La pax (mafiosa) che vige in città tra le varie forze “occulte” in campo (leggasi centri oscuri di potere e conventicole varie) in nome di un equilibrio utile agli… affari, come noto non vale nei periodi elettorali. Ma al momento sembra, seppur timidamente, palesarsi già qualche scricchiolio. Stavolta anticipato. Gli appuntamenti con il voto arriveranno, infatti, tra un anno e mezzo circa con le Regionali e, in modo assai più coinvolgente, tra una ventina abbondante di mesi con le Comunali. Malgrado, se si considera il tempo (lungo) riservato alle rispettive campagne elettorali, la giostra inizierà a girare, sempre più vorticosamente, almeno un semestre prima. Resta il fatto che, calendario alla mano, le “lame” saranno incrociate a partire dalla prossima primavera fino poi a metà 2027. Manca ancora un anno, quindi. Ma da metà 2026, comincerà una maratona che si concluderà nell’autunno 2027 con le Politiche. Che però, con l’attuale legge elettorale, sono assai meno… coinvolgenti, implicando ormai un voto d’opinione. Che, per certi versi, è parecchio diverso da quello di preferenza vero e proprio.

I personaggi del… sottobosco di solito imperanti, emarginati quando si vota

Come si traduce quanto finora scritto nell’ambito del di solito granitico equilibrio dei grandi gruppi di interesse cittadini? Semplice: vengono (ri)messi in discussione, seppur temporaneamente, tutti i patti di non belligeranza perché c’è la corsa ad accaparrarsi la migliore e più appetitosa fetta di… torta. Capita allora che i “fratelli” diventino “lontani parenti” o, in tanti casi, neppure amici e conoscenti. Ed è ciò che nel mondo lamenta ora Donald Trump, il quale cerca di rendere se non tutto il pianeta, quantomeno gran parte, come il piccolo capoluogo calabrese: un posto cioè con poche regole e ancor meno scrupoli. Un immenso “mercato” globale dove non c’è spazio per la guerra. Un “mangia tu, che mangio io, tanto compriamo o mettiamo fuori gioco chi deve far rispettare leggi e regole varie”. Ma al di là del paragone, certo molto ardito, sta di fatto che tale andazzo non vale durante la campagna elettorale, neppure nel microcosmo catanzarese. Accade dunque che certi soggetti (a prescindere dai loro soldi e consensi) siano rifiutati. Perché in questo frangente, e solo in questo, come per magia nessuno voglia accanto chi ha tante, troppe, opacità. Chi, insomma, è fonte e motivo di grande imbarazzo. E che se è un rivale nelle urne viene a maggior ragione messo a… nudo, portandone alla luce malefatte e magagne.

Guerra se non alle porte, all’orizzonte, e qualcuno con armi spuntate presto naufragare

La guerra, in cima ai Tre Colli, se non proprio vicina o addirittura imminente è comunque in fase preparatoria, come premesso. E sarà inevitabile, cruenta e lunga, iniziando tra un anno circa. A quel punto si vedrà chi oggi riesce ancora a bluffare, ostentando sicurezza e annunciando successi immaginari. Perché, come noto, l’uccello in gabbia (leggasi i personaggi che vivono una doppia vita con una, nera, nascosta dall’altra, normale) non canta per amore o felicità, ma per invidia o rabbia. E a nulla gli servirà l’arma, spuntata, di giornalisti al guinzaglio che si sdilinquiscono o il possesso di giornali finanziati con denaro sporco (da noi denominati Mafianews). Considerato come, nel momento in cui quell’arma venisse usata, si accenderebbero subito i riflettori, scoperchiato il Vaso di Pandora. Quello che porta al sottobosco dei finti soci-imprenditori, in realtà con le pezze al culo, che mandano avanti attività, essenzialmente in qualità di prestanomi.  Ci vengono, ad esempio, in mente quei cronisti espertissimi di ‘ndrangheta. Eccetto quella che come premesso li finanzia attraverso il loro padrone. Referente di certe ‘ndrine negli affati puliti (anche se di pulito qui non c’è nulla). Ed eccetto pure la conoscenza della… massomafia. Argomento per loro tabù. Salvo intervento istantaneo del datore di lavoro con una terribile vendetta.

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