Niccolò Machiavelli, Armand-Jean du Plessis de Richelieu e, venendo quasi ai giorni nostri, Giulio Andreotti? Tri affritti (pardon, afflitti) rispetto a Nicola Fiorita. L’uomo più attaccato alla poltrona che si sia mai visto sulla faccia della terra. E che, per quanto è scarso da sindaco, è scaltro da politico. E lo dimostra il retroscena sul consiglio comunale di ieri, che ormai attesta plasticamente come alla voci dignità e lealtà del suo personale vocabolario ci sia un buco. E che buco. Bello grosso! Altro che coraggio insomma, Nicolè, tu non sai manco dove sta di casa. Ma perché? Il retroscena è, politicamente parlando, da brividi. Nick ha infatti mandato un paio di suoi sciaraballi a implorare l’opposizione affinché non lo attaccasse in Aula, chissà cosa promettendo in cambio. Perché in quel contesto lì, fidatevi, nessuno fa niente per niente. Forse neppure l’usciere del Palazzo. Comunque sia, tra questi araldi di grande fiducia anche il più attivo di tutti: il fido Vincenzo Capellupo.
Capellupo’s Job (un po’ liberamente tradotto: l’incarico di Capellupo)
Capellupo, che peraltro, senza politica non brillerebbe di certo vantando nel curriculum personale prima dell’avventura… scalzina appena qualche articolo da collaboratore esterno del quotidiano cartaceo Calabria Ora. ‘Mandato’ svolto, almeno allora, con un grado di scolarizzazione non altissimo, a cui si somma un successivo incarico, oltretutto oggetto di polemica e dai contorni non meglio precisati, di aiuto cuoco. Ma potremmo pure sbagliare, per carità. Fatto che lo pone quantomeno tra gli indiziati di particolare interesse (legittimo, sia chiaro!) a mantenere un posto da circa 2mila euro al mese. Hai detto un… prospero! E attenzione che abbiamo prove inoppugnabili della manovra. Ergo, non fiatate, che vi facciamo fare la fine del povero “ignaro” Gregorio Buccolieri, brutalmente sfanculato da Sergio Costanzo, nel consiglio comunale terminato non molte ore fa.
Buc vai a fidarti degli amici… u vi prestignu chi ti cumbinaru Nick e Vincent. E tu che volevi omaggiare il tuo sindaco, diligentemente e ossequiosamente, come sempre. Che storiaccia!
Ma perché povero Buc? E ignaro di cosa, poi, il caro Greg? Semplice: Fiorita e Capellupo non lo avevano avvertito, peraltro tacendo il fatto non solo a lui nella maggioranza, della già riferita ignominiosa “questua di grazia” ai consiglieri di centrodestra affinché non perculassero il sindaco, il Coraggioso da ieri, presentatosi in Aula con il secondo azzeramento di Giunta in appena 396 giorni senza contingenze di particolari gravità. Ecco allora che il devoto e obbediente “Buc”, nel suo ‘cieco furore’ adulatorio, è partito lancia in resta pro Nick e contro i “cattivoni” di centrodestra. Invece stavolta, di certo non l’unica a dispetto delle dichiarazioni di prammatica, inciucisti con il Coraggioso. Male gliene è incolto, quindi, allo stesso Buccolieri. Dal momento che ha subito patito gli effetti della tranvata costanziana che, per dirla con Emilio Fede in un celebre fuorionda televisivo, gli è costato un inopinato: “Che figura di m…a!”. Consiferato come sia malamente stato perculato e zittito.
Finita qui con le manovre di corridoio? Non proprio!
Finita qui con gli accorduni e le manovre sottobanco? Non proprio! Perché in una telefonata, riservatissima, un simpatico “uccellino” ci ha parlato del proposito fioritiano, assai ardito per la verità, di far fuori dal Pd il capogruppo Fabio Celia. Non subito, ma partendo da… lontano. E di nascosto, in perfetto stile fioritiano. Un proposito sempre covato, peraltro. Ma che adesso farebbe di lui, il sindaco, una sorta di… rancorso. Nei confronti di Celia, come ovvio. Proprio strano il destino, dunque, per un Nick che deplora il rancore ed è devoto di Madre Teresa. Però Fiorita, in fondo, è così: un simpaticone che vive una realtà aumentata in cui convivono personalità multiple in base a cosa serva in un dato frangente. E vi è persino di più, perché a dar retta a una nostra attendibile fonte ieri mattina nel rione di Siano non definiva certo con toni… elegiaci lo stesso Celia.
