Era un sabato di fine novembre del 2024, quando l’arbitro Marco Monaldi incrociava per l’ennesima volta (e ultima prima dell’odierno match di Carrara) le Aquile. Accadeva in occasione di Catanzaro-Mantova. Quando il Ddg originario di Loreto anche se non nato lì, esattamente come il talentuoso Daniele Tombolini (asso del fischietto in particolare tra fine anni ‘90 e inizio Duemila), sanciva al 90’ (più recupero) il pari per 2-2 tra calabri e virgiliani. Monaldi è però di ben altra e assai meno alta categoria, purtroppo per lui. Comunque sia, iscritto alla sezione di Macerata, mentre Tombolini a suo tempo scelse la più vicina Ancona, Monaldi è più famoso fuori che dentro il campo. Motivo? Ha sposato un ex arbitro famoso (anche lei però molto più fuori dal campo rispetto al rettangolo verde). Il riferimento è al volto noto di Mediaset Elena Tambini, giornalista comasca di Tgcom 24, già impegnata in Pressing ai tempi della conduzione di Pierluigi Pardo. Insieme, Marco ed Elena, sono peraltro genitori di Aurora e Arianna. E, aggiungiamo sul piano personale, che la Tambini prima di trasformare il proprio profilo Facebook in pagina era addirittura nella nostra cerchia di amici social virtuali insieme fra gli altri ad elementi di spicco dell’Aia come ad esempio ancora adesso Katia Senesi e quelli del gruppo… Essere Arbitri.
Monaldi, un portafortuna per le Aquile ma tutt’altro che un asso
Al di là di tutto, Monaldi si può considerare una sorta di portafortuna per i giallorossi. Che con lui prima in terza serie e poi in B non hanno perso. Mai. Al contrario vincendo peraltro l’acceso derby con il Crotone e pareggiando quello con la Vibonese ai tempi della C. Mentre nella categoria superiore, spuntandola ancora una volta la scorsa stagione contro la Feralpisalò. Il buon Marco, tuttavia, ha già 36 anni da agosto scorso. E all’Olimpo della Can è asceso tardi. A 35. E da allora non ha visto la A. Nemmeno con il binocolo, venendo designato appena 26 volte (27 con la partita odierna) in 2 campionati da arbitro della Can. Un ruolino di marcia che, salvo sorprese, di questo passo lo pone ad altissimo rischio di dismissione. Una sorta di pensionamento anticipato, per così dire. Che può evitare solo con un finale di stagione in crescendo.
Macerata, una delle sezioni del Centrosud tra le più prestigiose d’Italia
I 36 anni di Monaldi sono forse troppi per entrare nel gotha dei super Ddg per un elemento che ha trascorso ben 5 anni in Can C. Troppo. Un quinquennio che, anche se ricco di soddisfazioni, lo ha obbligato a bruciare le tappe. Ma, a differenza del citato Tombolini oltre 30 anni orsono peraltro protagonista di un Matera-Catanzaro nel girone C di C2 con due rigori fischiati contro ai giallorossi, non è riuscito a imporsi all’attenzione della sua Commissione alla Can. Comunque sia, Monaldi da Porto Recanati, ma come premesso espressione tecnica della nobile sezione di Macerata, condivide l’appartenenza con fra gli altri il monumentale Cesare Jonni e il talentuoso fischietto, però ancor più grande dirigente, Maurizio Mattei. E ancora Oberdan Pantana che ricordiamo in un Catanzaro-Arezzo di quasi 19 anni fa (sempre in B) con il generoso penalty del definitivo 1 – 1 assegnato ai giallorossi al 96′ che mandò su tutte le furie mister Pasquale Marino allora squalificato e vicino a noi in Tribuna Stampa, e infine Juan Luca Sacchi. Nomi, con diverse storie, ma ormai nella storia della serie A.
Ma perché gli arbitri di Macerata portano fortuna alle Aquile? Lo dicono i numeri
Da Pantana a metà anni Duemila a Monaldi circa 10 mesi fa, se l’arbitro è di Macerata il Catanzaro di solito vince o quantomeno non perde. A prescindere dalla categoria. Questo dicono i numeri. Consolidati, ormai. Soprattutto nei derby. Come, ad esempio, nel 2-0 di poco più di un anno fa nell’incontro tra corregionali calabresi contro il Cosenza. O ai tempi della C contro il Crotone, appunto con Monaldi in campo. E così nel match d’andata di B, tra Aquile e Lupi, diretto a dicembre scorso invece da Sacchi. Macerata, quindi, è una sezione portafortuna per le Aquile. Quella, come premesso, del compianto fuoriclasse dei direttori di gara Jonni, fino al 2020 secondo nella classifica di tutti i tempi per gare dirette in A (261) e di un altro indimenticato gigante, come il nativo di Treia Mattei. Che, portato via dal Covid nel ’21, nelle sue 125 presenze in massima serie e 113 di B l’Uesse 1929 l’ha incrociata molte volte sul terreno di gioco. Ma anche dietro a una scrivania. Nel senso che ne ha poi designato gli ufficiali di gara delle partite da presidente di Commissione per i match sotto l’egida della Can C dal ’99 al 2004.
