Simbolo Codacons

Riceviamo e pubblichiamo

Secondo l’analisi di Confcommercio, la spesa media delle famiglie italiane nel 2024 si è attestata a 22.144 euro.

Un dato che rimane lontano dalla spesa massima raggiunta nel 2007, quando era a 22.334 euro.

Questo dato non è altro che la prova lampante della profonda crisi strutturale che attanaglia le famiglie italiane da quasi vent’anni.

Nonostante qualche incremento in settori come la tecnologia, il potere d’acquisto reale delle classi popolari è miseramente stagnante, a causa di politiche economiche che hanno ignorato il diritto a condizioni di vita dignitose sancito dall’articolo 36 della Costituzione.

In questo quadro di impoverimento dilagante, il Codacons denuncia l’assurda decisione del governo di aumentare la spesa militare fino al 5% del Pil, un impegno sconsiderato che sottrae risorse vitali al welfare, ai servizi pubblici e al sostegno alle famiglie.

È vergognoso che, mentre milioni di cittadini faticano a mettere insieme il pranzo con la cena, il governo scelga di alimentare la macchina della guerra invece di investire nel benessere sociale e nella giustizia economica.

La situazione in Calabria, ultima regione d’Europa per condizioni economiche, è emblematico del fallimento delle politiche finora adottate.

Qui l’aumento impressionante della povertà non trova risposte concrete, e si preferisce distrarre l’opinione pubblica con improbabili “ponti” e altre opere simboliche che non risolvono il dramma quotidiano delle famiglie calabresi.

Il Codacons invoca misure strutturali e fiscali per rilanciare i consumi e ridare dignità economica alle famiglie.

Un drastico cambio di rotta nelle priorità di spesa pubblica, con tagli immediati alla spesa militare.

Urgono interventi mirati per contrastare la povertà in Calabria e nelle aree più disagiate del Paese.

La crisi non può più essere ignorata né nascosta dietro le false promesse di crescita tecnologica o investimenti inutili. È tempo di riconoscere che solo una politica economica a favore delle classi più deboli può spezzare le catene dell’oppressione sociale e restituire speranza.

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