Donald o Kamala? Trump o Harris? L’ex Presidente di nuovo tale o l’attuale Vice promossa al rango più alto? Dubbi che attanagliano gli States, ma in realtà il mondo intero, per quello che sarà l’esito elettorale nella superpotenza d’Oltreoceano tra circa 36 ore. Attenzione, però. Non è affatto detto che ci sia un verdetto. O meglio: che lo si avrà in tempi ragionevoli. Considerata la ventilata parità quasi perfetta nei sondaggi tra i due competitor alla carica elettiva più importante del pianeta. Situazione che potrebbe portare ad accuse di brogli, ricorsi, (ri)conteggi et similia per giorni, se non addirittura per settimane, dopo il voto. Malgrado ciò, un responso (certo) già c’è. Trump stravincerà tra gli italiani d’America. Gli italoamericani, insomma.
Che l’hanno incoronato il loro… re. Uno che gli darà le risposte attese, tutelando la grande comunità di quanti hanno lasciato il Belpaese molti anni fa. O, anche stavolta per meglio dire, i loro figli, nipoti e pronipoti, che in molti casi, anzi nel 99.9% dei casi, sono a tutti gli effetti cittadini statunitensi essendo nati in America. Ma il legame con l’Italia resta lo stesso forte. Fortissimo. Soprattutto a New York (Stato e Città di Ny), la loro patria d’elezione diciamo così, essendo sbarcati originariamente tutti lì. Ma poi stabilitisi pure in numerose altre città: dalla Est, alla West, Coast. Vengono, o sono discendenti, da ogni zona d’Italia. Persino da quel profondo Nord, che uno mai di primo acchito si immaginerebbe terra d’emigranti. E invece… . Comunque sia tra loro a far numericamente la parte del leone sono siciliani, campani e calabresi. In talune circostanze, neanche poi poche, con famiglie appartenenti, fiancheggiatrici o legate, a “cosa nostra, camorra e ‘ndrangheta”. Che pur in un feudo dei Democratici, come Ny, voterebbero in massa per il Repubblicano Trump per motivi non proprio edificanti.
Ovvero perché il tycoon, poi diventato Presidente, avrebbe vecchi e consolidati rapporti con la mafia. Che, dunque, lo… sponsorizzerebbe nella grandissima comunità italiana degli Usa. Parola di Report. Che, ieri sera, dopo peraltro un servizio del quotidiano Il Tempo di qualche giorno fa, che parlava però solo delle manifeste simpatie riscosse da Trump tra gli italoamericani, ha messo l’accento con interviste e servizi su una “mafia trumpiana” e un Trump non mafioso ma amico e talvolta in affari con i mafiosi. Un terribile dubbio, che tuttavia resterà tale almeno prima della decisiva elezione di domani.
