Riceviamo e pubblichiamo
Poche ore fa è diventato virale un video in cui si vede una persona inveire contro dei lavoratori del 118 di Catanzaro impegnati in un soccorso dopo una chiamata ricevuta.
Nell’esprimere la nostra totale solidarietà ai lavoratori coinvolti nell’episodio di aggressione verbale avvenuto durante un intervento dell’Ambulanza, vogliamo chiarire alcuni punti che secondo noi sono centrali.
In tale circostanza, un’infermiera e un autista sono stati vittime di un attacco verbale da parte di una persona che ha realizzato un video, ora rimosso dalle piattaforme social e con l’account non più visibile pubblicamente.
Condanniamo fermamente la violazione della privacy e l’aggressione a gli operatori coinvolti. Pur comprendendo lo stato di agitazione di chi ha richiesto il soccorso, non è assolutamente tollerabile l’aggressione verbale evidente nel video. Ma siamo anche convinti che questi atteggiamenti sono il frutto di una distorta percezione sociale degli operatori sanitari, e in particolare degli infermieri, considerati professionisti di serie B rispetto ai medici.
Questa percezione errata è causata da una profonda ignoranza dei meccanismi di funzionamento del sistema sanitario moderno, un’ignoranza che non viene adeguatamente contrastata dalle istituzioni preposte. Infatti, né l’OPI (Ordine delle Professioni Infermieristiche) né l’ASP di Catanzaro hanno mai avviato campagne informative per valorizzare agli occhi della cittadinanza la professionalità degli infermieri e degli autisti soccorritori delle unità di pronto intervento. Questi professionisti non intendono sostituire i medici, ma per formazione ed esperienza sono perfettamente in grado di gestire situazioni di alta criticità emergenziale. Peccato solo che questo all’utenza non sia mai stato raccontato!
L’episodio nel video è emblematico della distorta percezione che l’utenza ha degli infermieri e degli autisti soccorritori: infatti, dopo la valutazione dell’infermiera, è chiaro che le condizioni della paziente non erano critiche e che la chiamata al 118 era per dolori addominali. In questo quadro è chiaro che la presenza del medico sull’ambulanza era inutile in quanto la diagnosi medica avrebbe comunque richiesto esami specifici (ematici, ecografia, diretta addome) da condurre in una struttura ospedaliera. Quindi non sussisteva pericolo di vita imminente e anche con la presenza del medico, non sarebbe stata possibile una diagnosi chiara senza questi esami. Ma nonostante questo chi ha realizzato il video continuava a inveire pesantemente contro gli operatori presenti per l’assenza del medico.
Dopo questo ennesimo episodio di aggressione è inaccettabile il silenzio assordante del OPI e dell’ASP di Catanzaro, che non hanno difeso i propri iscritti e lavoratori. Questo silenzio passivo è semplicemente inqualificabile perché non stigmatizzando tali comportamenti in qualche modo e come se si avallassero.
Inoltre, sul versante sindacale ci chiediamo se i sindacati sia intercategoriali CGIL, CISL, UIL e FIALS, ma soprattutto quelli di categoria NurSin e Nursing UP abbiano intenzione di prendere posizione in merito all’accaduto?
Purtroppo siamo convinti che episodi simili si ripeteranno a breve, vista la scarsità di personale disponibile sulle unità SUE 118 e nei pronto soccorso, l’aumento della popolazione durante il periodo estivo e la conseguente esasperazione dei cittadini. E visto che tutte le promesse fatte dal Commissario ad acta Occhiuto sull’aumento di personale durante il periodo estivo sono rimaste di fatto lettera morta.
È chiaro quindi che, ad oggi, senza un adeguato aumento di personale compreso quello medico, le aggressioni aumenteranno. Ma nonostante la richiesta esplicita fatta da USB di aumentare il numero di unità in servizio, richiesta ripetuta anche durante il tavolo prefettizio, l’ASP di Catanzaro continua a ignorare il problema, mettendo a rischio la salute dei cittadini e dei lavoratori.
Affinché tali episodi non si ripetano, chiediamo:
- All’ OPI della provincia di Catanzaro, nella figura della presidente provinciale Giovanna Cavaliere, di esprimersi sull’accaduto e avviare una campagna di sensibilizzazione per valorizzare la professionalità degli infermieri, rendendo l’utenza consapevole della competenza del personale nell’affrontare le emergenze.
- All’ASP di Catanzaro e Azienda Zero:
o Di esprimersi in merito all’accaduto in difesa dei propri lavoratori.
o Di aumentare immediatamente il personale aziendale, specialmente sulle unità SUE 118 e nei pronto soccorso.
o Di avviare una campagna di sensibilizzazione per spiegare in quali situazioni è necessario chiamare il 118 e in quali invece è preferibile il ricorso alla guardia medica o al trasporto in ospedale
o Di adottare un protocollo per “atti medici delegati” che facilitino l’azione degli infermieri e rendano più efficaci e veloci gli interventi sulle unità demedicalizzate, come richiesto da USB oltre due anni fa.
Ricordiamo che USB è ancora in stato di agitazione sindacale all’ASP di Catanzaro e, se tali provvedimenti non saranno presi tempestivamente, lo sciopero del personale sanitario sarà inevitabile.
USB Sanità Calabria