Simbolo Codacons

Riceviamo e pubblichiamo

Con un esposto presentato a tutte le Procure della Repubblica Italiane, il Codacons chiede di indagare sulla pericolosa escalation di femminicidi, e su possibili carenze, omissioni e ritardi da parte dello Stato Italiano e delle istituzioni che hanno l’obbligo di tutelare i soggetti più vulnerabili.

“Negli ultimi mesi il femminicidio e gli omicidi di genere in Italia sembrerebbero aver raggiunto livelli di emergenza nazionale – scrive il Codacons nell’esposto – Non si tratterebbe più di una tragica sequenza di “casi isolati” bensì ci si troverebbe dinanzi a una mattanza quotidiana.

Eppure, nonostante l’esistenza di leggi, strumenti di tutela e proclami di tolleranza zero, la realtà è che lo Stato sembrerebbe continuare a fallire nella sua missione primaria: proteggere la vita delle persone più vulnerabili.

Le misure di prevenzione attuali risulterebbero essere del tutto insufficienti e l’azione delle autorità è troppo lenta, inefficace, talvolta assente.

Le vittime vengono lasciate sole a fronteggiare minacce, persecuzioni, violenze che sfociano nell’omicidio, mentre chi dovrebbe intervenire si rifugia dietro burocrazie, mancanza di risorse o semplice disinteresse. Ogni ritardo, ogni omissione, ogni sottovalutazione equivale a una condanna a morte”.

Una situazione che, secondo il Codacons, arriverebbe a configurare una gravissima violazione dei doveri istituzionali e una responsabilità penale.

“L’articolo 40, comma 2 del Codice Penale (Rapporto di causalità) stabilisce chiaramente che chi ha l’obbligo giuridico di impedire un evento dannoso e non interviene, risponde come autore dell’evento stesso (“Non impedire un evento, che si ha l’obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo”).

In altre parole, l’omissione di intervento da parte delle autorità preposte alla prevenzione dei femminicidi e degli omicidi di genere equivale a un concorso colposo in tali reati – si legge ancora nell’esposto – .

Parallelamente, l’articolo 328 del Codice (Rifiuto di atti d’ufficio. Omissione) punisce il pubblico ufficiale che omette di compiere un atto del proprio ufficio che, per ragioni di giustizia o sicurezza pubblica, deve essere eseguito senza ritardo.

Questa norma si applica in modo stringente nel contesto della prevenzione della violenza di genere, laddove il mancato intervento o controllo può tradursi in conseguenze letali.

Inoltre, gli articoli 575 e 589 del Codice Penale, rispettivamente sull’omicidio doloso e colposo, trovano applicazione anche in caso di concorso mediante omissione, quando la mancata azione delle istituzioni contribuisce causalmente al verificarsi di omicidi plurimi”.
Per tali motivi il Codacons ha chiesto alle Procure della Repubblica di accertare le “responsabilità penali, anche per concorso in omicidio plurimo mediante omissione, di tutti i soggetti istituzionali coinvolti a vario titolo in questa catena di fallimenti;

se siano state rispettate le procedure e adottate tutte quelle misure di protezione previste dalla legge, ed effettuati i controlli necessari e valutate correttamente le segnalazioni di pericolo”.

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