Il nostro rapporto in generale con il Pd locale, in cui militano peraltro tante persone che stimiamo, e quanto avvenuto a noi nell’ultimo mese e negli ultimi giorni merita un approfondimento. Che nasce dalla semplice sequenza temporale di certi fatti accaduti. Perché se, sempre in linea generale, “l’arma” della politica nell’indefettibile  confronto con la libera stampa è la via giudiziaria c’è di che interrogarsi! E anche a lungo. In particolare se si tenta di condizionare chi (man)tiene la schiena dritta e non lavora per organi di informazione la cui matrice è chiara. E di cui, a prescindere se e quanto letti, si sa essere fortemente orientati dal… padrone e quindi poco attendibili. Cosa che a livello locale si nota e non si nota, poiché molti articoli si aprono per vedere se stessi ritratti nella cosiddetta foto-notizia (o vedere il parente o l’amico); per capire chi è che ha avuto l’incidente o, ancor più, è stato attinto da un provvedimento giudiziario. Certo: anche questo è un modo per acquisire una notizia, magari sul Club o la Loggia che uno frequenta, ma spesso si tratta quasi di un pettegolezzo o di una notiziola a esclusivo uso e consumo dei diretti interessati. Tipo: “Quelli della 3. C si rivedono dopo 30 anni o il Liceo Tizio in gita a Barcellona”. E piacere al… , verrebbe quasi da esclamare. Perché l’informazione vera è, anche a livello locale, altro. Anzi, ben altro.

Niente complottismi, per carità. Ma…

Al di là di tutto, noi che non abbiamo e mai avremo reticenze di sorta nel racconto dei fatti, stavolta siamo vincolati a essere molto parchi. Ovvero assai stringati  nel racconto, lomitati dalla peculiare vicenda giudiziaria che ci riguarda. Dopo una querela per diffamazione (la prima subita nella nostra ormai ultraventennale carriera giornalistica) per cui siamo francamente rimasti interdetti. E dunque obbligati a non essere del tutto espliciti, prima di essere sentiti dagli organismi preposti. Previsti per legge. Si capirà assai meglio infatti nelle sedi opportune, non appena saremo nelle condizioni di sapere di cosa si tratti. E quindi senza essere dietrologi o peggio complottisti, come impone la nostra professione di meri cronisti, mettiamo appunto in fila quanto si è verificato. In un ristrettissimo arco temporale, per giunta. Ovvero da quando qualcuno, sempre da una certa area del Pd non riferibile a chi ci ha querelato, ci voleva somministrare, esattamente un mese fa, quella che in gergo giornalistico viene definita una “polpetta avvelenata”. Ovvero una notizia che, a prescindere se vera o falsa, senza documenti a suffragio porta dritti a una querela per diffamazione con quanto giustamente ne consegue se le affermazioni fatte sono pesanti e prive di riscontri.

Ecco però cosa ci è successo nello specifico

Il riferimento a quanto fin qui detto, è alla seguente… confidenza: “In una certa importante istituzione pubblica del capoluogo è stata favorita l’assunzione di una persona per fare un favore in cambio di uno diverso in un’altra istituzione politica. E pubblica pure questa, come ovvio. Fatto che ci induce a poter e dover temere come si stesse forse da tempo cercando il modo di farci… scivolare per i nostri ripetuti pezzi sul partito catanzarese di Elly Schlein. Vale a dire di farci denunciare per depotenziarci. Giochino che si sarebbe per giunta ripetuto seppur in altre forme, ribadiamo senza alcun riferimento alla vicenda giudiziaria di cui siamo invece involontari protagonisti, qualche giorno fa. Coincidenze, magari. Che allo stato non provano alcunché. Ma che ci obbligano a tutelare la nostra onorabilità prima e professionalità poi in ogni sede e modo opportuno. Come ovvio, prestando la massima attenzione a eventuali e attualmente del tutto ipotetici piani per metterci fuorigioco.

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