Articolo tratto da Vanity Fair

La valle dello Stilaro poco noto, selvaggia, è una delle meraviglie più remote e affascinanti d’Italia. È un’area del Parco Regionale delle Serre, in provincia di Reggio Calabria, che prende il nome dal fiume che la attraversa, e comprende i comuni di Pazzano, Stilo, Monasterace e Bivongi. Un lembo di Calabria distante dalle folle delle località mainstream, popolato da un vivace microcosmo faunistico, avvolto da impervie pareti rocciose, intriso di macchia mediterranea, tra torrenti che scendono impetuosi verso il Mar Ionio.

Un luogo da vivere: le guide ambientali di Trekking Stilaro Experience accompagnano i turisti in maniera responsabile alla scoperta del paesaggio e della microeconomia che permette a tanti giovani di restare, contrastando lo spopolamento. Fra le proposte outdoor si possono scegliere le escursioni guidate, le arrampicate, lo yoga, il parapendio e il trekking (ovviamente).

A Pazzano nella grotta degli eremiti

Tutt’attorno, la straordinaria capacità dell’uomo di adattarsi al territorio, fin dei tempi antichi. A Pazzano, infatti, troviamo l’Eremo di Santa Maria della Stella, ricavato in una grotta alla quale si accede scendendo sessantadue scalini. Era il luogo che i monaci basiliani usavano per la preghiere e l’eremitaggio. Inoltre a Pazzano sono custodite le statue lignee dello scultore Vincenzo Scrivo, e una tela del pittore Alfonso Frangipane nella chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo. Il simbolo di questa comunità, però, è la cosiddetta Fontana dei Minatori (diciottesimo secolo), utilizzata come punto di ristoro per i dipendenti delle venticinque miniere presenti nel territorio, che per oltre duemila anni hanno rappresentato il più grande bacino minerario del sud Italia.

La gemma dell’arte bizantina: la Cattolica di Stilo

Nella sua tenace e maestosa capacità di resistenza, La Cattolica di Stilo rappresenta una delle migliori espressioni dell’arte bizantina in Italia. Costruita nel decimo secolo dai monaci orientali che si insediarono alle pendici del Monte Consolino, è composta da semplicissimi mattoni cotti e da un tetto costituito da cinque cupole. Al suo interno, preziosi affreschi e colonne frutto di riuso da edifici precedenti. Luogo di culto di un complesso monastico o centro di riferimento cultuale per gli eremiti che vivevano nell’area, questa piccola chiesa è rimasta miracolosamente intatta per secoli. Fondata dai superstiti della sanguinosa distruzione dell’antica Kaulonìa, Stilo, la città che la ospita, è altresì nota per aver dato nel 1568 i natali a Tommaso Campanella. Dalla vita e dalle opere dell’illustre filosofo e teologo – del quale è possibile visitare all’interno del Convento di San Domenico la sua cella personale – ogni anno, ad agosto, viene estrapolato il tema portante del Palio di Ribusa: una rievocazione delle tradizioni medievali e rinascimentali, che trasforma il centro storico in un palcoscenico vivente, dove storia, arte e tradizione si intrecciano in un’atmosfera coinvolgente. Stilo, inoltre, è costellata da molte chiese barocche di rara bellezza. Merita senza alcun dubbio una visita l’ex Convento dei Liguorini – oggi sede del Municipio – il cui chiostro vanta un pozzo in granito. Il granito, inoltre, è la materia-prima di un’altra importante opera: la Fontana dei Delfini (o Gebbia), valido esempio dell’influsso arabo subìto dalla città di Stilo.

Il sito dell’antica Kaulonia

Nella Valle dello Stilaro Kaulonìa era un’antica polis sita nell’odierno territorio di Monasterace, considerata una delle principali realtà della Magna Grecia. Il tempo qui sembra fermo, e invece viaggia a una velocità avvincente. Le rovine del tempio dorico attribuito ad Apollo offrono un spettacolo di interazione fra materia e paesaggio, costruendo dialoghi in continuo movimento. Un autentico incantamento di bellezza, quello del centro ellenico calabrese, che si esprime con vigore nel Museo e nel Parco archeologico dell’antica Kaulonìa, posti ai piedi del promontorio su cui sorge il Faro di Punta Stilo (1887) costruito sui ruderi di un tempo dedicato – secondo l’archeologo Paolo Orsi – a  Poseidone.

Il denso patrimonio di reperti raccolti in loco comprende manufatti di ogni dimensione (alcuni imponenti e pesanti, altri invece tanto minuti quanto preziosi), una lamina in bronzo in alfabeto acheo dedicata al sovrano del pantheon greco e tanto altro ancora. Lasciano con il fiato sospeso, infine, i mosaici pavimentali policromi con draghi, delfini e ippocampi, considerati fra i più importanti ritrovamenti magnogreci. Francesco Cuteri, archeologo e artefice delle scoperte ci dice: «Le creature raffigurate, in apparenza mostruose, non esprimono soltanto un autentico valore artistico, ma con il loro simbolismo suggeriscono una possibile via per permettere all’anima di andare oltre il visibile, lontano dal male. Un invito sempre attuale che meriterebbe di essere accolto con forza e con gioia».

Ed è proprio dalla forza divenuta coesione, energia collettiva e audacia creativa che per ridare linfa all’antico borgo di Monasterace è nato il Progetto M.O.R.E.: un’esperienza in cui l’antico e il contemporaneo si incontrano e si fondono proiettandosi al futuro.

A Bivongi, i vigneti dei monaci, la cascata del Marmarico e i bagno termali

Bivongi potrebbe essere un place to stay di decompressione e riposo. L’atmosfera di pace esonda dalle austere architetture degli antichi monasteri, tra cui quello di San Giovanni Therestis – innestato con estrema delicatezza nell’oasi verde della Vallata dello Stilaro – che fino all’espugnazione dei normanni è stata fra le più emblematiche abbazie basiliane del Meridione. I monaci che qui si sono insediati hanno svolto un ruolo significativo nello sviluppo e nella diffusione della viticoltura, introducendo vitigni dai quali si estrae un nettare scuro e corposo, oggi protetto dal marchio DOC. Chi vuole vivere un’esperienza multisensoriale alla scoperta della sapienza enogastronomica locale può prenotare un tour nella vigna dell’Azienda Agricola Cosimo Murace, con tasting in sala degustazione. Il simbolo per eccellenza della generosità di madre natura verso questo territorio – che stimola a contemplare i cambiamenti del paesaggio, della sua flora e della sua fauna – è la Cascata del Marmarico, la più alta della Calabria. Per raggiungerla si utilizza un servizio di jeep navetta. Bivongi, inoltre, si avvale anche della presenza di un tempio del benessere: i Bagni di Guida, in località Acque Sante, sono un giacimento acquifero dalle proprietà benefiche riconosciuto e sfruttato da tempo immemore. Un luogo ideale, dunque, per chi cerca una pausa rigenerante.

La Calabria è l’ultima delle regioni italiane a non essere stata colonizzata dal turismo di massa. Eppure è bellissima, selvaggia, con due mari e montagne alte 2000 metri. La Calabria è bellissima e se non ce ne siamo ancora accorti, ecco il momento per farlo.

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