Riceviamo e pubblichiamo
A nome mio, dei soci e delle socie di ARCI Equa, riconosciamo che la Lega “non ha mai messo in discussione i diritti civili delle persone LGBTQIA+”, un punto fondamentale che ci unisce nell’obiettivo di una società più equa e inclusiva. Vorrei però sapere cosa ne pensa Matteo Salvini?
Tuttavia, ritengo doveroso riprendere una certa formalità dopo essermi lasciato andare a questi momenti di Arcadia perduta e chiarire il significato profondo di “politica” quando parliamo di un Pride.
Che non ha certo fini elettorali.
Nulla di più lontano dalla nostra realtà e dalle nostre intenzioni.
Il Pride è, per sua stessa natura, un’espressione profondamente “politica” nel senso più nobile e originario del termine: quello di agire per la polis, per la comunità, per il bene comune.
Si tratta di un’azione politica che mira a riconoscere e garantire dignità, uguaglianza e diritti a tutte le persone, a prescindere dal loro orientamento sessuale o identità di genere.
È una politica che riguarda la vita delle persone, la loro sicurezza, la loro felicità e la loro piena cittadinanza.
È una politica fatta di corpi, di esistenze, di visibilità e di rivendicazione di spazi che storicamente ci sono stati e ci sono negati o che, ancor più grave, sono criminalizzati.
E i presenti hanno potuto toccare con mano questa realtà. Non una “festa politica” di parte, ma tanti cittadini e cittadine che chiedono semplicemente di essere riconosciuti e rispettati, di vivere senza paura, e di poter costruire famiglie e relazioni libere da pregiudizi e discriminazioni.
Un confronto costruttivo, un dialogo aperto: madri e padri commosse e commossi per l’invisibilità dei propri figli che non appartengono a nessun partito politico.
Una comunità che si unisce per un obiettivo comune:una Catanzaro più giusta per tutti senza cittadini di serie A e cittadini di serie B obbligati a nascondersi nel segreto delle proprie stanze.
L’uso di strutture comunali e il sostegno economico, in particolare dal capitolo dell’istruzione, sono pienamente giustificati da questa prospettiva.
Promuovere il rispetto delle differenze, combattere la discriminazione e educare all’inclusione sono pilastri fondamentali dell’educazione civica e del benessere di una comunità.
Non si tratta di finanziamenti a un partito, ma di investimenti nella cultura dei diritti e nella crescita sociale.
Apprendiamo con sincera apertura che la Lega non sia contro i diritti civili.
Questa affermazione ci rende fiduciosi per costruire insieme una società realmente più equa e giusta per tutte e tutti.
Se qualcuno ha l’intenzione di esprimere dissenso o di “affossare” l’attuale Amministrazione comunale o il Sindaco, lo invitiamo a farlo attraverso il confronto politico tradizionale e le reali distanze ideologiche che lo separano dalla maggioranza di governo della città.
Utilizzare un evento come il Pride, che ha come unico scopo la promozione dei diritti umani e il contrasto alle discriminazioni, per finalità politiche partitiche, è a nostro avviso un grave errore e un disservizio nei confronti della cittadinanza che rappresentiamo.
Il nostro impegno per i diritti civili è limpido e non ha nulla a che vedere con le schermaglie partitiche.
Continueremo il nostro percorso per un Pride 2026 grande e inclusivo, confidando che anche chi oggi ci critica possa un domani comprendere appieno la nostra visione e unirsi a noi.
Con la speranza che il tuo estro mai ti abbandoni e in attesa del tuo riscontro, che l’anima attende
Giovanni Carpanzano
Presidente ARCI EQUA