Ogni operazione antindrangheta che purtroppo si sussegue in Calabria restituisce una realtà magari non nuova, ma sempre più preoccupante. Relativa alla crescente e debordante… liquidità della mafia. La quale, oltre a permeare tutti (o quasi) i contesti economici che da sani diventano quindi malati, e a cooptare letteralmente la politica batte costantemente le strade di questa precisa direzione. Vale a dire anche il controllo ‘militare’ dell’informazione, senza parlare qui dei livelli di commistione con massoneria e Stato deviati. Che costituisce il… gradino successivo, e più alto, dell’infiltrazione metastatica mafiosa nella società. Ma c’è una dimensione intermedia di una stampa, nazionale e locale, negazionista.

Il negazionismo

Il negazionismo simile alle deliranti tesi di post-nazifascisti su Olocausto e Shoah. Secondo loro invenzioni o, al massimo, esagerazioni di chi è… venuto dopo. Stesso dicasi, con la criminalità organizzata, che per certi cronisti non esiste. O esiste solo nella tragica, ma semplicistica, dimensione di banda armata. Una congrega di boss e picciotti, in coppola e lupara, che non dialoga con alcun potere. Perché quelli in giacca e cravatta, quelli cioè dello strato sociale degli incensurati ben inseriti e ben vestiti, sono innocenti. Sempre e comunque. Neppure contemplati allora, in tale folle visione, mediatori e faccendieri. Soggetti, in apparenza puliti, da sfruttare per affari sporchi. I quali in alcuni casi, come proprio nella città di Catanzaro ad esempio, fungono da cerniera tra il mondo di sopra (in apparenza pulito appunto) e quello di sotto (inesplorabile, nauseabondo e spesso nascosto).

Il mondo di mezzo

E in mezzo? Un fiume di denaro soprattutto, provento dell’attività malavitosa, e altre utilità a disposizione (pro quota) di quanti servono a tale meccanismo, concepito dalla descritta terribile congrega, e ne vogliono far parte. Parecchi, purtroppo. Mentre il resto viene posto sotto sorveglianza. Come la Procura ai tempi del mandato di capo dell’Ufficio svolto da Nicola Gratteri. In cui c’erano probabilmente organi di stampa e loro “giornalisti” che, consapevolmente o inconsapevolmente, dovevano fungere da sentinelle in… campo per poi riferire a chi di dovere prima di scrivere i pezzi. Tant’è vero che, partito Gratteri, si è esaurito anche il ciclo vitale di questi stessi organi di informazione. Rimasti sostanzialmente privi di scopo. E dunque accompagnati a un’inevitabile chiusura. Un mesto ma studiato epilogo.

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