“L’asso vince, la donna perde. Dov’è l’asso? Mi spiace signore, ha scelto la donna. E ha perso!” Eccolo qui il perfetto gioco delle tre carte inscenato ieri da Antonello Talerico, su richiesta dell’amico del cuore Fabio Celia (fino a interesse condiviso, naturalmente, vedasi precedenti casi Sergio Costanzo e Flora Sculco). E anche, anzi, soprattutto, su richiesta dello stesso sindaco Nicola Fiorita. Perché, e qui siamo costretti a ripeterci rispetto al nostro pezzo di qualche ora fa, “duva ci si guadagna in dui, si guadagna u duppiu”. Figuriamoci allora se a guadagnarci siano in tre.

Ecco chi ci guadagna dalla scaltra operazione Talerik

A guadagnarci è, come ovvio, in primis Talerico. Il quale fa finta di uscire dalla maggioranza in onore a Forza Italia e Roberto Occhiuto, mentre in realtà aumenterà la quota di sciaraballi in Giunta e pure le pietre sanno come al De Nobili continuerà a non muoversi foglia se lui non voglia (stesso dicasi per Filippo Mancuso, al netto della sceneggiata in Consiglio sui presunti “fascioleghisti con licenza di offendere ma mai troppo”). Ma ci guadagnerà tanto pure Nicola Fiorita, il quale farà finta di liberarsi dello scomodo sostegno della destra, ex abramiana e talliniana, magari sostituendolo con quello dei rientranti Compagni che Saglia(va)no (tranne Gianni Parisi, non certo un compagno) di Azione. E, come ovvio, a trarne assai beneficio sarà pure Fabio Celia. Che da tale vicenda ne uscirà da grande leader locale con il secondo assessore  Dem. In realtà nominato dall’amico Anto, in prima fila in Regione pure alla presentazione de La Cena Straordinaria. Ma questa è un’altra storia, di cui parleremo a suo tempo.

La mossa del cavallo talerichiana è un insulto alla matematica, ma non certo alla politica. Della finzione….

Chi lo dice che la mossa talerichiana è pura fiction? Noi? No. Semmai, l’inappellabile matematica. Che dimostra plasticamente come i fioritiani dell’Aula, compresi Nick e il fido presidente Gianmichele Bosco (a suo tempo anch’egli salvato ed eletto da Antonello, amico di suo fratello, fidatevi!) che hanno diritto di voto esattamente come ogni consigliere, privati del gruppo di Talerik arriverebbero a 15 unità massimo. Sebbene supportati da Azione. Ma, come si dice in cima ai Tre Colli, “daveru tirati cu i denti” e con dentro di tutto e di più. Compresi i due elementi di centrodestra, Manuela Costanzo e Rosario Mancuso, che tutti sanno essere nell’orbita proprio del citato presidente del consiglio regionale Mancuso dato da tutti come il papabile futuro sindaco dopo Nick. E accanto a loro gli… Azionisti, che Fiorita vorrebbe nel Pd per ridimensionare (leggasi emarginare) lo sgradito drappello (a lui più di tutti) a guida Giusy Iemma e Celia. Ma per ora gli servono i voti e deve quindi agire con molto tatto e discrezione, potendo infatti contare (almeno sulla carta) solo su se stesso, Bosco, Costanzo M., Mancuso R. e Celia, a cui si aggiungono Vincenzo Capellupo, Alberto Carpino, Daniela Palaia, Tommaso Serraino (nemmeno sicuro al 100%), Igea Caviano, Danilo Sergi e Gregorio Buccolieri. Più, ancora da confermare, i tre di Azione: Valerio Donato, Parisi e Stefano Veraldi.

Senza Talerico, che invece c’è eccome, per Nick i numeri in Aula sarebbero da cardiopalma. Ed è qui che subentra il capolavoro di Antonello in Giunta e Consiglio

Senza Talerico, i Fiorita-Boys della “fu Aula Rossa” dovrebbero  sempre essere contemporaneamente tutti, o quasi, presenti a ogni seconda convocazione di Consiglio per votare le pratiche di Nick. Perché in caso contrario sarebbe game over. Basterebbe insomma una banale epidemia di influenza a far cascare tutto o renderlo terribilmente difficoltoso. Ma qui subentra il capolavoro talerichiano. “Bravu u guagliuna, a verità!”. O, forse, assai ben consigliato dall’ancora abile mentore Mimmo Tallini con i cambi in Giunta pilotati e il finto divorzio dell’amato Nick. Così potrebbe capitare che al saluto di Raffaele Scalise, certo; di Donatella Monteverdi, probabile, di Marina Mongiardo, soffertissimo, arrivi pure quello (imposto) di Antonio Borelli. ‘Bocciato’ dal suo capo Talerik magari per far posto al Dem caro a Celia, Salvatore Passafaro, non alterando così le ineludibili “quote rosa” in Giunta. Chissà…. .

Il gioco delle tre carte in Giunta è la riunione… sianota mattutina

E Giorgio Arcuri? Che fine farà? Si salverà, proprio grazie a quel gioco delle tre carte che potrebbe magicamente riportarlo in Azione nel caso in cui Donato e i Guerriero pronuncino il fatidico, per certi versi inconcepibile, sì. E… oplà. Perché non si spiegherebbe altrimenti come Siano sia stamani improvvisamente diventata il centro del mondo. O, più modestamente, il centro di Catanzaro. Allorché Nicola Fiorita si aggirava proprio tra le case dell’assessore Arcuri, che pure in base al forfait del capo Talerik dovrebbe essere fuorigioco, e dell’esponente Dem Carla Rotundo. Mentre pare che oltretutto non preferisse paroline d’amore all’indirizzo di Celia. Ma queste sono solo voci mentre una certezza c’è già: “U viditi comm’è doce e comme è bella,‘a cittá ‘e Pullecenella”. C’è spazio per tutti, amici e nemici, basta “sulu nu pocu e mazzicogna”. Ed allora: “Cchiù mazzicogna pe tutti”!

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