La premessa, breve tutto sommato, è sempre la stessa. È inquietante quanto accade a Catanzaro alla piena luce del sole. Quasi come se tutti non sapessero niente. E invece anche i lampioni sanno cosa fanno i sampietrini e viceversa. Ma nessuno osa parlare. Al contrario il 90% delle persone cerca di lucrare quanto può (persino una consumazione gratis in un bar) da chi, potente e facoltoso, possa dargli qualcosa.
Lo si fa con una spaventosa acquiescenza, diretta conseguenza dei difficili tempi attuali, che induce a rifuggire dalla benché minima parvenza di considerazioni etico-morali. Di cui non frega nulla a nessuno, per essere chiari. Neppure se di mezzo c’è la terribile ‘ndrangheta. Che importa solo non si veda, schermata e rappresentata all’esterno da… mediatori e faccendieri gentili, disponibili ed eleganti. In apparenza lontani anni luce dal crimine organizzato. Ed invece, ribadiamo come noto ai più, frontman… aziendali delle varie ndrine con una rete di prestanomi che fa paura.
Gente sguinzagliata nelle note conventicole cittadine, negli affari, nella politica e nel mondo dell’informazione, per fungere da foglia di fico in un sistema di scatole cinesi sostituite, nella fattispecie, da… teste di legno. Prestanomi, appunto. Che devono coprire chi gli sta dietro che li (ri)copre a sua volta di soldi, sporchi(ssimi) e facili, per essere compiaciuto e tenuto debitamente nascosto.
Alcuni ci dicono di non capire cosa scriviamo. Bene, ecco lo schema: un potente e chiacchierato avvocato (simile al Terrasini de La Piovra) si rivolge a un altrettanto chiacchierato imprenditore, che di nome fa rima con lavanderia, ed entrambi si avvalgono di un giornalista compiacente (un Nanni Santamaria, per restare al citato sceneggiato)
Ecco lo schema che ci aiuta a capire cosa stia succedendo in città… . Il nostro Romanzo Criminale (un’opera di… fantasia) ha, all’acme, un potente e chiacchierato avvocato (simile al Terrasini de La Piovra). Che si rivolge a un altrettanto chiacchierato imprenditore. Il quale di nome fa rima con lavanderia, perché appunto si occupa di (ri)pulire denaro sporchi(issimo). Bravo nel suo lavoro. Molto bravo. Perché si avvale di una “ricetta semplice ma collaudata”: una rete di prestanomi impiegati a curare i “suoi affari” e impegnati in politica. Affari in cui, spesso, lui non può comparire e agire in prima persona per come vorrebbe in quanto impresentabile per la vera natura delle sue “fortune”. Nota a quasi tutti. E costituita da soldi (già parecchi) di recente peraltro aumentati (in maniera esponenziale) grazie a una gigantesca operazione di riciclaggio, appunto avallata dall’avvocato Terrasini. Operazione però mascherata da “intrapresa” economica andata male per circostanze iellate. Un’azione assai scaltramente condotta e camuffata, insomma. Che ha innalzato notevolmente il livello di fiducia di certi… loschi ambiti nei confronti dell’imprenditore (il sig. Lavanderia), come appena premesso bravo a ripulire il capitale delle ‘ndrine in qualità di loro (ancora) incensurato referente.
Il sig. Lavanderia ha tanti piani, ben più ambiziosi del solo guadagno di denaro facile. Protetto com’è da ‘ndrine, avvocato Terrasini, diffuse e potenti conventicole cittadine e Dio solo sa cos’altro. Ecco allora l’ennesimo strumento di cui avvalersi: un giornale dall’evocativo nome, Il Prestanome Quotidiano
Lo schema poco fa descritto ha funzionato e funziona. Ma per influenzare la politica non basta. Perché servono tanti soldi (e quelli, come detto, non sono un problema); molti voti (che con l’appoggio di ‘ndrine, avvocato Terrasini, diffuse e potenti conventicole cittadine e Dio solo sa cos’altro arrivano a profusione) e il controllo di almeno un media, anche se piccolo. Ecco allora l’idea, banale però vincente, per realizzare compiutamente un disegno che necessita, anche e soprattutto, di un giornalista compiacente (Nanni Santamaria, per restare allo sceneggiato in cui emergeva in primis proprio l’ineffabile figura dell’avvocato Terrasini). Una faccia pulita, un insospettabile insomma.
