamento in atto, ci aspettiamo si traduca in linfa vitale per il cuore della città. Il CPI infatti sarà facilmente raggiungibile grazie al pieno rientro in funzione della funicolare. Perfezionato l’acquisto dell’immobile – ha aggiunto il sindaco – ora potremo procedere ai lavori di adeguamento funzionali di cui la struttura necessita e per i quali disponiamo sia del progetto, sia dei fondi necessari, ottenuti grazie a una positiva sinergia con la
Regione, che ci ha consentito di portare a quasi due milioni e mezzo di euro le risorse totali, disponibili per l’intera operazione. Il nostro impegno sul centro storico continua dunque a essere incessante e voglio ricordare che l’intervento relativo alla nuova sede del CPI si aggiunge a quelli in atto per il Complesso San Giovanni, destinato a diventare luogo di una co-progettazione innovativa, per la rinnovata Galleria Mancuso, per la riapertura di Palazzo Fazzari, destinato a favorire le attività di incontro, studio e lavoro dei giovani, per il restyling di Villa Margherita e per il ritorno alla piena fruibilità dell’Istituto Rossi. Non intendiamo rinunciare al rilancio del centro storico – ha concluso Fiorita – perché lo abbiamo promesso e rispetteremo l’impegno”.
Congratulazioni a neovescovo Cannistrà
Apprendiamo con gioia che un catanzarese di nascita, monsignor Saverio Cannistrà, è stato nominato da Sua Santità, Papa Francesco, arcivescovo metropolita di Pisa.
Dal suo ingresso nell’ordine dei Carmelitani Scalzi, quarant’anni fa, monsignor Cannistrà ha compiuto un percorso di formazione per poi assumere incarichi di responsabilità che oggi approdano all’alta missione pastorale di guida di una arcidiocesi.
A lui giungano dunque le più vive e calorose felicitazioni della sua città natale, orgogliosa della nomina che il Pontefice ha inteso conferirgli.
Iniziativa “Duva ni Vidimu?”
Un’iniziativa che vuole celebrare la storia, le tradizioni e la lingua del nostro territorio sta prendendo forma nel cuore della città. Sono infatti state installate quindici targhe in ferro che identificano i luoghi di Catanzaro attraverso il dialetto catanzarese ed i luoghi più comuni.
“Duva ni vidimu ” non è solo un gioco di parole: è un progetto che va oltre l’arte, diventando un atto di recupero della storia più e meno recente della città. Il progetto, curato dall’artista Michele Crispino, in arte Mike, e curato dall’attore e regista Enzo Colacino, è il frutto una grande passione per le tradizioni del nostro popolo. Le targhe, che sostituiscono i tradizionali nomi delle vie con la denominazione dialettale usata dai catanzaresi, sono un chiaro richiamo alla bellezza della nostra lingua, ancora viva e presente nei racconti di generazione in generazione.
Questa iniziativa si allinea con gli indirizzi dell’amministrazione comunale, che punta a fare di Catanzaro una città che investe anche nel suo patrimonio immateriale. Il dialetto, le tradizioni e la cultura che ci contraddistinguono non sono solo parte del nostro passato, ma sono anche un’opportunità per costruire un futuro che valorizzi l’unicità di questa città.
Il progetto è anche un’importante iniziativa di marketing territoriale, coadiuvata anche dall’assessore Vincenzo Costantino: le targhe in dialetto non solo arricchiscono il nostro patrimonio culturale, ma diventano anche un punto di attrazione social, creando un legame più forte tra le persone e il loro territorio.
Oltre a essere un simbolo di identità, “Duva ni vidimu” è anche un omaggio alla Catanzaro di una volta, quella che viveva nei vicoli, nelle piazze, nei luoghi che ogni catanzarese poteva riconoscere dal suono e dal nome che, nel dialetto, risuonavano come una melodia familiare.
Oggi, attraverso queste targhe, l’amministrazione vuole non solo ricordare quella Catanzaro, ma anche tramandarla alle future generazioni, affinché non si perda mai la bellezza di quel “vidira” che ci rende unici.
“Duva ni vidimu?”
Non è solo una domanda: è un modo di dire che ha accompagnato intere generazioni di catanzaresi, e oggi ritorna, attraverso questo progetto, a raccontare la nostra città in modo nuovo, ma sempre fedele alla sua tradizione. Un’iniziativa che merita il nostro sostegno e la nostra partecipazione.