Ivano Pezzuto di LecceIvano Pezzuto di Lecce

La carriera di Ivano Pezzuto di Lecce, arbitro dell’odierna anticipo serale di B tra Catanzaro e Cremonese, è quanto di più inusuale ci possa essere ai vertici dell’Aia. Il Ddg salentino, infatti, è arrivato al decimo anno di Can con un consuntivo di appena 21 gare in A. Categoria d’elite da cui peraltro manca dal 28 settembre del 2023 alla 6. di campionato. In cui diresse uno scialbo Monza-Bologna finito 0-0, per giunta con un suo grosso errore. E poi? Ben 144 match in B. Che tradotto significa una media di circa 2.4 partite in A fino alla scorsa stagione, ora invece sceso a 2.1. Ma siamo ancora all’inizio. Quasi incredibile, quindi, che alle soglie dei 41 anni d’età (il prossimo 13 febbraio), con zero futuribilità per l’ambito internazionale e verosimilmente anche per incontri top della massima serie, venga sempre confermato. Comunque sia, tra le curiosità di carattere non squisitamente tecnico, va detto che, insieme al fratello Dario internazionale nel calcio a 5, è stato spesso ospite della sezione Aia dei Tre Colli.

Ma c’è di più. Pezzuto senior, diciamo così, è uno dei pochi elementi in forza alla Can attuale a non essere ‘professionista’, avendo mantenuto un lavoro di bancario fuori dal campo. Forse proprio perché non è certo un asso del fischietto e dunque pensa saggiamente al futuro lontano dai campi. Che per lui potrà al massimo essere tra 3 anni e mezzo circa, ovvero poco oltre il limite del 45. compleanno come prevede lo… statuto arbitrale. Salvo venga congedato in anticipo. Eppure, da giovane era riuscito a bruciare le tappe per arrivare dal settore giovanile alla B in appena 15 stagioni.  Dal ’99 al 2014, cioè, ovvero dai suoi 15 anni ai 30. Roba da record o quasi con oltretutto il debutto in A a 31 anni e 3 mesi. Ma con un successivo “passo del gambero”. Un’involuzione che gli ha impedito di entrare nel… giro grosso. Di chi si vede nelle partite di cartello, in soldoni.

Impossibile, per lui, poter quindi pensare di chiudere la carriera in modo brillante. Aspirazione massima, allora, ‘galleggiare’. Operazione finora riuscita alla stragrande. Che tradotto significa: divertirsi tra grandi campioni e soprattutto portare a casa uno… stipendio mica da ridere. Come non bastasse unito a quello della sua non certo modesta professione nella vita di tutti i giorni. Certo, come premesso, gli tocca stare attento alla dismissione a fine anno calcistico, dal momento che non gode della fiducia della Commissione che lo impiega con il contagocce. In particolare in A. Ma per evitarlo gli basterà far bene in occasioni quali quelle di stasera, doppiamente importante per lui che sostituisce il primo collega designato: un Marco Piccinini di Forlì di ben altra caratura.





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