Un ossequioso “paravento” (ad esempio a differenza nostra, grazie a Gesù, che tutto vogliamo tranne essere graditi alla mafia) che serve a scrivere le peggiori porcherie ma con un allure di rispettabilità. Perché se lo scrive Tizio (alias Santamaria), come può esserci del marcio sotto? E invece c’è. E anche tanto. Tantissimo, anzi! E con la piena consapevolezza, naturalmente, del diretto interessato.
Che prende un lauto stipendio, torna in pista e sta muto. In religioso silenzio, facendo per dirla alla Nonno Saverio “U zingaru ‘mbriacu”. Dal momento che sa di alimentare i piani affaristico-politico-mafiosi del corrotto imprenditore suo padrone. Che tiene in pugno una larga rete di “teste di legno”, piazzate in ogni settore, di cui fa parte pure il giornalista nel ramo della comunicazione appunto.
Ma come si chiama, nel nostro Romanzo Criminale in salsa catanzarese, Nanni Santamaria? Si chiama Medonico Uomo di Paglia. Questo il simpatico nome del nuovo editore e… vecchio direttore-giornalista. Proprietario (fittizio) de Il Prestanome Quotidiano, a breve in tutte le migliori… edicole cittadine
Piccolo stop, solo di qualche mese, in passato per l’idea de Il Prestanome Quotidiano. Messo da parte in attesa che i soldi entrati sporchi(ssimi) nella citata operazione, commercialmente simile alle “navi a perdere” della ‘ndrangheta ovvero vincente nell’ottica criminale proprio perché fallimentare e destinata a naufragio certo, uscissero puliti e profumati come boccioli di rose. Un fiume di black e dark moneys, adesso a disposizione dell’apparentemente “nuovo e immacolato” giornale. Che, in realtà, i capitali per uscire in… edicola li ha sempre avuti. Però non spendibili, essendo debitamente inguattati.
Perché, con ancora procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri e ancora attivi i controlli delle Fiamme Gialle, non era certo saggio farli… vedere. Fermo restando che il capoluogo calabro, da tanti anni ormai (compreso il settennio in cui c’è stato Gratteri), somiglia sempre più alla Palermo del trentennio ‘60-’90. Dove tuttavia sparare per le strade per terrorizzare la gente, come accadeva invece nel capoluogo siciliano allora, non serve più, bastando “unicamente” corrompere e comprare. Un modo… indolore per vivere in un luogo in cui nessuno riesce a far pulizia fino in fondo.
Considerato come chi solo ci provi, venga inesorabilmente fermato (e fatto fuori, anche se non fisicamente) da una Piovra che avviluppa la città con lunghi tentacoli, soffocando anche paladini della Giustizia del calibro di Gratteri e Luigi de Magistris. Pensate dunque a cosa potrà succedere ora.
Ma a cosa serve il “nuovo” e a prima vista “immacolato” giornale: Il Prestanome Quotidiano?
Ma a cosa serve il “nuovo” e a prima vista “immacolato” giornale: Il Prestanome Quotidiano? Semplice: sarà utilissimo per far favori a chiunque. A gente, cioè, che si metterà in fila (e poi, se del caso, a 90 gradi) anche solo per l’articoletto gratuito sui fatti più disparati. A differenza di altri organi di stampa con un vero… Commerciale, che pretendono quindi un giusto pagamento per la pubblicità; per mandare messaggi ad amici e nemici, magari con “pezzi cabriolet” (come li chiamiamo noi, rivendicando il copyright della definizione) che prima appaiono salvo poi scomparire all’ordine del vero proprietario e finanziatore del giornale subito eseguito senza batter ciglio dal direttore prestanome (in realtà squattrinato e con sponsor… fasulli e quindi falsi) e, infine, per far pressione sugli avversari politici, ad esempio, con più o meno spazio riservato alla cronaca Giudiziaria o più o meno a quella Politica.
Ma anche e soprattutto per sostenere i prestanomi politici del vero editore (che appunto non è certo quello fittizio risultante dalle carte), magari nel tentativo di fargli ottenere una candidatura di peso. Alla Regione o ancora più su, se le circostanze lo permetteranno (ma su quello saremo noi molto vigili, sputtanandoli immediatamente, sereni). Si tratta allora di un progetto per avere l’ennesimo burattino (o sodale) nelle stanze del potere! Mentre molti (anche sinceri Democratici e Kommunisti di facciata), come detto, al solito si prostreranno per ottenere soldi e favori da questa gente.
