Riceviamo e pubblichiamo
In Italia gli incassi incamerati dagli enti locali grazie alle multe stradali sfiorano quota 1,6 miliardi di euro per il 2024. Lo afferma una indagine condotta dal Codacons che ha analizzato i proventi dei comuni italiani derivanti da violazioni stradali.
In Calabria, solo nel 2024, si incasseranno circa 24 milioni di euro (22.526.769,65 euro aggiornato al 12 dicembre 2024): praticamente 2milioni di euro ogni mese.
La legge imporrebbe vengano usati per migliorare la sicurezza delle strade.
Proprio per questo motivo il Codacons chiede alla Magistratura contabile la verifica del rispetto del vincolo di destinazione altrimenti si proceda per peculato, distrazione ed abuso.
Se da un lato crescono gli incassi dei Comuni garantiti dalle sanzioni stradali, dall’altro la trasparenza circa l’utilizzo di tali risorse da parte delle Amministrazioni locali non solo non aumenta, ma sembra addirittura ostacolata.
È il caso del famoso “Osservatorio sulle multe stradali” del Mit introdotto nel 2023 che sarebbe dovuto entrare in funzione già lo scorso anno, con il compito di realizzare una relazione annuale “contenente in particolare i dati relativi agli incidenti stradali e alla regolarità e trasparenza nell’utilizzo dei proventi delle sanzioni amministrative pecuniarie e nell’uso dei dispositivi elettronici di controllo della velocità”.
Di tale Osservatorio non si sa più nulla, un grave ed ingiustificato ritardo a danno dei cittadini sul quale il Ministro Salvini farebbe bene a dare spiegazioni”.
Del resto, quanto i comuni siano rispettosi della legge è sotto gli occhi di tutti. Buche talmente grandi da inghiottire le auto, asfalti che si disfano alla prima pioggerellina, segnaletica cervellotica, illuminazione insufficiente…praticamente viaggiamo lungo delle trappole.
Le casse comunali – si potrà obiettare – non consentono di porvi rimedio.
Eppure non tutti sanno che a fronte di un crollo vertiginoso delle spese in lavori per la manutenzione stradale, crescono a ritmo impressionante gli incassi da multe.
Per il Codacons si tratta di due facce della stessa medaglia.
Ed infatti l’art. 208 del codice della strada impone agli enti locali una destinazione parzialmente vincolata delle entrate derivanti dalle sanzioni amministrative per la violazione del codice della strada.
Almeno il 50% delle sanzioni – sostiene Francesco Di Lieto, vicepresidente nazionale del Codacons – dev’essere destinato alla sicurezza ed alla manutenzione stradale e, in particolare, a tutelare gli utenti più deboli: bambini, anziani, disabili, pedoni e ciclisti.
In Calabria, a fronte dello stato, a dir poco, vergognoso in cui versano le nostre strade, ci sono comuni che incassano cifre da capogiro, senza ricadute positive per la circolazione stradale.
Un vero e proprio fiume di danaro – continua Di Lieto – a volte ottenuto con comportamenti davvero discutibili. Come vengano impiegate queste risorse è un mistero inestricabile.
Gli automobilisti sono considerati come una gallina dalle uova d’oro dimenticando che l’obiettivo non è quello di far cassa, bensi diminuire i sinistri stradali.
Il Codacons ha deciso di vederci chiaro sulla destinazione dei fondi raccolti dai comuni Calabresi attraverso le contravvenzioni per violazione del Codice della strada.
L’associazione ha inviato un esposto alla Magistratura lamentando una distrazione dei fondi vincolati, usati per coprire spese correnti.
Una chiara disposizione di legge che troppo spesso viene “aggirata” dai comuni che impiegano questi proventi per coprire non le buche, bensì i buchi del proprio bilancio, mentre aumentano sempre più le vittime per inefficienza sulla manutenzione stradale.
Pretendiamo – conclude la nota del Codacons – che venga imposto ai comuni di utilizzare questi fondi sul territorio al fine, non solo di soddisfare il giusto sacrificio economico dei cittadini sanzionati, ma anche di apportare un adeguato contributo a quella sicurezza stradale che, per le attuali condizioni delle nostre strade, risulta essere una chimera.