Premessa fondamentale: in democrazia, se non ci sono motivi ostativi espressamente previsti dalla legge, ognuno è libero di candidarsi. Dove, quando e con chi, vuole. Resta il fatto però che, almeno a nostra memoria, due fratelli in lizza per il consiglio regionale non ce li ricordiamo. E invece ecco spuntare, in Calabria, le candidature di Giuseppe (“Pino”) e Francesco Pitaro. Entrambi, stando ai loro annunci social, in corsa nelle file del centrosinistra. E se poi pensiamo che c’è pure un terzo fratello (Romano), non certo con velleità da consigliere, ma capo della comunicazione del presidente del consiglio regionale in carica da fine 2021, il leghista Filippo Mancuso, allora sì che la vicenda diventa giornalisticamente interessante.
“Pino” contro Francesco, derby di famiglia nelle urne
Il maggiore dei due aspiranti membri di Palazzo Campanella, “Pino”, correrà per Italia Viva, o con l’aggregazione centrista di cui il partito renziano potrebbe far parte. Mentre il minore, Francesco (peraltro un ex in veste di consigliere: gennaio 2020-ottobre 2021), con la lista del Pd (circostanza impossibile o quasi dopo quanto successo nella battaglia per la segreteria provinciale di Catanzaro. Leggi qui: https://irriverentemente.com/catanzaro-attento-pitaro-cosi-resti-di-nuovo-fuori-da-tutto-perche-la-battaglia-intrapresa-nel-pd-si-scrive-congresso-provinciale-ma-si-legge-regionali/ e qui: https://irriverentemente.com/catanzaro-pitaro-se-ne-va-sbattendo-la-porta-ritira-candidatura-da-congresso-provinciale-pd-scendo-da-giostra-irregolarita-frasi-gravi-nette-e-schiette-nel-suo-stile-pacato-ma-fermo-ora/) o una lista collegata ai Dem tipo, per chi se la ricorda, la… vecchia Democratici e Progressisti (Dp). O ancora, in ultima analisi, con il cosiddetto listino del presidente, se questi fosse un Dem. Ma sarebbe incredibile, perché significherebbe il… tramonto della “proposta” Pasquale Tridico (invocato a Roma e soprattutto in Calabria come la Madonna Pellegrina) e ancor di più della guida M5s. Qualcosa ai limiti del fantascientifico per quanto maturato finora.
Ma c’è di più, anche il fratello Romano con un ruolo non certo secondario in Regione
Lo abbiamo detto in premessa e ci ripetiamo: Romano Pitaro non è, e non sarà, candidato alle sempre più imminenti elezioni calabresi. Ma resta, come vedremo, uno che in Regione conta. Eccome! Alla luce di un ruolo chiave da membro e poi addirittura responsabile della Comunicazione del consiglio regionale per circa tre decenni e da attuale capo dell’ufficio stampa del presidente dell’assise di Palazzo Campanella, Mancuso. Romano, infatti, è l’unico tra i tre fratelli Pitaro a non essere avvocato bensì giornalista. Tutti e tre, però, sono accomunati da una professionalità che prescinde e, va ben oltre, la politica. Che pure, evidentemente e legittimamente sia ben chiaro, esercita su di loro un richiamo molto forte.
Breve storia di “Pino”, probabilmente segato da un’inchiesta
“Pino”, figura di spicco del Pd locale e plurisindaco di Torre Ruggiero ormai un bel po’ di anni orsono, a un certo punto sembra il più lanciato della famiglia verso grossi traguardi politici. Ma, probabilmente, a tarpargli le ali è l’inchiesta Orthrus in cui è indagato addirittura per concorso esterno in associazione mafiosa. Un’ipotesi che aveva persino portato alla relativa iniziale richiesta di arresto. Avanzata dalla Procura della Repubblica di Catanzaro allora diretta da colui che era anche il capo della Dda del Distretto, Nicola Gratteri. Una richiesta subito rigettata per mancanza di sufficienti elementi a suffragio che, per così dire, fece il paio con il successivo proscioglimento da ogni accusa. Ma che, ribadiamo, potrebbe aver danneggiato non poco la carriera politica dello stesso Giuseppe Pitaro. Impegnatosi poi non più in prima persona, almeno fino a questo 2025, bensì a sostegno della (vincente) candidatura del fratello Francesco nel ‘20. Un appoggio continuato fino alla sorprendente esclusione, operata dal vertice del centrosinistra, dal novero dei possibili “rientranti” a Palazzo Campanella di Francesco. Una decisione che lasciò perplessi e stupiti molti.
Il profilo di Francesco e quel giallo del ‘21
Francesco, il più giovane dei citati tre fratelli Pitaro, inizia a essere mediaticamente molto noto agli albori del… rampantismo Cinque Stelle. Perché nel Movimento, almeno allora, del civismo e dell’allergia, o ancora meglio dell’avversione, per la vecchia politica e soprattutto per i vecchi politici un profilo come il suo sembra perfetto. È infatti il legale delle battaglie civili, delle cause di… popolo (vedasi salvaguardia dell’ospedale Pugliese), ma per vederlo eletto bisognerà attendere 7-8 anni dopo. E non con i grillini, bensì con una delle… isolette dell’arcipelago Democrat. Pitaro, però, va forte e un anno dopo l’elezione, a fine gennaio 2020, ancora in pieno marasma Covid e con la certezza di nuove elezioni a breve per la prematura scomparsa pochi mesi prima del governatore Jole Santelli, sembra il top player di una sinistra uscita malconcia dal confronto con una destra guidata dalla sfortunata Santelli. Ma niente da fare, perché accade l’imponderabile: senza un’apparente spiegazione logica, cioè, Francesco viene escluso da tutto. Salvo poi essere, esattamente un anno dopo (fine estate ‘22), candidato di bandiera al Senato per il Pd e successivamente capostruttura (nel frattempo dimessosi) dell’ex collega Dem Raffaele Mammoliti. Adesso, invece, torna in corsa con il fratello avversario e forse pure un membro del suo gruppo politico. Ma questa è un’altra storia, assai ricca di spunti, che vi racconteremo molto presto.
Infine, il non candidato ma “influente” Romano
Romano è il terzo fratello Pitaro, già membro, vicecapo e poi capo dell’Ufficio stampa di Palazzo Campanella e direttore di Calabria On Web. Che dopo quasi 30 anni di servizio viene, per così dire, licenziato. Si ipotizza infatti che, al pari di qualche altro collega, non avrebbe i titoli per stare dove sta(va). E se la memoria non ci inganna, anche con annessa richiesta di maxi-risarcimento nei confronti dell’ente. Nell’ambito di un provvedimento che solleva un polverone, ma poi si rivela la solita bolla di sapone. Tant’è vero che Romano è ancora al lavoro in Regione quando il fratello Francesco diventa consigliere e apre l’interrogativo se l’Ufficio stampa sia da considerarsi una struttura speciale o meno. E se dunque vi sia incompatibilità in… famiglia con Francesco. Ma altro nulla di fatto, fin quando tutto sarà superato dalla scomparsa di Santelli e dalla necessità di rivotare. Come detto, infine, Romano ricopre un ruolo di primissimo piano nella struttura di Mancuso. E anch’egli è una degnissima persona e uno stimato professionista, seppur in ambito assai diverso dai fratelli, al pari degli avvocati e politici (ma forse pure futuri consiglieri regionali) Francesco e Giuseppe di cui vi abbiamo così diffusamente parlato fin qui. E, con ogni probabilità, vi (ri)parleremo nell’immediato futuro.