Andrea Santoro di MessinaAndrea Santoro di Messina

A 35 anni (36, il prossimo 15 marzo) con 14 gare fin qui dirette in A, il signor Alberto Santoro di Messina (capace di debuttare in massima serie a 31 anni e 10 mesi) è a un bivio tra l’ambire a raggiungere il ristretto novero dei migliori e il restare invece un arbitro di medio, se non basso, livello. Scrivevamo così, seppur con dati riferiti a quel momento come ovvio, circa dodici mesi fa alla vigilia dell’allora big-match di B Venezia-Catanzaro. Quando, forse un po’ a sorpresa, il fischietto peloritano fu scelto per quella direzione di gara con appena 11 gettoni di presenza in massima serie. Finì 2-1 per i lagunari, perché con lui le Aquile non hanno (mai) vinto. 

Il consuntivo dei giallorossi calabresi con Santoro, infatti, è di due sconfitte e tre pareggi tra C e B con però una sola gara giocata in casa. Santoro nel frattempo sarà alla 47. “chiamata” nel campionato cadetto. Che ritrova dopo un paio di mesi di indisponibilità. Nulla di grave, comunque, per lui. Ma un po’ di terreno perso rispetto ai colleghi, di certo sì. Sempre rapportando giudizi e previsioni alla prestigiosa dimensione della Can, solo da quest’anno in avanti si capirà se Gianluca Rocchi e i membri della Commissione che quest’ultimo presiede punteranno sul Ddg messinese per il giro che… conta. Un ambito per cui Santoro è all’ultima chiamata. Considerato come, ribadiamo, a metà marzo venturo compirà 36 anni e l’anno scorso abbia visto la massima serie appena tre volte. 

Tuttavia, a lui andrà sempre il merito  di aver fatto ritrovare la serie A alla sua città, e soprattutto sezione di appartenenza, dopo 13 anni e 8 mesi ovvero dall’ultima apparizione di Roland Herberg. E non è certo un merito da poco, considerato che parliamo della sezione di signori “internazionali” del calibro di Angelo Amendolia e addirittura il top class Fifa Referee Tullio Lanese, per così dire peraltro esibitosi nella fila di Coppa dei Campioni del 1991 Bari, a lungo anche presidente dell’Aia. Carica, per cui ci furono le lezioni la prima volta nel 2000 con appunto la sua vittoria, che dovette lasciare prima del ciclone causato dallo scandalo Calciopoli.

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