“Denis Bergamini (all’epoca dei fatti talentuoso calciatore del Cosenza, ndr) fu ucciso con una sciarpa o un sacchetto e solo dopo adagiato sull’asfalto dove fu investito dal camion”.
Così i magistrati della Procura di Castrovillari che stamani hanno iniziato la requisitoria nel processo a carico di Isabella Internò, già compagna di Bergamini, accusata di omicidio volontario in concorso per la morte dell’atleta sulla Statale 106 a Roseto Capo Spulico (Cosenza) il 18 novembre 1989.
“Oggi – ha spiegato il procuratore della Repubblica di Castrovillari, Alessandro D’Alessio aprendo la requisitoria – ci occuperemo della ricostruzione di come Bergamini fu ucciso. E di quali sono gli elementi che ne hanno portato alla morte. Domani, invece, dell’imputata”. Dopo D’Alessio, il pm Luca Primicerio entrato nel merito della ricostruzione: “I periti medico-legali che hanno effettuato nel 2017 gli esami sul corpo di Bergamini ci dicono che il calciatore è stato vittima di una asfissia meccanica violenta. Avvenuta prima che il camion di Raffaele Pisano (il conducente del camion sotto il quale fu trovato il cadavere, ndr) ne sormontasse il corpo”.