Mario Perri di Roma1 è un arbitro capitolino con un cognome che tradisce origini calabresi. Ma anche una sorta di genio con la passione per il fischietto. Il Ddg 31enne, però, fuori dal campo è anche e soprattutto un ingegnere aerospaziale. Non esattamente una specializzazione e una professione comuni, per così dire. Ma del resto l’Aia dal 2000 in poi ha avuto al massimo livello ‘gente’ come l’attuale moviolista Rai Massimiliano “Max” Saccani, ingegnere termotecnico di Mantova, o il cardiologo di fama messinese, figlio di professori universitari, Roland Herberg. Solo per citarne un paio.
Ma Perri, peraltro particolarmente legato al suo presidente di sezione Daniele Doveri (il noto e apprezzato arbitro internazionale, domenica scorsa impegnato in una drammatica Fiorentina-Inter in cui il calciatore gigliato Edoardo Bove ha rischiato la vita per una sorta di arresto cardiaco in campo), sembra un predestinato. Sebbene ancora sia un… novellino della Can. Commissione a cui è stato promosso a inizio luglio scorso, dirigendo finora appena 5 gare in B senza aver debuttato nell’Olimpo della A. In C, invece, ha trascorso 4 stagioni da assoluto protagonista con due premi vinti del valore dei “Vincenzo Orlandini” e “Luigi Agnolin”. Tanta roba! Ragion per cui le premesse per un certo tipo di carriera, per lui, ci sono tutte.
Magari con direzioni un po’ meno… all’inglese dello standard palesato quand’è all’opera. Come, ad esempio, accaduto nella finalissima per la promozione in B di giugno tra Carrarese e Vicenza, condita da tante polemiche. In cui comunque alla ‘fine della fiera’ se l’è tutto sommato cavata bene. “Occhio”, però. Perché se il talentuoso Mario lascia giocare molto è altrettanto vero che è severo. E parecchio! A riprova di tale assunto basta consultare le statistiche del suo ultimo anno in 3. serie con ben 112 ammonizioni, 3 espulsioni e 10 rigore in 24 gare.