Tutto come (da noi) previsto per le Regionali, l’europarlamentare in carica ed ex presidente Inps Pasquale Tridico (leggi qui: https://irriverentemente.com/?p=19978) si sfila (o faceva di tutto per sfilarsi) dalla corsa per aspiranti governatori di sinistra. Sempre, se mai c’è stato veramente, in corsa? Perché fondamentalmente il suo ruolo era quello di apripista della collega pentastellata (deputato in Italia) Vittoria Baldino. Mentre il Partito Democratico scalpita per riprendersi la guida della coalizione, esattamente come 4 anni fa. Ma, parliamoci chiaro, una volta (per così dire) acquisita la Toscana con la convergenza dello… zoppicante campo largo sulla (ri)candidatura del superfavorito uscente Eugenio Giani e il casino in Campania per imporre definitivamente il nome del già presidente della Camera Roberto Fico, la leader Democrat Elly Schlein sa bene che il suo destino da protagonista della scena politica (nel partito e nel Paese) non dipende certo da quanto accadrà nella periferica Calabria.

Come in un famoso film di Totò dai vertici romani a quelli calabri della sinistra il consiglio è: Arrangiatevi”!

Alla luce di quanto detto anche Schlein, che pure come detto vorrebbe vincere dappertutto per rafforzarsi e legittimarsi, pare aver… mollato gli ormeggi sulla Calabria. Region in cui, anche per i margini temporali ridottissimi da qui alla data del voto (fissata per il primo weekend pieno di ottobre) subito dopo la consueta pausa ferragostana (che si può contrarre quanto si vuole ma non certo sopprimere), ci pare quasi provenga dai vertici romani ai dirigenti locali del centrosinistra una chiara indicazione. Una sorta di consiglio: “Arrangiatevi, come potete. Tanto quel che accadrà sarà tanto di guadagnato!”. E, del resto, dopo la batosta di 4 anni fa con il “sacrificio” in extremis di Amalia Bruni, sfidante occhiutiana quasi per… caso, sarebbe difficile fare peggio. Senza contare quelle malevoli voci di “patto con il nemico”, di cui vi abbiamo riferito a inizio settimana (leggi qui: https://irriverentemente.com/calabria), che accreditano la tesi di un accordo, ancora vigente, risalente addirittura a fine 2019, inizio 2020 al massimo, per dare via libera alla destra a Palazzo Campanella e in Cittadella in cambio dei Comuni di Catanzaro e Cosenza.

La particolare situazione di Catanzaro

Molto più che a Cosenza è a Catanzaro che il centrosinistra (con i Dem in particolare) si stava sostanzialmente estinguendo. Da ben oltre un decennio. Soprattutto in cima ai Tre Colli, in cui malgrado la miracolosa vittoria di Nicola Fiorita alle Amministrative del 2022 la lista del Pd è sostanzialmente stata il “giardino di casa” del gruppo formato da Fabio Celia e Giusy Iemma. Una lista, cioè, che senza il sacrificio, questo sì assoluto, dell’allora commissario cittadino del partito Salvatore Passafaro (disimpegnatosi da quel delicato ruolo giusto a pochi mesi dalle Comunali) avrebbe preso voti (veri nel senso di numericamente significativi) solo con 3 persone. Un’inezia davvero per un partito come il Pd. In lizza solo grazie ai citati Celia e Iemma (peraltro insieme per la doppia preferenza di genere) e, comunque sideralmente lontana da loro due in termini numerici, Igea Caviano. Perché poi c’era il vuoto in una sorta di compagine personale, ribadiamo, appaltata agli stessi… intercambiabili Celia e Iemma (al tempo e, se possibile ancor di più oggi, quasi la stessa persona in ambito politico. Non lo si dimentichi. Mai!). Una coppia inossidabile che nel 2022 era candidata con l’affiancamento di un po’ di gente messa lì a far da sostanziale riempilista.

Torniamo subito alle Regionali

Ma anche se l’accorduni destra-sinistra fosse frutto della fantasia del nostro prezioso informatore vicinissimo al governatore, o addirittura della propaganda più dozzinale, malgrado i tanti… scivoloni (e le contraddizioni) dell’indagato Occhiuto (un dato nient’affatto trascurabile, sia chiaro!), quanto si palesa dall’altra parte sembra indirizzare l’esito della contesa ancora una volta dalla parte del presidente in carica. E non lo diciamo soltanto per le solite schermaglie interne e macroscopiche difficoltà nella scelta dell’alfiere della coalizione che, comunque vada, sarà a guida Pd. Bensì anche per il mancato controllo sull’infiltrazione di certi soggetti (prestanomi di altri, impresentabili nelle istituzioni e nei partiti). Tanto che ci pare di vedere un Pd a serio rischio di presentarsi ai nastri di partenza con qualche… miccia sotto ai piedi!

La sinistra e quello strano caso Pitaro nel 2021

Alle Regionali dell’ottobre 2021, a sinistra, ci fu un’imprevista esclusione eccellente che forse dimostrò plasticamente come a coalizioni e partiti interessino assai più i giochi di… palazzo di far concretamente… pulizia. Perché altrimenti non si capirebbe come, appunto 4 anni fa, non fu permesso all’uscente Francesco Pitaro di (ri)proporsi alla carica di membro dell’assise di Palazzo Campanella. Eppure si tratta(va) di uno stimato avvocato, non certo chiacchierato. Anzi, semmai il contrario. Perché lo stesso Pitaro fu poi peraltro scelto come aspirante senatore circa un anno dopo, proprio dai Democrat. Incredibile, restando il fatto che quando sembrava proiettato a prendere oltre 10mila preferenze alle Regionali venne… segato ingiustamente. Mentre, ribadiamo, adesso i controlli paiono (però forse ci sbagliamo) assai più… labili. Ma magari, essendo Pitaro persona perbene e bravo professionista, dava assai più fastidio di qualche lazzarone o… lazzarona sotto mentite spoglie. 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *