Riceviamo e pubblichiamo

Abbiamo accolto con profonda commozione e autentica gioia la notizia dell’assoluzione definitiva dell’avvocato Armando Veneto.

È la parola “fine” su un processo che non avrebbe mai dovuto cominciare, e che per troppo tempo ha ferito la serenità, la storia e la dignità di un uomo giusto.

Armando Veneto non è solo un maestro del diritto: è un simbolo della comunità dei penalisti italiani.

Con il suo rigore, la sua umanità e la sua fedeltà alla toga, ha formato generazioni di avvocati.

Chi ha avuto il privilegio di conoscerlo e di lavorare al suo fianco, sa che tipo di uomo sia.

Limpido, coerente, mai incline alla retorica, ma sempre capace di indicare la strada con il solo esempio.

E proprio nell’affrontare questo lungo e doloroso processo, ha dato — ancora una volta — una lezione a tutti noi.

Non una parola di troppo, mai un gesto scomposto.

Solo fiducia nella giustizia, forza interiore.

Ha attraversato il dolore con la schiena dritta.

E per questo oggi non celebriamo soltanto un’assoluzione: celebriamo una lezione di stile, di misura, di civiltà.

Ma questa vicenda, purtroppo, dice anche molto altro.

Parla dei rischi reali che si corrono quando la razionalità abbandona il processo penale e viene sostituita dal sospetto.

Quando il dubbio diventa pregiudizio, quando l’indizio cede il passo alla congettura, quando l’ipotesi si trasforma in condanna preventiva — il processo smette di essere garanzia, e diventa un pericolo.

Il caso di Armando Veneto ci mostra cosa accade quando la macchina della giustizia perde il contatto con la realtà, e comincia ad alimentarsi di sé stessa.

In quei momenti si smarriscono i punti cardinali della prova, della verità e della giustizia.

È per questo che oggi, accanto al sollievo, sentiamo anche la responsabilità di trarre un bilancio consuntivo da ciò che è accaduto.

Difendere le garanzie e il corredo assiologico del diritto penale liberale e del giusto processo non è solo un esercizio tecnico: è un dovere civile.

Perché quando il processo deraglia, a essere messa in discussione non è solo la sorte di un imputato, ma la credibilità della giurisdizione.

A Veneto va il nostro affetto sincero, la nostra stima più profonda e il nostro orgoglio.

Ci ha insegnato come si difende un principio anche quando si è soli.

Come si resta integri anche quando si viene feriti.

Come si cammina dritti anche quando il terreno diventa accidentato.

Il suo esempio resta. E ci accompagna. Palmi, 11 Luglio 2025 Camera Penale “E. Donadio” di Castrovillari Il Presidente – Avv. Michele Donadio Camera Penale “A. Cantàfora” di Catanzaro Il Presidente – Avv. Francesco Iacopino Camera Penale di Cosenza “Avvocato Fausto Gullo” Il Presidente – Avv. Roberto Le Pera Camera Penale “G. Scola” di Crotone Il Presidente – Avv. Romualdo Truncè Camera Penale “Avv. Felice Manfredi” di Lamezia Terme Il Presidente -Avv. Renzo Andricciola Camera Penale “G. Simonetti” di Locri  Il Presidente – Avv. Antonio Alvaro Camera Penale “E. Lo Giudice” di Paola Il Presidente – Avv. Giuseppe Bruno Camera Penale di Rossano  Il Presidente – Avv. Giovanni Zagarese Camera Penale “G. Sardiello” di Reggio Calabria Il Presidente Avv. Francesco Siclari Camera Penale “F. Casuscelli” di Vibo Valentia Il Presidente -Avv. Giuseppe Mario Aloi Per il Coordinamento delle Camere Penali Calabresi Avv. Giuseppe Milicia  Presidente Camera Penale “V. Silipigni” di Palmi

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