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Riceviamo e pubblchiamo

“Esiste una sacca di comunità che resta nell’ombra. In quel “noi”, in quel “gli altri”, che spesso le Istituzioni utilizzano, non c’è il senso del collettivo, ma esiste, piuttosto, una deresponsabilizzazione che porta ad aggirare i problemi che inevitabilmente rimangono irrisolti.  Ho letto con molta attenzione l’appello lanciato dall’Associazione Ra.Gi, finalizzato a reperire un alloggio popolare per un ragazzo affetto da una grave malattia degenerativa. La storia del giovane Antonio é una storia in cui la famiglia ed il privato sociale fanno la differenza in positivo, mentre le Istituzioni, con la loro assenza, vanificano tutti gli sforzi.

Antonio è un ragazzo che non si è arreso alla malattia ma, come tante altre persone perbene, deve alzare le mani non solo, davanti alla prepotenza di chi compie atti riprovevoli come quelli denunziati alle forze dell’ordine, quanto davanti a chi non riesce a trovare soluzioni adeguate perché nessuno debba vivere ostaggio di una delinquenza spicciola che può fare molto male.


Pertanto, quale Autorità Garante regionale per le vittime di reato chiedo ufficialmente che Antonio trovi una rapida sponda nell’Amministrazione comunale catanzarese, affinché il problema che lo affligge venga tempestivamente risolto. E dopo Antonio nessuno deve sentirsi “abbandonato” in quei quartieri nei quali la politica ha alzato bandiera bianca, di fatto firmando una resa, che non è resa di pace ma di sconfitta”.

F.to
Avv. Antonio Lomonaco Garante Tutela vittime di reato della Regione Calabria

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