Notte fonda del giorno post Inter-Psg, la Rai forse temendo già un’astinenza da pallone nei tifosi italiani propone La Tribù del Calcio. Tema della puntata: Zemanlandia. Un “film” di Giuseppe Sansonna.
Protagonisti assoluti, manco a dirlo, il noto tecnico boemo Zdenek Zeman e il suo presidente di allora nel Foggia dei miracoli Pasquale Casillo. Vulcanico patron dei Satanelli.
Ma spazio dedicato, oltreché ai campioni di quella squadra quali Beppe Signori e Roberto Rambadi o Luigi Di Bisgio e Dan Petrescu, anche a un comprimario come Maurizio Codispoti.
Catanzarese purosangue, che il suo “datore di lavoro” Casillo identificava con Pietro Mennea.
Tant’è vero che su di lui, davanti alle telecamere, dice su di lui: “Io da incompetente di calcio lo vedevo capace solo di correre. Uno che sbagliava tutti i cross. Ecco perché mi venne in mente di mettergli qualche banconote da centomila lire nelle scarpe per invogliarlo a essere più preciso. Ma era un giocatore normale, non un fuoriclasse, che continuò a sbagliare malgrado quei soldi. Era un terzino che correva e basta”.
Mister Zemano, però, lo corregge subito: “Non era fuoriclasse, era un normale. Ma era un calabrese con la testa dura che voleva arrivare. Aveva fame. Ed era unico calciatore capace di autolanciarsi. Era come se si passasse il pallone da solo con un lancio di 40-50 metri, che poi andava a riprendere”.