Dispiace utilizzare il blog per parlare, anche e soprattutto, di se stessi. Ma in primis gli editoriali servono molto spesso a questo e poi siamo da mesi impegnati contro un temibile ambiente massomafioso, che ogni tanto ci… costringe a delle precisazioni.
Tale canceroso gruppo, infatti, dall’autunno dell’anno scorso (quando cioè si è finalmente sentito al riparo da guai giudiziari “scampandola bella” per l’ennesima volta) ha ripreso a far circolare alla luce del sole un fiume di denaro (sporco) per comprare (quasi) tutto e (quasi) tutti.
Ma non ha fatto solo questo. Perché ha anche dedicato tempo ed energie a tentare di contrastare noi, non potendoci corrompere e comprare (mai accetteremmo soldi frutto di grande riciclaggio). Loro lo hanno invece ad esempio fatto con editori, direttori di giornale, politici, commercialisti, che in alcuni casi per assecondare i desiderata di questi criminali mimetizzati da “gente normale” (malgrado siano soggetti chiacchieratissimi) neppure ci hanno pagato o ci hanno creato problemi per farci saltare i nervi e reagire. In modo poi da dire che fossimo mezzi matti e dunque da non prendere sul serio.
Considerato come, nella città del Peccato in cui tutti leccano, chi si comporta come noi non può che essere malato di mente.
Ragion per cui la massomafia locale, avendo pochi nemici o forse uno solo (noi, per l’appunto) con le pa@@e per sfidarla apertamente e per giunta da soggetto non diffamabile in alcun modo, neppure inventando cattive abitudini personali perché con i cronici problemi di salute che ci ritroviamo ci resteremmo… secchi, ha pensato di screditarci e attirarci antipatie e odio (più di quanto già non ne abbiamo), associandoci a Iacchitè.
Ma domani vi diremo molto di più e anche meglio su questa vessata (anzi falsa) questione. Oltretutto sollevata nei nostri confronti proprio da chi Iacchitè in passato l’ha corteggiata in ogni modo tramite I buoni uffici di un ex politico pregiudicato nel. . taschino, pieno di carte e assai incline al ricatto. Uno vicinissimo a Iacchitè stessa.
Che, detto per inciso, per quanto ci riguarda può come ovvio fare e scrivere cosa gli pare con cui però noi non c’entriamo alcunché.
E, a riguardo, precisiamo che ci infastidisce soltanto l’essere chiamati in causa per… intercedere con Iacchitè. Che per giunta, in passato, ci è sembrato, su consiglio del politico già condannato a Catanzaro con cui si rapporta, riprendeva nostre battaglie dando l’idea che ci fosse una sorta di accordo. E chissà forse pure adesso fa questo per spingerci a scrivere e a suscitare l’attacco di Iacchitè. Che sarebbe però immotivato e a cui risponderemo a tono.
Ma la massomafia contro cui siamo schierati sta impazzendo e ha in animo di vendicarsi in alcun modo. Ma noi la ringraziamo, preventivamente, se Iacchitè ci fa pubblicità. Perché ha tanti lettori, cento volte più di noi, e pure attaccando può far luce sulla loggia massonafiosa locale. Cosa che gli affiliati non vogliono. Perché abituati a muoversi al buio come gli scarafaggi.
Ma al di là di ciò, quanto in particolare ci fa inca@@are è il vederci appiccicati addosso il dubbio di utilizzare un filtro per attaccare i lordoni catanzaresi senza firmare, ovvero minandu a petra e… “. Vale a dire di servirci di Iacchitè per la paura di svelare certe magagne in prima persona.
Spiace poi pure che, tranne rare eccezioni, quando diciamo a chi ci contatta: “Se siete sicuri di essere stati diffamati da false notizie e di non avere alcunché da nascondere, querelate e saprete chi davvero ha scritto”, ci viene risposto che “non ne vale la pena, perché accade mai niente”.
Ci sembra strano però che non si riesca a risalire, neppure, al vero autore di un articolo dopo una denuncia. E anche così fosse, ricordiamo come noi abbiamo fatto causa per mancato pagamento a una testata malgrado ci abbiano fissato l’udienza dopo 2 anni. Ergo…. . Comunque sia, a domani.
