In molti di voi, cari amici lettori, avranno notato sui propri profili Facebook quel simpatico post che recita, con tanto di foto assurde a corredo, “Cose (o persone) che non sai come siano finite lì o… stanno insieme”. Ecco, peccato che a nessuno sia venuto in mente di adattarlo al Comune di Catanzaro. Perché nella rubrica social, per così definirla, ci finirebbero a giusta ragione un sacco di persone ogni settimana. E, in particolare tra ieri e oggi, Valerio Donato e Marco Polimeni oltreché Fabio Celia e Nicola Fiorita (ma potremmo anche includerci quest’ultimo e Antonello Talerico).
La politica non più tale in città da decenni ormai
Prima di parlarne, però, dobbiamo necessariamente dare conto delle frasette di circostanza dietro a cui i politici, non solo locali per la verità, si schermano: “In politica la coerenza non esiste; la politica è l’arte dell’impossibile; in politica ciò che vale la sera non vale la mattina e così via all’infinito…”. Morale della favola? Sono tutti gli stessi. O quasi. Ecco perché la gente non gli crede, ma colpevolmente li lascia fare attaccata alla mammella del bisogno. Talvolta anche per cose banali e dovute, senza addirittura che ci sia una reale necessità. Ma così, quasi per abitudine. Una forma di ossequio al potente di turno o anche a chi potente non è, ma in un certo momento espleta una determinata funzione.
Gli stracci che volano tra Donato e Polimeni
Senza indulgere alla… filosofia, però, gli stracci che stanno volando tra Forza Italia e Azione (leggasi il centrodestra e il gruppo di sinistra Guerriero-Donato) o meglio ancora tra Polimeni e Donato ci portano a pensare a quanto sia povera e disgraziata Catanzaro. Perché oggi “questi” (con il rispetto per le persone, sia chiaro) avrebbero governato insieme. E insieme stavano, amorevolmente o meno non si sa, due anni orsono. Non 30, ma 2, ribadiamo. Certo Donato, nel frattempo magicamente tornato in Aula prof anche per un Gianmichele Bosco che, da presidente del civico consesso, ne aveva cassato il titolo professionale e forse persino quello accademico, assicura come tutti sarebbero stati al suo comando.
Tant’è vero che lo stesso Bosco, forse intimidito ora con il prof in squadra, ha ripreso a trattarlo con la deferenza di un tempo rispetto a quando invece si perculavano in Consiglio. Prima, cioè, che scoppiasse di nuovo il (disinteressato, come ovvio) sentimento. Ma resta il fatto che, solo per un tradimento dell’ultima ora di alcuni “senatori” e leader regionali del centrodestra, il prof (per noi sempre stato tale) non è diventato sindaco in compagnia proprio della destra.
Moderata ed estrema. E comunista o meno che fosse lui. Malgrado l’appartenenza sembra non contare più a livello comunale, in cui a parere dei politici locali può accadere di tutto, mentre conta eccome. Così come importa che un Donato sindaco la sarebbe stato il modo di veder governare oggi la città a un… caravanserraglio tenuto insieme unicamente dal collante del potere o, peggio ancora, di vederlo andare fuori strada alla prima curva.
Il furente Celia è l’unico motivo perché non ha ancora scaricato
Ma se pensate che il capoluogo abbia evitato un destino cinico e baro con la sconfitta dell’appena descritta Corazzata Potëmkin, immaginate invece l’alto tasso di conflittualità interna strisciante tra il capogruppo del Pd Fabio Celia (ormai il principale o quantomeno più autorevole partito a sostegno di Nick) e il sindaco.
Un Fiorita che, mentre sbandiera immaginari e immaginifici risultati ultra positivi anche sulle scuole (mentre noi stessi abbiamo parlato di suo disastro sul punto 9 giorni fa. Leggi qui: https://irriverentemente.com/?p=5659) incassa la bastonata a mezzo stampa di Celia sul “caro mense scolastiche”. Da cui si evince che famiglie con 3 figli in età scolare (fino alle medie almeno per i non convittori di alcuni Istituti pure superiori) si stiano letteralmente dissanguando, dovendo pagare fino a 120€ al mese. Mentre Nick elargisce soldi a pioggia, senza fiatare, dai Fondi di Riserva per Festival e kermesse di quei potenti che proprio per questo fanno il tifo per lui. E si adoperano per fargli conservare il posto finché si può, avendo per loro il sigillo dell’affidabilità.
Fatto che Celia non tollera proprio. E se non fosse per lo stretto legame con la vicesindaca Giusy Iemma e il presidente dell’Amc Felice Perrone, che lui ha messo dove stanno ora con i suoi voti e i suoi accordi politici, soprattutto dopo la formazione dell’ultima Giunta del Fiorita-ter, avrebbe già fatto succedere un… 48. E non solo sullo spinoso tema scuole. Quanto soprattutto per le sue indicazioni completamente ignorate,