Ecco, ci risiamo! Così come ai tempi, inizio estate scorsa, in cui il capogruppo Pd al De Nobili Fabio Celia doveva piazzare il suo avvocato Eugenio Perrone, professionista capace e uomo perbene ma notoriamente con simpatie di destra, alla presidenza dell’Amc, ha (ri)chiesto l’aiutino. Aiuto ricevuto anche per blindare la posizione della vicesindaca Giusy Iemma, che non pensiate di certo sia intoccabile grazie al suo partito. Ma a chi ha chiesto Celia? Semplice: a chi (il doppio consigliere, comunale e regionale alla greppia politica di Roberto Occhiuto, Antonello Talerico) conta per davvero nel Palazzo. E che, senza vantarsi di far nomine poi le fa, o meglio le impone, nel concreto. E non a… vave (leggasi chiacchiere eccessive e millanterie fuori luogo). Soprattutto quando, come stavolta in particolare, le stesse nomine fanno comodo pure a lui. Perché – per dirla in slang siciliano – è noto come: “Duva ci si guadagna in dui, si guadagna u duppiu”. Ed allora, poiché a entrambi fa molto comodo avere un altro ‘sciaraballo’ in Giunta, il buon Antonello (forzista tenace) è arrivato in soccorso del caro amico (Dem ed orgogliosamente comunista) Celia. Comportamento nobile, suffragato da un sentimento ancor più nobile: l’amicizia, ma nella fattispecie un tantino, ma giusto un tantino, interessata.

Guai se in questa vicenda il sindaco apparisse come il vaso di coccio in mezzo a quelli di ferro. Perché, banalmente “duva c’è gusto on c’è perdenza”. Ergo…

Il rivoluzionario sindaco, che come quei giubbini in finta pelle non hanno nulla di… pelle, tutto è fuorché rivoluzionario. E neppure debole. Non è insomma il classico “vaso di coccio in mezzo ai vasi di ferro”. Certo, se non ha ‘sangue di ghiaccio’ nelle vene, forse di tanto in tanto, in cuor suo, qualche slancio di… pensiero o moto d’orgoglio ce l’avrà pure. Ma gli passa subito. Perché questo sussulto di dignità lo soffoca in pochi istanti, terrorizzato com’è di non apparire affidabile. Di esser giudicato non degno di fiducia agli occhi di quella paranza politica che in una città come Catanzaro soprattutto, ma non solo, se ne fotte altamente della destra e della sinistra. Degli ideali, dei principi e di altre ca@@ate simili, buone per i comizi e i comunicati stampa. Perché al contrario punta sempre, facilitandone il cammino, su “persone serie”. Che non vanno per conto loro, bensì ragionano con chi serve quando serve. O c’è ancora qualche fesso a Catanzaro che pensa a come Fiorita stia lì dov’è, sempre votato in Aula (oltreché dai suoi 7-8 aficionados), da consiglieri quali Francesco Scarpino, Rosario Mancuso, Emanuela Costanzo, solo per citarne alcuni, in virtù di una convergenza ideale sull’immigrazione clandestina o il Reddito di Cittadinanza?  Suvvia: in tal caso sarebbe un soggetto in malafede o scemo totale!

Il secondo “azzeramento farsa” dopo quello del 7 agosto 2023. In appena 12 mesi e 29 giorni due… fiction targate Nik-Talerik dunque!

Fiorita invece di dimettersi e mandare tutti a casa ha proceduto alla seconda mossa del… cavallo (esattamentecome come un anno e un mese fa, leggi qui il nostro pezzo sul vecchio blog solo social: https://irriverenteblogdanilocolacino.wordpress.com/2023/08/07/comune-catanzaro-in-politica-la-cuccagna-potere-e-come-nella-vita-la-fregna-stangona-piace-a-tutti-o-quasi). Un’operazione, orchestrata e pilotata dal vero dominus del De Nobili Talerico, da noi… perculata allora e (ri)perculata oggi. Perché mentre l’anno scorso serviva a coprire il siluramento dei poveri Antonio “Nino” Cosentino e Bonaventura “Venturino” Lazzaro (già autosiluratisi, per la verità) e di Aldo Casalinuovo (assai più recalcitrante all’ignominioso… benservito), quest’anno serve invece per salutare altri. Ovvero gli assessori Raffaele Scalese (con due piedi fuori); Donatella Monteverdi (con un piede e mezzo fuori) e Marina Mongiardo (aggrappata alla poltrona con le unghie e con i denti come lo è stato nel ‘23 Casalinuovo, ma probabilmente destinata a… seguirlo). Secondo noi, in tale novero, non figurerà invece Marinella Giordano. La quale a Nick è utile e quindi… se la terrà, a meno che non sia lei a dare forfait.

Ma allora cosa c’entra Celia?

Diciamolo subito: non c’è persona più lontana da noi quanto Fabio Celia e qualcuno a lui vicino. Siamo infatti divisi sul modo di pensare, non solo in politica; le persone con cui interagire, anche occasionalmente, e persino la maniera di lavorare. Ma è, e resta, una persona buona. Persino ingenua, a suo modo. E allora che c’entra in questa machiavellica (sebbene grossolana) operazione? Semplice: con Fiorita si è sempre detestato cordialmente. Non fosse altro perché, se il sindaco avesse potuto, ne avrebbe impedito la candidatura così come ha peraltro tentato di fare in ogni modo con Manuela Costanzo.

Salvo, per mera convenienza, tramutarli da indesiderati in “migliori amici” con il suo solito opportunismo appunto degno di Machiavelli). Ma resta il fatto che a Celia, con la scusa della poltrona di vicesindaco a Iemma (la quale pur dovendo tutto o quasi allo stesso Fabio, a cominciare dal 75% voti a stare bassi, ha l’incredibile abilità di comandarlo a bacchetta), Nick lo ha sempre ignorato. O quantomeno tenuto a… bagnomaria. A iniziare dall’infinita attesa per la nomina di Perrone, per cui è provvidenzialmente intervenuto chi gli argomenti per far invece mettere sull’attenti il sindaco li ha: un certo Antonello! Che, ora, al pari di Celia voleva piazzare un’altra bandierina in Giunta (leggi qui il nostro pezzo in proposito: https://irriverentemente.com/comune-catanzaro-pd-su-cambio-in-giunta-tra-squillace-e-scalise-come-lo-stato-in-don-raffae-si-costerna-sindigna-simpegna-poi-getta-la-spugna-con-gran-dignita/).

Senza contare che bisogna(va) salvare la faccia all’amico Fabio (membro proprio con Talerico della strana inossidabile coppia… destra-sinistra, nell’ancora più strana città), facendolo anzi emergere come il capo locale del Pd capace di ottenere il secondo assessore Dem. Ma ridono pure i lampioni. E i tombini, a sentirlo. È però, appunto, fiction. Non realtà.

Ecco la scusa già pronta per i tarallucci e vino o un altro bell’aperitivo all’elegante bar “marinoto” di Celia. Chissà…

Abbiamo già detto che un’Amministrazione, salvo ipotesi denegate di scioglimento per infiltrazioni mafiose, per “cadere” veramente (da se stessa) dev’essere per così dire vittima delle dimissioni del sindaco. O di quelle firmate davanti a un notaio di poco meno di una ventina di consiglieri, in una città delle dimensioni di Catanzaro con il consiglio comunale formato da 33 componenti tra cui sindaco e presidente. “E va trovali”, verrebbe da esclamare in perfetto slang catanzarese. Ve li immaginate voi 18-19-20 persone, più alcuni assessori, con Reddito dichiarato pari a zero o 600€ massimo all’anno prima dell’elezione che dicono: “Ce lo hanno chisto Antonello, Nick e Fabio, noi ci dimettiamo. E i 60-70 mila euro sicuri, molti di più per gli assessori, che perdiamo? Ma chi se ne fotte. Noi teniamo solo alla politica”. Sì, aspetta! Come si diceva a Catanzaro una volta, per un vecchio concorso a premi, “scriva cca, ca vidi Roma!”. Ecco allora che il fuuuurbo Talerico ha dato il… cioccolatino a uno dei tanti giornali amici. Che ha semplicemente fatto da cassa di risonanza con i suoi numeri superiori a tutti gli altri in una città in cui l’informazione rispecchia esattamente tutto il resto. E intanto (prima e dopo tale fuuurbata) era impegnato a preparare la nuova Giunta con Nick per vedere come trovare il giusto equilibrio tra uomini e donne al fine di rispettare la doppia preferenza di genere.

L’ennesima brutta sceneggiata e sceneggiatura scritta da Nick e Talerik ha fatto emergere sui social la pochezza di alcuni dei finti kommunisti e fioritiani della città

La stupidità e la pochezza, morale e politica, di alcuni dei finti kommunisti e fioritiani della città, che noi deploriamo sempre più, è emersa plasticamente sui social nelle scorse ore. Perché questi fieri Compagni, ignari della bubbola sul forfait a breve destinata a disvelarsi, hanno apostrofato Talerico nei post Facebook recanti il suo articolo sul presunto ‘ciaone a Nick’ con il soprannome di “Schettino (il capitano fellone della Costa Concordia nella tragedia dell’Isola del Giglio)” o il più comune “traditore” e chi più ne ha ne metta sul suo essere di destra. Ecco allora che (ri)emerge il solito punto: al Kommunista il fascista in realtà piace. Eccome, se gli piace! A patto però che gli salvi il cu@o. E, soprattutto, gli garantisca a… mazzicogna! Ci sbudelleremo dal ridere, allora, nel vedere cosa sarà scritto non appena verrà svelato il bluff talerichiano con i “tarallucci e vino” dopo il… rinnovato slancio dato all’Amministrazione fioritiana dall’ennesima applicazione del Manuale Cencelli con un assessore a Nick, uno ad Anto e l’ultimo a Fabiuccio. “Mamma Cinema!”, allora. Atru ca i giallorossi.

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