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Riceviamo e pubblichiamo

L’estate è ormai alle porte, e come ogni anno, l’emergenza urgenza in Calabria è un campo minato pronto a esplodere.

Mentre la popolazione sul territorio aumenterà inevitabilmente a causa dell’afflusso turistico, il personale delle postazioni SUE 118 sarà drammaticamente ridotto dalla necessità – legittima e sacrosanta – di usufruire delle ferie estive.

Nonostante questo quadro assolutamente prevedibile, né la Regione Calabria né Azienda Zero hanno mosso un dito per rafforzare il servizio.

Un silenzio colpevole

Non possiamo dimenticare le tragedie come quella di Serafino Congi, morto a San Giovanni in Fiore in attesa di un’ambulanza che non è mai arrivata in tempo.

Episodi come questo rischiano di ripetersi drammaticamente anche quest’estate in assenza di interventi strutturali e immediati.
Ma c’è di peggio.

A rendere ancora più grottesca e grave la situazione è l’atteggiamento assurdo  dei vertici del sistema emergenza calabrese. Il Dott. Riccardo Borselli e il Dott. Gandolfo Miserendino, in un primo momento, hanno affermato che tutti gli autisti soccorritori previsti erano già stati chiamati in servizio.

Ma a smentire le loro stesse parole, subito dopo le dichiarazioni sono stati attivati ben 13 nuovi autisti soccorritori presso l’ASP di Reggio Calabria.

Una smentita nei fatti che certifica una gestione caotica, confusa e assolutamente non trasparente del servizio.

La verità è che esistono le condizioni per attivare immediatamente nuove postazioni SEU 118: ci sono mezzi acquistati dalla Regione, ci sono autisti e infermieri idonei ancora fermi in graduatoria, ci sono territori scoperti e una popolazione che chiede risposte.

E invece? I mezzi giacciono inutilizzati – e ancora attendiamo risposte su come sia stato possibile acquistare ambulanze prive di airbag lato passeggero – e gli operatori restano a casa.

A conferma dell’assenza totale di razionalità nella gestione del SEU, la Regione Calabria continua a ignorare la possibilità concreta di attuare il potenziamento del servizio che essa stessa ha previsto nei suoi atti ufficiali.

A peggiorare ulteriormente il quadro, segnaliamo:

• i recenti pensionamenti degli autisti soccorritori dell’ASP di Cosenza, che ridurranno ancora di più il personale disponibile,
• l’immobilismo sulle graduatorie, che restano inutilizzate mentre le postazioni affondano,
• il mancato pagamento degli straordinari agli infermieri dell’ASP di Cosenza per l’anno 2025, che porterà a un inevitabile rifiuto di ulteriori prestazioni aggiuntive e a un aumento vertiginoso dei turni scoperti.

Come se non bastasse, la Regione Calabria decide di aprire nuove postazioni SEU private, un vero e proprio schiaffo ai cittadini e ai lavoratori pubblici. Non ci conforta affatto questa scelta: per legge, le ambulanze private non possono soccorrere i codici rossi perché sprovviste di personale sanitario a bordo.

Che emergenza è quella in cui si affida la vita dei cittadini a un servizio dimezzato e privo delle competenze necessarie a salvare vite?

USB Sanità Calabria dice basta!

Prima che la Calabria sia costretta a piangere nuove vittime innocenti, chiediamo con forza e determinazione:

• l’apertura immediata di nuove postazioni SEU pubbliche,
• lo scorrimento totale e urgente delle graduatorie degli autisti soccorritori e degli infermieri,
• l’immediato pagamento degli straordinari arretrati per il personale sanitario in servizio.
Non c’è più tempo. O si agisce subito, o si sarà complici delle prossime tragedie.
USB Sanità Calabria

Al fianco dei lavoratori. Al fianco dei cittadini. Contro l’abbandono del servizio pubblico.

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