Fa un po’ freddo in cima ai Tre Colli, ma neanche tanto, e non piove in questo sabato d’inizio febbraio (mese corto e amaro secondo un vecchio adagio molto pre global warning) mentre al Nicola Ceravolo è in programma Catanzaro-Cesena. Il campo è quello che è. E anche la rete della porta sotto la Curva Est-Angelo Mammì, come spesso capita, ha qualche problema. Si parte pertanto con circa 6’ di ritardo sulla tabella di marcia. Ma alla fine della fiera cambia poco. Anzi pochissimo. Considerato che in partenza la Caserta-band pare avere i… razzi ai piedi. Lo dimostra il film della partita.
Primo tempo:
Pronti-via: un giro e mezzo di lancette, per intenderci, e il portiere statunitense Klinsmann strozza in gola l’urlo del gol ai tifosi di fede giallorossa del Comunale, esibendosi da campione sul… piattone di Iemmello. Ma è una prodezza che serve a poco. O, meglio, a nulla in realtà. Perché rinvia l’appuntamento con il vantaggio dei locali solo di una manciata di secondi. Succede infatti che sull’angolo conseguente, Bonini di testa fa 1-0. E siamo appena al 3’. Al 9’, poi, La Mantia mette nei guai Pieraccini che su un cross dalle retrovie si produce nella più classica delle autoreti. Siamo quindi a meno di 10’ dall’avvio del match con un 2-0 sul tabellino. E i romagnoli? Un po’ tramontati provano a impensierire Pigliacelli con una gran botta di Donnarumma al quarto d’ora. Palla fuori. Ma al 27’ lo stesso Pigliacelli & Co. devono accendere un cero ai loro Santi protettori, poiché sull’asse Shpendi, La Gumina, Bastoni proprio con quest’ultimo colpiscono un palo clamoroso e poi sciupano quasi a porta vuota. Ma il Cesena in questa fase è molto in gas e Scognamillo si fa il 2-1 per cercare di fermare La Gumina e soci. È la mezz’ora. E le Aquile capiscono che non è il caso di scherzare, riversandosi subito in avanti. Ma Klinsmann c’è. Fino al 36’, almeno. Quando Re Pietro, dimenticato dalla svagata difesa bianconera, ancora di testa fa 3-1.
Secondo tempo:
Inizia la ripresa e continuano gli attacchi… forti con dalla parte opposta le difese allegre. Capita così che al 15’ Mangraviti colga il secondo palo cesenate di giornata. Ma al 21’ un contropiede mortifero del Catanzaro permette a Cassandro (opportunamente innescato da Quagliata) di calare il poker. Passa soltanto un minuto, però, dalla ripartenza del gioco e al 24’ Antonucci segna il 4-2. E c’è di più: lo stesso calciatore ci prende gusto e dialogando con il compagno, forse non precisissimo ma molto attivo fin dal primo minuto di gara, per poco non riapre completamente il match al 33’ con il punto del 4-3. Le distanze restano tuttavia invariate. E le Aquile restano sul doppio vantaggio mentre il tempo scorre. Inesorabile, prezioso alleato dei calabresi. Senza contare che in pieno recupero sono i padroni di casa a sfiorare per ben due volte, in particolare con Pagano, il centro del 5-2. Ma sarebbe forse stato troppo per un Cesena generoso, tuttavia apparso troppo fragile al cospetto dei rivali catanzaresi.
Conclusioni:
Ci sarebbe molto da dire sul rendimento odierno delle Aquile e quello dell’intera stagione, fin qui. Ma ci limiteremo a far notare a come siano radicalmente cambiate le cose da martedì 28 agosto. Vale a dire dal terzo turno, infrasettimanale, del campionato ‘24/’25 di B. Quando in città, dopo il cambio in panchina tra Vincenzo Vivarini e Fabio Caserta (che a noi comunque non Piave affatto) regnava sovrano un certo pessimismo sulle sorti del secondo torneo cadetto delle Aquile dal loro ritorno dall’infernale serie C. Mentre noi, e scusate l’autocitazione cari amici lettori, non avevamo dubbi di alcun genere sulla solidità del progetto societario e tecnico varato dalla famiglia Noto per l’Uesse 1929.