Sulla carta è un portafortuna del Catanzaro l’arbitro Livio Marinelli di Tivoli. Che nel primo pomeriggio odierno (alle ore 15) dirigerà le Aquile a Salerno. Che l’hanno trovato sul loro cammino in ben 3 big-match, tutti in trasferta come oggi, ottenendo addirittura 7 punti sui 9 a disposizione. Frutto di un pari a Cosenza (1-1) in C, quasi 9 anni fa, e due vittorie (entrambe per 2-1) assai più recenti ovvero nella scorsa serie B. A Genova, con la Samp, e a Palermo, ai danni dei rosanero, per l’esattezza. Ma vediamo chi è Marinelli più nello specifico. Ormai prossimo ai 40 anni, che compirà il 6 novembre, fuori dal campo è un maresciallo capo degli Alpini. Membro del 7. Reggimento, fino al 2013 impegnato nella guerra in Afghanistan in una missione di peace-keeping dell’Onu. Il traguardo che taglierà, verosimilmente a breve, sarà quello delle 50 partite in A.
Marinelli arbitro affidabile
Si tratta, quindi, di un arbitro di una certa esperienza, anche contando pure le sue 90 gare di B. Compresa quella che, per così dire, affronterà tra poco. E che sarà la prima, per lui, tra i cadetti nella stagione in corso. Finora, infatti, è stato impegnato (per ben tre volte su 5 giornate) in A. E da questo si capisce di che livello sia. Peccato solo il ‘tempo perso’ in Can B, per lui, che lo ha portato di fatto a essere un arbitro di A alle soglie dei 36 anni. Età che non gli ha consentito di entrare nel novero dei papabili internazionali. Il suo debutto in massima serie, da fischietto della ‘vecchia’ abolita Can B, risale però a fine ottobre 2017. Dopo che nel 2016 aveva vinto il premio di ‘migliore’ della Can Pro con tanto di finale di Coppa Italia ‘minore’ diretta. Niente a che vedere, tuttavia, con le due classiche Milan-Napoli e Napoli-Inter in cui, qualche stagione più tardi, se l’è cavata molto bene. Come premesso, è espressione della sezione di Tivoli che prima di lui aveva vantato tre tesserati di peso nella storia dell’Associazione. Ma con gli ultimi due attinti da sanzioni gravi per comportamenti giudicati del tutto inappropriati e ‘illeciti’ dalla giustizia domestica di Assoarbitri e Figc.
Gli illustri predecessori, a Tivoli, del Ddg attualmente in attività. Tra cui un… controverso top level
Il riferimento è al noto Massimo De Santis (nel 2005 arbitro di un ‘famigerato’ Catanzaro-Crotone in B, di cui noi eravamo radiocronisti), che dopo il ritiro di Pierluigi Collina a metà anni Duemila è stato per un anno il più quotato Ddg italiano. Incappato però nella vicenda Calciopoli. A lui si aggiunge Fabrizio Pasqua (nel 2012 designato per un ‘cruciale’ Catanzaro-Perugia di 2. Divisione), inizialmente sospeso per 15 mesi dalla Disciplinare per una faccenda di rimborsi “gonfiati” e poi dismesso a soli 39 anni quand’era addirittura nel novero dei promovendi al ruolo Fifa. De Santis e Pasqua erano tuttavia stati preceduti, dal 1983 al 1991, da Sergio Coppetelli (nel maggio 1988 guardalinee, come si diceva allora, insieme a Lanese del fuoriclasse Agnolin, chiamato a dirigere a Stoccarda la finale di Coppa Campioni Psv Eindhoven-Benfica, e nel periodo citato anche arbitro centrale in sfide di A quali Juve-Toro e Parma-Juve). Coppetelli però, post ritiro, è pure stato apprezzato dirigente dell’Aia e successivamente del Tivoli Calcio. Squadra inserita al tempo nello stesso girone C dell’ormai soppressa C2 con le Aquile.