E a gestire il tutto ci saranno nomi in apparenza puliti, pulitissimi. Ma che servono a coprire affari e interessi torbidi. Torbidissimi! Dietro il paravento di finti finanziatori in verità foraggiati dall’imprenditore Lavanderia attraverso il sistema delle allettanti sponsorizzazioni (per lo… scarico quasi totale delle spese attraverso le tasse).
Il banale ma diabolico piano per condizionare in qualche modo la vita democratica della città imposto a Medonico Uomo di Paglia, come detto il giornalista-prestanome (utile, ma assai ben pagato, idiota) alla Nanni Santamaria
Medonico Uomo di Paglia, il giornalista-prestanome (utile, ma assai ben pagato, idiota) alla Nanni Santamaria, reggerà quindi del tutto consapevolmente le sorti di una specie di strano, particolare, giornale definibile Gratta&Vinci. Perché, se raschiato con la classica monetina, svelerà la combinazione giusta: il volto (occultato) di chi i soldi ce li mette per davvero ed è pertanto il vero padrone del vapore (celato da uno specchietto per le allodole) mediante, come spiegato, sponsor di comodo per sviare i… sospetti!
E se il nostro romanzo vi pare frutto di eccessiva fantasia o addirittura d’invidia dello… scrittore (cioè noi), abbiamo le prove del fatto che simili operazioni noi potevamo condurle mesi, se non addirittura anni, orsono. Abbiamo però scelto (per molti in maniera folle) precarietà e incertezza proprio per non finire a recitare il disgustoso ruolo di addetto stampa “ombra” della criminalità organizzata. Perché, se è vero che alcuni compromessi sono purtroppo persino obbligati nel bellissimo ma disgraziato mestiere del giornalista, quelli con certi ambienti sono insopportabili. In sostanza “con la mafia no, con la mafia mai!”.
Ma se per noi, complici i nostri tanti innegabili errori personali e professionali, i tempi sono come noto sempre duri, a breve non saranno semplici (neppure) per Nicola Fiorita. Che se non si piegherà, mediando quindi, a certe logiche diverrà facilmente il bersaglio di dossieraggi pilotati (un mix di notizie vere e false) e attacchi mirati de Il Prestanome Quotidiano. Povero Nick presta attenzione, allora, se vuoi un consiglio gratis!
Il monito di Paolo Borsellino, in conclusione, per non dimenticare
Come concludere al meglio un simile Romanzo, criminale, della città di Catanzaro se non con un omaggio all’eroe civile Paolo Borsellino. Che si concretizza con la citazione dell’ormai famosissimo estratto del suo più iconico discorso, l’ultimo pubblico, pronunciato a Palermo pochi giorni prima di essere trucidato insieme a 5 agenti della sua scorta per mano massomafiosa. Una sorta di commovente testamento alle future generazioni. Che noi auspichiamo un giorno possa trovare compiuta attuazione anche e soprattutto nella nostra (ex amata) Catanzaro.
E che recita: “La lotta alla mafia non doveva essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale che coinvolgesse tutti. E specialmente le giovani generazioni, le più adatte a sentire subito la bellezza del fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e, quindi, della complicità”.
Ma come si fa ad attuarlo nel concreto senza essere magistrati o appartenenti alle forze dell’ordine, ovvero essendo persone… normali? Ce lo dice sempre il compianto procuratore aggiunto di Palermo come la mafia si combatta non con atti di eroismo, comportamenti non comuni per inermi cittadini, bensì “facendo il nostro dovere, rispettando le leggi, rifiutando di trarre dal sistema mafioso anche i benefici possibili da trarre: gli aiuti, le raccomandazioni, i posti di lavoro, dimostrando a noi stessi e al mondo intero che Giovanni Falcone è vivo!”. E, chiosiamo noi, che pure l’insegnamento, purtroppo costatogli la vita, di Giovanni e Paolo è ancor più vivo di loro nella gente perbene e onestà! Che dirà in modo irriducibile no alla mafia. Costi quel che costi!