Nicola Fiorita, Aldo Casalinuovo, Roberto GuerrieroNicola Fiorita, Aldo Casalinuovo, Roberto Guerriero

Il doppiopesismo di Nicola Fiorita è ormai noto. Egli, il sindaco, si è del resto sin da subito rivelato un uomo piccino-piccino. Innamorato follemente innanzitutto, e sopra a tutto, della poltrona. In barba a ogni ideale, proclama e sceneggiata di sorta, sciorinati in campagna elettorale. Ma c’è di più. Cosa? L’indole del sagace opportunista. Che in lui dev’essere… endemica (leggasi caratteriale). Fattore che va ben al di là della politica, dunque. Lo dimostra il modo in cui per situazioni, se non identiche, quantomeno molto simili il nostro Nick adotti comportamenti diametralmente opposti.

L’emblematica vicenda Casalinuovo

Si esamini l’emblematica vicenda di Aldo Casalinuovo per capire tante cose. Perché si parla di un ex assessore prima cacciato ignominiosamente dalla Giunta (agosto 2023) e poi ‘perculato’ sui social (circa un anno dopo) per aver osato dire ciò che è sotto gli occhi di tutti: la mediocrità (eufemismo!) della sinistra a trazione fioritiana e cambiaventista alla guida della città da un biennio abbondante.

In cui peraltro militano un Pd ormai al servizio degli… sviluppi di carriera della vicesindaca Giusy Iemma (che un gruppo ben individuato nel partito vorrebbe candidata governatrice, Ernesto Alecci permettendo) e pentastellati e Socialisti esistenti solo per onor di firma.

Fermo restando che l’M5s è un ‘partito’ vero, mentre il Psi più che altro una sigla satellite Dem. Comunque sia, apriti cielo, è ormai partito il refrain dell’Aldo “rancoroso”. La cui sola colpa, diciamocelo tutta, è non avere un voto che fosse uno. O, più precisamente, disporre al massimo di un paio di centinaia di preferenze, non di più, per un Casalinuovo ad esempio qualche anno fa neppure eletto (se non andiamo errati) al Consiglio dell’Ordine degli Avvocati pur da ex presidente della Camera Penale di Catanzaro. Ma questo non significa che non sia un fior di professionista oltreché di galantuomo. O che, per dirla con lui stesso, “abbia perso i diritti politici o quello di parola per il sol fatto di essere stato defenestrato dalla Giunta”. Ci mancherebbe altro, insomma, che sia ridotto al silenzio.

Se si vuole capire la vera indole di Fiorita, si guardi come ha trattato Casalinuovo e come invece si comporta con la famiglia Guerriero

Se si vuole capire la vera indole di Fiorita, si guardi come ha trattato Casalinuovo e come invece si comporta con la famiglia Guerriero. Sì, i… fratelli, che di voti, a differenza del povero Casalinuovo (tale solo in politica, s’intende), ne hanno a migliaia. Ma che Fiorita dovrebbe detestare perché a fine 2021 hanno dato vita a una vera e propria campagna contro di lui. Reo, ai loro occhi, di aver votato alle Regionali dell’ottobre di quell’anno il citato Alecci al posto di uno dei fratelli (Fabio) a cui pure il futuro sindaco aveva promesso appoggio incondizionato. Un tradimento (uno dei tantissimi consumati in… carriera da Nick: per informazione chiedere, da ultimo, a Jasmine Cristallo) che aveva nientemeno portato all’operazione Rinascita. E all’idea di candidare a sindaco del capoluogo l’orgoglioso comunista Valerio Donato con pressoché tutto il centrodestra a ruota proprio per… dispetto all’opportunista e sleale Nick. Che, però, dal canto suo non solo mai ha dato dei “rancorosi” ai Guerriero, a differenza del povero Casalinuovo, quanto in città è noto come a partire da circa sei mesi dopo le elezioni di metà 2022 si sia messo a corteggiarli per fare entrare uno dei fratelli in Giunta: segnatamente l’ex consigliere comunale Roberto. Fatto che a Catanzaro sanno anche le pietre.

Ecco chi ha messo lo stop all’operazione Roberto Guerriero in Giunta

L’operazione “Roberto Guerriero, assessore” è stata più volte stoppata, anche con un certo disappunto da parte del diretto interessato e di alcuni vicini a lui e alla sua famiglia. Ma a mettere il freno al clamoroso accorduni (lo definiamo così alla luce dei presupposti su cui avrebbe poggiato) sono state forti ‘spinte contrarie’ talora provenienti dall’interno di Azione, partito a cui proprio Roberto Guerriero con Donato & Co. ha aderito divenendone addirittura segretario provinciale nell’autunno scorso. Malgrado ciò, a pesare più di tutto nell’intricata e spinosa vicenda, è soprattutto stato il fatto che il patto fosse indigesto al vero dominus di Palazzo De Nobili: Antonello Talerico. Che l’ha sempre boicottato, costringendo il sindaco al poco gradito giochino (nel caso di specie, sia chiaro) del “poliziotto buono, poliziotto cattivo”.

Un gioco di ruoli intercambiabili, cioè, in base a cui, alla fine della fiera, uno o l’altro della ‘strana coppia’ Nick-Talerik faceva naufragare la cooptazione di Guerriero in Giunta.

Ergo, non possiamo che chiudere il pezzo con un suggerimento. Che diamo (a… gratisse!) a chiunque voglia allearsi con Fiorita. Vale a dire, lo faccia pure ma a patto che sia nel suo cuore o membro del suo cerchio magico. O, meglio ancora,  abbia in mano qualcosa di concreto per poterlo ricattare (politicamente parlando, s’intende) tipo proprio Talerico. Perché solo così si avrà a che fare con una docile pecorella, sempre disponibile e mai sleale. Altrimenti… telefonare all’Aldo Furioso!

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